martedì, dicembre 31, 2024

Geremia 4

 

Il Capitolo 4 di Geremia: Il richiamo al pentimento e l'annuncio del giudizio imminente

Il capitolo 4 di Geremia si concentra su due temi principali: l'invito al pentimento sincero e l'annuncio del giudizio di Dio sul popolo infedele. La profezia è caratterizzata da immagini vivide che descrivono l’imminente distruzione di Giuda a causa della sua ribellione.


1. Struttura del capitolo

A. Invito al pentimento e alla conversione (vv. 1-4)

  • Dio chiama Israele a tornare a Lui con tutto il cuore:
    • "Se vuoi tornare, Israele, a me dovrai tornare" (v. 1).
    • Il pentimento deve essere sincero, non solo un gesto esteriore.
  • Dio promette che, se Israele tornerà, ci sarà prosperità e benedizione.
  • Usa l'immagine della circoncisione del cuore (v. 4) per enfatizzare la necessità di un cambiamento interiore.

B. Annuncio del giudizio imminente (vv. 5-18)

  • Geremia annuncia che il giudizio di Dio sta per abbattersi su Giuda:
    • Il nemico (i Babilonesi) è già in arrivo.
    • Viene descritto come un leone che lascia la sua tana (v. 7) e un vento impetuoso che porta devastazione (v. 11).
  • La causa del giudizio è la ribellione e il peccato del popolo.
  • Giuda è invitata a indossare il "sacco" (v. 8) come segno di lutto e pentimento.
  • Il giudizio è inevitabile se non ci sarà un sincero ritorno a Dio.

C. L'angoscia di Geremia per il popolo (vv. 19-26)

  • Geremia esprime un dolore profondo per la distruzione che vede avvicinarsi:
    • "Le mie viscere! Le mie viscere! Mi contorco dal dolore!" (v. 19).
    • La desolazione della terra è descritta come una catastrofe cosmica (v. 23): il ritorno al caos primordiale.
  • Geremia è sopraffatto dalla visione della devastazione totale, ma riconosce che è una conseguenza dei peccati del popolo.

D. La dichiarazione della colpevolezza del popolo (vv. 27-31)

  • Dio dichiara che la terra sarà devastata, ma non sarà distrutta completamente:
    • "La terra sarà desolata, ma non ne farò una distruzione completa." (v. 27).
  • Israele ha provocato questa situazione con la sua ostinazione e idolatria.
  • La reazione del popolo è descritta con immagini di disperazione e angoscia:
    • "Io gemevo come una donna in travaglio." (v. 31).

2. Schema riassuntivo

Ecco una visualizzazione schematica del capitolo 4:

Capitolo 4 di Geremia: Pentimento e giudizio
1. Invito al pentimento sincero (vv. 1-4) - Pentimento sincero e circoncisione del cuore. - Promessa di benedizione per il ritorno a Dio. 2. Annuncio del giudizio imminente (vv. 5-18) - Arrivo del nemico da nord (i Babilonesi). - Giuda deve riconoscere il proprio peccato. 3. L'angoscia del profeta (vv. 19-26) - Visione della distruzione totale della terra. - Dolore e coinvolgimento emotivo di Geremia. 4. Dichiarazione della colpevolezza del popolo (vv. 27-31) - La desolazione è meritata, ma Dio non distruggerà completamente. - Disperazione e lutto del popolo.

3. Approfondimenti tematici

A. La circoncisione del cuore

  • L'invito alla circoncisione del cuore (v. 4) è una chiamata al rinnovamento spirituale e non solo rituale.
  • Questo tema è ripreso anche in altre parti della Bibbia, come in Deuteronomio 10:16 e Romani 2:29, dove si sottolinea l'importanza della fede e del cambiamento interiore.

B. Il nemico del nord

  • L'invasione da nord simboleggia l’arrivo dei Babilonesi, strumenti del giudizio di Dio.
  • L'immagine del leone e del vento impetuoso raffigura la forza devastante dell'esercito nemico.

C. L'angoscia di Geremia

  • Geremia non è solo un portavoce del giudizio di Dio, ma anche un profeta profondamente coinvolto emotivamente.
  • Il dolore del profeta riflette l'amore di Dio per il Suo popolo, anche quando Egli è costretto a giudicarlo.

