Vangelo secondo Marco 9:24 NR06
[24] Subito il padre del bambino esclamò: «Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità».
La fede non significa non dubitare mai, ma portare quei dubbi a Gesù. Questo padre aveva sia fede che lotta interiore, e Gesù ha comunque agito nella sua vita. Se la tua fede ti sembra debole, non nasconderla. Portala a Dio e chiedi aiuto. Egli onora anche una fede imperfetta.
L'espressione "Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità" si trova in Marco 9:24 ed è pronunciata dal padre di un ragazzo posseduto da uno spirito maligno.
Contesto (Marco 9:14-29)
Un uomo porta suo figlio a Gesù perché i discepoli non riescono a liberarlo da uno spirito che lo tormenta. Quando Gesù dice che "tutto è possibile per chi crede" (v. 23), il padre risponde con questa frase:
"Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità!"
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Significato
1. Fede e dubbio possono coesistere
Il padre esprime una fede genuina, ma riconosce che la sua fiducia non è perfetta.
Questo mostra che credere non significa essere privi di dubbi, ma affidarsi a Dio nonostante essi.
2. La fede è un dono che può essere rafforzato
L’uomo chiede a Gesù di aiutarlo a superare i suoi limiti spirituali.
Questo suggerisce che la fede non è solo uno sforzo umano, ma qualcosa che Dio stesso può accrescere in noi.
3. L’umiltà nell’approccio a Dio
Il padre non finge di avere una fede incrollabile, ma riconosce la sua debolezza.
Questa preghiera sincera dimostra un atteggiamento di dipendenza da Dio, che è il fondamento della vera fede.
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Applicazione spirituale
Questa frase è una potente preghiera per chiunque si trovi in un momento di incertezza:
Possiamo credere in Dio e, allo stesso tempo, lottare con il dubbio.
Dio non ci respinge per la nostra fede imperfetta, ma ci aiuta a crescerla.
Chiedere aiuto a Dio è il primo passo per rafforzare la nostra fiducia in Lui.
In sintesi, "Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità" è un'espressione di fede autentica, che riconosce i propri limiti e si affida alla grazia di Dio per superarli.