D. La devastazione come ritorno al caos primordiale

  • La descrizione della terra desolata (v. 23) richiama Genesi 1:2: la terra è "senza forma e vuota". Questo simboleggia una sorta di "decreazione", un ritorno al caos a causa del peccato umano.

E. Speranza nella devastazione

  • Nonostante l'annuncio di distruzione, c’è un elemento di speranza: "Non farò una distruzione completa." (v. 27). Questo lascia spazio alla possibilità di redenzione futura.

4. Messaggi principali

  1. Il pentimento sincero è essenziale
    Dio non desidera sacrifici o rituali vuoti, ma un cambiamento di cuore che porti a una vera relazione con Lui.

  2. Il giudizio è una conseguenza inevitabile del peccato
    La ribellione e l'idolatria hanno portato Israele e Giuda a questa situazione. Tuttavia, il giudizio non è privo di scopo: è una chiamata al ravvedimento.

  3. La misericordia di Dio è sempre presente
    Anche nel giudizio, Dio lascia una porta aperta per il ritorno e la restaurazione.

  4. Il dolore del profeta riflette il cuore di Dio
    Geremia soffre non solo per il popolo, ma perché vede quanto il peccato ha ferito la relazione tra Dio e Israele.


5. Schema visivo

Ecco un diagramma per rappresentare il capitolo:


[ Invito al pentimento ] -- Pentimento sincero → Benedizione (vv. 1-4) ↓ [ Annuncio del giudizio ] -- Il nemico da nord (Babilonia) → Distruzione imminente (vv. 5-18) ↓ [ Dolore di Geremia ] -- Visione della desolazione → Angoscia profonda (vv. 19-26) ↓ [ Dichiarazione finale ] -- Colpa del popolo → Speranza nella grazia di Dio (vv. 27-31)

lunedì, dicembre 30, 2024

Geremia 3

 

Il Capitolo 3 di Geremia: Il richiamo al pentimento e il tema dell’infedeltà d’Israele

Il capitolo 3 di Geremia utilizza potenti immagini di infedeltà matrimoniale per descrivere la relazione tra Israele e Dio. Qui il Signore richiama il popolo alla conversione, promettendo perdono e restaurazione se esso tornerà a Lui. È una delle sezioni più intense del libro, in cui si intrecciano giudizio e misericordia.


1. Struttura del capitolo

  1. L’infedeltà di Israele come adulterio spirituale (vv. 1-5)

    • Israele è descritto come una moglie infedele, che ha abbandonato il suo sposo (Dio) per seguire altri amanti (idoli).
    • Dio pone una domanda retorica: "Un uomo accetterebbe di riprendere una moglie che si è contaminata con molti altri?" (v. 1).
    • Israele ha agito con sfacciataggine, ma Dio continua a chiamarlo al pentimento.
    • L’infedeltà ha portato a siccità e sofferenza, ma Israele non ha mostrato un vero pentimento.
  2. Giuda e Israele: confronto tra due infedeltà (vv. 6-11)

    • Dio parla dei regni divisi:
      • Israele (il Regno del Nord) è descritto come una moglie infedele che è stata ripudiata.
      • Giuda (il Regno del Sud), che avrebbe dovuto imparare dalla punizione di Israele, ha invece seguito lo stesso cammino d’infedeltà.
    • Giuda, però, è considerato più colpevole di Israele perché la sua infedeltà è ipocrita, fingendo di seguire Dio mentre serve gli idoli.
  3. L’invito al ritorno di Israele (vv. 12-14)

    • Dio invita Israele a tornare a Lui:
      "Torna, Israele infedele, poiché io sono misericordioso." (v. 12)
    • Nonostante il tradimento, Dio è pronto a perdonare e a restaurare il Suo popolo.
    • Promette di riportare Israele a Sion e di dar loro leader fedeli (v. 14-15).
  4. La promessa di restaurazione e un nuovo rapporto con Dio (vv. 15-18)

    • Dio promette pastori secondo il Suo cuore, che guideranno il popolo con saggezza.
    • Ci sarà un tempo in cui l’arca dell’alleanza non sarà più ricordata (v. 16), perché la presenza di Dio sarà manifesta direttamente.
    • Le tribù del nord e del sud saranno riunite in un popolo unico e fedele.
  5. La confessione del popolo e la promessa di redenzione (vv. 19-25)

    • Israele riconosce il proprio peccato e dichiara che idolatria e falsi dèi non hanno portato beneficio.
    • La confessione culmina in un appello a Dio: "Vogliamo giacere nella nostra vergogna e coprirci della nostra infamia." (v. 25).
    • Il capitolo si conclude con un riconoscimento della giustizia divina e del fallimento umano.

Schema riassuntivo

Ecco uno schema per visualizzare il capitolo:

Capitolo 3 di Geremia: L'infedeltà e il pentimento
1. L'infedeltà come adulterio spirituale (vv. 1-5) - Israele ha tradito Dio con idolatria. - Dio continua a chiamare Israele al pentimento. 2. Confronto tra Israele e Giuda (vv. 6-11) - Israele (Regno del Nord): infedeltà aperta. - Giuda (Regno del Sud): infedeltà ipocrita, peggiore. 3. Invito al ritorno di Israele (vv. 12-14) - "Torna, Israele infedele!" - Promessa di restaurazione. 4. Promessa di una nuova alleanza (vv. 15-18) - Pastori secondo il cuore di Dio. - Fine dell’arca dell’alleanza: nuova presenza divina. 5. Confessione e redenzione (vv. 19-25) - Israele riconosce il peccato. - Appello a Dio per il perdono.

Approfondimenti tematici

  1. L’immagine dell’adulterio spirituale

    • L’idolatria è paragonata a un tradimento coniugale. Israele, sposa del Signore, ha abbandonato il patto per seguire falsi dèi. Questo tradimento ferisce profondamente Dio, ma Egli è disposto a perdonare.
  2. La gravità dell’ipocrisia di Giuda

    • Mentre Israele è stato punito apertamente per la sua infedeltà, Giuda si comporta come se servisse Dio ma in realtà pratica idolatria. Questa ipocrisia rende Giuda ancor più colpevole.
  3. L’arca dell’alleanza e la nuova alleanza

    • L’arca, simbolo del patto con Dio, diventerà obsoleta perché in futuro il popolo sperimenterà una relazione diretta con Dio. Questo anticipa la nuova alleanza che sarà stabilita in Cristo.
  4. La misericordia di Dio

    • Nonostante il tradimento, Dio non smette di amare il Suo popolo e offre sempre un’opportunità di pentimento e restaurazione.
  5. La confessione sincera

    • Israele, alla fine del capitolo, riconosce la propria colpa e si rivolge a Dio. Questo è il primo passo verso il ritorno e la redenzione.

Applicazioni spirituali

  1. Il pentimento sincero è sempre accolto da Dio: Anche dopo i tradimenti, Dio offre un’opportunità per tornare a Lui.
  2. Ipocrisia e fede apparente sono più pericolose del peccato manifesto: Una fede vera non si basa solo sulle apparenze, ma su un cuore trasformato.
  3. La misericordia di Dio è infinita: Anche quando tutto sembra perduto, Dio chiama il Suo popolo a tornare.

Geremia 2

 Il capitolo 2 di Geremia segna l’inizio del messaggio profetico di Geremia al popolo di Giuda, ed è un’accusa di infedeltà contro di loro. Dio, attraverso Geremia, ricorda il rapporto iniziale di amore e fedeltà tra Lui e il Suo popolo, denuncia il tradimento e ammonisce sulle conseguenze dell'idolatria.

Ecco l'analisi del capitolo, accompagnata da uno schema per una comprensione visiva.


Struttura del capitolo 2

  1. Amore iniziale tra Dio e Israele (vv. 1-3)

    • Dio ricorda i tempi dell'esodo e del primo amore di Israele, quando il popolo Lo seguiva fedelmente nel deserto.
    • Israele era consacrato a Dio, e chi lo attaccava subiva la Sua giustizia.
  2. Accusa di infedeltà (vv. 4-13)

    • Dio chiede: "Cosa ho fatto per meritare che Mi abbandonaste?"
    • Denuncia il tradimento del popolo, che ha dimenticato i benefici ricevuti:
      • La liberazione dall'Egitto.
      • La protezione nel deserto.
      • L'ingresso nella terra promessa.
    • Vv. 11-13: Israele ha commesso due gravi peccati:
      1. Ha abbandonato Dio, la "fonte di acqua viva".
      2. Ha scavato per sé cisterne rotte, che non possono trattenere l’acqua (un'immagine per indicare la ricerca di idoli e altre alleanze).
  3. Conseguenze dell’infedeltà (vv. 14-19)

    • Dio chiede: "Perché Israele, che era libero, è diventato schiavo?"
    • Le invasioni da parte di nemici come gli Egiziani e gli Assiri sono presentate come una diretta conseguenza dell’abbandono di Dio.
  4. Descrizione del peccato di Israele (vv. 20-28)

    • Israele è paragonato a una prostituta che ha rifiutato la fedeltà al suo Signore.
    • Si fa riferimento agli idoli e agli altari su ogni collina e sotto ogni albero verdeggiante (luoghi comuni per il culto idolatrico).
    • Israele nega il proprio peccato nonostante l'evidenza.
  5. Giudizio e ammonimento (vv. 29-37)

    • Dio sfida Israele a presentare una difesa per le sue azioni.
    • Israele ha fatto alleanze con altre nazioni (come Egitto e Assiria) per cercare sicurezza, ma queste alleanze lo porteranno alla rovina.
    • Dio dichiara che il popolo sarà coperto di vergogna per essersi affidato a "dei inutili".

Schema riassuntivo

Capitolo 2 di Geremia: L'accusa di infedeltà di Israele
1. Amore iniziale (vv. 1-3) - Israele era fedele a Dio come una sposa. - Dio lo proteggeva da chiunque lo attaccasse. 2. Infedeltà di Israele (vv. 4-13) - Israele ha abbandonato Dio. - Peccati principali: 1. Abbandonare Dio, fonte d'acqua viva. 2. Crearsi idoli (cisterne rotte). 3. Conseguenze dell'infedeltà (vv. 14-19) - Israele è diventato schiavo. - Le invasioni nemiche sono la punizione per il peccato. 4. Descrizione del peccato (vv. 20-28) - Israele è paragonato a: - Una prostituta. - Un popolo idolatra. - Negazione del peccato. 5. Giudizio e ammonimento (vv. 29-37) - Israele sarà umiliato per aver confidato in alleanze inutili. - Gli idoli e le nazioni non lo salveranno.

Analisi tematica

  1. L’amore tradito di Dio

    • Dio ricorda l'amore iniziale del Suo popolo, paragonandolo a una giovane sposa. Questa immagine sottolinea la relazione intima e unica tra Dio e Israele.
    • Il tradimento di Israele è descritto in termini emotivi, come un coniuge che abbandona il suo partner per altri amanti (gli idoli).
  2. L'idolatria come follia

    • L'immagine delle "cisterne rotte" è potente: Israele ha abbandonato una fonte inesauribile (Dio) per scavare cisterne incapaci di trattenere acqua (gli idoli). Questo simboleggia la totale insensatezza dell'idolatria.
  3. Le conseguenze della disobbedienza

    • L'abbandono di Dio ha portato Israele a perdere la sua libertà, subendo oppressioni e invasioni da parte di potenze straniere.
    • Le alleanze con Egitto e Assiria, invece di portare sicurezza, portano rovina.
  4. La negazione del peccato

    • Israele si rifiuta di ammettere il proprio peccato, nonostante l'evidenza. Questo mostra la durezza del cuore umano quando si allontana da Dio.
  5. La fedeltà di Dio e il giudizio

    • Anche se Israele è infedele, Dio continua a chiamarlo a ravvedersi, mostrando il Suo amore e la Sua giustizia.

Applicazioni spirituali

  1. Fiducia in Dio come fonte d’acqua viva

    • Abbandonare Dio per altre "cisterne rotte" (idoli moderni come denaro, potere, ecc.) porta solo insoddisfazione e rovina spirituale.
  2. Le alleanze sbagliate

    • Come Israele cercava sicurezza in Egitto e Assiria, anche oggi possiamo fare scelte o compromessi che ci allontanano da Dio, pensando che ci proteggano.
  3. Il ravvedimento

    • Nonostante il tradimento, Dio invita sempre a tornare a Lui. La Sua misericordia è più grande del nostro peccato.

domenica, dicembre 29, 2024

Geremia 1

 Il capitolo 1 del libro di Geremia è fondamentale per comprendere la chiamata del profeta e il messaggio che Dio gli affida. Esso stabilisce il contesto, il ruolo di Geremia e la sua missione, sottolineando temi come l'autorità divina, la missione profetica e la protezione di Dio.

Ecco un'analisi dettagliata, accompagnata da uno schema che ne riassume i contenuti principali.


1. Struttura del capitolo

  1. Introduzione storica e genealogica (Geremia 1:1-3)

    • Presentazione del profeta Geremia:
      • Figlio di Chilchia, un sacerdote di Anatot (nel territorio di Beniamino).
    • Collocazione temporale:
      • Inizio del ministero durante il regno di Giosia (640-609 a.C.).
      • Continuazione sotto i re Ioiachim e Sedechia, fino alla distruzione di Gerusalemme nel 586 a.C.
  2. La chiamata di Geremia come profeta (Geremia 1:4-10)

    • Dio sceglie Geremia (vv. 4-5):
      • Prima ancora che fosse nato, Dio lo aveva conosciuto, consacrato e designato come profeta per le nazioni.
    • Obiezione di Geremia (v. 6):
      • Geremia si dichiara inadatto per la missione, dicendo: "Io non so parlare, perché sono giovane."
    • Risposta di Dio (vv. 7-10):
      • Dio rassicura Geremia, dicendogli di non temere perché Egli stesso lo guiderà e gli metterà le parole in bocca.
      • Geremia viene investito di autorità profetica per sradicare, demolire, costruire e piantare.
  3. Due visioni simboliche (Geremia 1:11-16)

    • Visione del mandorlo (vv. 11-12):
      • Il mandorlo ("shaqed" in ebraico) simboleggia la vigilanza di Dio ("shoqed"): Dio è attento a compiere la Sua parola.
    • Visione della caldaia inclinata (vv. 13-16):
      • La caldaia che si inclina da nord rappresenta la minaccia babilonese, che porterà il giudizio divino su Giuda a causa della sua infedeltà.
  4. Esortazione finale e promessa di protezione (Geremia 1:17-19)

    • Dio ordina a Geremia di prepararsi e di parlare senza timore.
    • Promette di renderlo forte come una "città fortificata" contro i suoi avversari.
    • Anche se affronterà opposizione, Dio sarà con lui per proteggerlo.

Schema riassuntivo

Ecco uno schema visivo per sintetizzare il contenuto del capitolo:

Capitolo 1 di Geremia: La chiamata del profeta
1. Introduzione (vv. 1-3) - Origine: Geremia, figlio di Chilchia, sacerdote di Anatot. - Contesto storico: Regni di Giosia, Ioiachim e Sedechia. 2. La chiamata di Geremia (vv. 4-10) - V. 4-5: Scelta divina - "Ti conoscevo prima della tua nascita." - "Ti ho consacrato come profeta per le nazioni." - V. 6: Obiezione di Geremia - "Sono giovane e non so parlare." - Vv. 7-10: Risposta di Dio - "Non dire 'sono giovane'; io sarò con te." - Investitura: "Ti ho stabilito per sradicare, demolire, costruire, piantare." 3. Visioni simboliche (vv. 11-16) - Visione 1: Il mandorlo - Significato: La vigilanza di Dio nell’adempiere la Sua parola. - Visione 2: La caldaia inclinata - Significato: Il giudizio che arriverà da nord (Babilonia). 4. Esortazione e protezione (vv. 17-19) - Esortazione: "Cingiti i lombi, parla tutto ciò che ti ordinerò." - Promessa: "Io sono con te per liberarti." - Protezione: "Ti renderò una città fortificata contro i tuoi nemici."

Approfondimenti tematici

  1. La sovranità di Dio nella chiamata (vv. 4-5)

    • Dio ha un piano specifico per Geremia, che precede la sua nascita. Questo dimostra che il ministero profetico è una vocazione divina, non una scelta personale.
  2. La fragilità umana e la forza divina (vv. 6-10)

    • Geremia si sente inadatto, ma Dio non sceglie i più forti o qualificati: Egli rende capaci coloro che sceglie. La missione di Geremia è supportata dall'autorità e dalla presenza di Dio.
  3. Il duplice ruolo profetico (v. 10)

    • Geremia deve sia distruggere ciò che è corrotto (giudizio), sia costruire ciò che è nuovo (restaurazione). Questo riflette la giustizia e la misericordia di Dio.
  4. Simbolismo delle visioni (vv. 11-16)

    • Il mandorlo indica che Dio è vigile e attento a compiere ciò che ha promesso.
    • La caldaia inclinata preannuncia il giudizio imminente, mostrando che Geremia sarà portavoce di messaggi difficili, ma necessari.
  5. La promessa di protezione (vv. 17-19)

    • Dio non promette a Geremia l'assenza di conflitti, ma la Sua presenza e protezione. Geremia deve essere forte, sapendo che Dio lo sostiene.

Applicazioni spirituali

  1. Dio ha un piano per ognuno di noi: Come Geremia, anche noi possiamo sentirci inadeguati per i compiti che Dio ci affida, ma Lui ci equipaggia e ci sostiene.
  2. La parola di Dio è fedele: La visione del mandorlo ci ricorda che Dio mantiene le Sue promesse e non abbandona i Suoi piani.
  3. Affrontare le difficoltà con coraggio: Come Geremia, possiamo affrontare opposizioni e sfide, sapendo che Dio è con noi come una fortezza.

Il libro di Geremia

 Il libro di Geremia è uno dei libri profetici dell'Antico Testamento e racconta la vita e il messaggio del profeta Geremia. È ambientato in un periodo cruciale della storia di Israele e di Giuda, segnato dalla crisi politica, dall'infedeltà religiosa e dalla minaccia della conquista da parte dell'Impero Babilonese.

Contesto storico

  1. Periodo storico:

    • Geremia visse durante uno dei periodi più turbolenti della storia di Israele (circa 627–580 a.C.). Il suo ministero iniziò sotto il re Giosia (l'ultimo re fedele), noto per la sua riforma religiosa, e si estese fino al regno di Sedechia, che fu l'ultimo re di Giuda prima della caduta di Gerusalemme nel 586 a.C.
    • L’epoca è caratterizzata da:
      • Declino dell’Impero Assiro e ascesa di Babilonia.
      • Minaccia babilonese e progressiva perdita dell’indipendenza di Giuda.
      • Distruzione del Tempio e deportazione del popolo a Babilonia.
  2. Crisi religiosa e morale:

    • Giuda era spiritualmente decaduto, con un popolo che aveva abbandonato il culto del vero Dio per idolatrie, oppressione dei deboli, ingiustizie sociali e corruzione morale.
    • I profeti precedenti, come Isaia e Michea, avevano già avvertito Israele e Giuda, ma il popolo aveva continuato a peccare.

Geremia come profeta

  1. La sua chiamata:

    • Geremia fu chiamato da Dio come profeta in giovane età (Geremia 1). Il suo compito era difficile: annunciare giudizio contro Giuda e invitare il popolo al pentimento. Fu spesso definito il "profeta delle lacrime" per la sua compassione e dolore verso il destino del popolo.
  2. Un ministero difficile:

    • Geremia affrontò opposizione da parte dei re, dei sacerdoti, dei falsi profeti e della popolazione.
    • Fu perseguitato, imprigionato e minacciato di morte per il suo messaggio impopolare.
    • Nonostante ciò, rimase fedele al suo mandato profetico, anche quando sentiva il peso della solitudine e del rifiuto.

Struttura del libro

Il libro di Geremia è composto da oracoli, narrazioni e messaggi che si sviluppano in modo non lineare. Si possono identificare alcune sezioni principali:

  1. Chiamata e missione (Geremia 1):

    • La chiamata di Geremia come profeta delle nazioni.
  2. Oracoli contro Giuda (Geremia 2-25):

    • Denunce contro il peccato del popolo: idolatria, ingiustizia sociale, falsa sicurezza religiosa.
    • Annuncio del giudizio imminente: la conquista di Babilonia come strumento di Dio.
  3. Conflitti e persecuzioni (Geremia 26-45):

    • Narrazioni personali e storiche: la resistenza a Geremia, le sue persecuzioni e la caduta di Gerusalemme.
    • Messaggi di speranza e promessa di restaurazione: Dio promette un nuovo patto e la futura redenzione del Suo popolo.
  4. Oracoli contro le nazioni (Geremia 46-51):

    • Giudizi contro i popoli vicini, inclusi Babilonia, Egitto e altri.
  5. Appendice storica (Geremia 52):

    • Resoconto della caduta di Gerusalemme e della deportazione a Babilonia, simile a 2 Re 24-25.

Temi principali

  1. La giustizia e la santità di Dio:

    • Dio è giusto e non può tollerare il peccato. Il giudizio su Giuda e Gerusalemme è una conseguenza della loro infedeltà al patto.
  2. Il pentimento e il ritorno a Dio:

    • Geremia richiama continuamente il popolo a pentirsi e a tornare a Dio, sottolineando la misericordia divina per chi si ravvede.
  3. La speranza della restaurazione:

    • Nonostante il giudizio, Dio promette una nuova alleanza (Geremia 31:31-34) basata sul perdono e su un rapporto personale con il popolo.
  4. La fedeltà profetica:

    • Geremia è un esempio di obbedienza a Dio anche in mezzo a grandi difficoltà. La sua vita dimostra che seguire Dio può essere difficile, ma è essenziale.

Significato teologico

Il libro di Geremia evidenzia il conflitto tra il peccato umano e la fedeltà divina. Esso sottolinea il ruolo del profeta come voce di Dio e presenta una visione di speranza futura attraverso il concetto del "nuovo patto". È un libro che parla della sovranità di Dio nella storia e della Sua volontà di redimere un popolo fedele anche in mezzo al giudizio.

Col. 3:1 Una ricerca continua

Lettera ai Colossesi 3:1 NR06
[1] Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio.

sabato, dicembre 28, 2024

2 Tm 2:15 Il modo di presentarsi dinanzi a Dio

Seconda lettera a Timoteo 2:15 NR06
[15] Sfòrzati di presentare te stesso davanti a Dio come 
un uomo approvato, 
un operaio che non abbia di che vergognarsi, 
che tagli rettamente la parola della verità.


venerdì, dicembre 27, 2024

At. 6:1 Una comunità cristiana lungi dall'essere perfetta

In Atti 6:1, si descrivono dissidi interni nella prima comunità cristiana di Gerusalemme, dove le vedove di lingua greca lamentano di essere trascurate nella distribuzione quotidiana rispetto a quelle di lingua ebraica. Questo conflitto potenziale minaccia l'unità della comunità. Gli Apostoli, riconoscendo l'importanza della carità e della giustizia, decidono di nominare sette uomini di buona reputazione per gestire questa questione, permettendo loro di dedicarsi alla preghiera e all'annuncio della Parola.

At. 6:1-4 Trascurare la preghiera e la Parola

Atti degli Apostoli 6:1-4 NR06
[1] In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli Ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell’assistenza quotidiana. [2] I dodici, convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio per servire alle mense. 
[3] Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 
[4] Quanto a noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola».

Gli apostoli giudicarono non conveniente lasciare la preghiera ed il ministero della Parola per l'assistenza quotidiana a persone bisognose. Figuriamoci cosa penserebbero oggi del fatto che trascuriamo sia l'uno che l'altro per scrollare video sugli smartphone.

giovedì, dicembre 26, 2024

Mt. 2:10-11 Venuti da molto lontano per onorare il Signore

Vangelo secondo Matteo 2:10-11 NR06
[10] Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. [11] Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.

mercoledì, dicembre 25, 2024

Alcune profezie riguardanti Gesù

Verrà 

Michea 5:1 NR06
[1] «Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni.

Isaia 7:14 NR06
[14] Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.

Zaccaria 2:10 NR06
[10] Manda grida di gioia, rallègrati, figlia di Sion! perché, ecco, io sto per venire e abiterò in mezzo a te», dice il Signore.

Morirà

Zaccaria 11:12-13 NR06
[12] Io dissi loro: «Se vi sembra giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare». Ed essi mi pesarono il mio salario: trenta sicli d’argento. [13] Il Signore mi disse: «Gettalo per il vasaio, questo magnifico prezzo con cui mi hanno valutato!» Io presi i trenta sicli d’argento e li gettai nella casa del Signore per il vasaio.

Isaia 50:6 NR06
[6] Io ho presentato il mio dorso a chi mi percuoteva, e le mie guance a chi mi strappava la barba; io non ho nascosto il mio vòlto agli insulti e agli sputi.

Salmi 22:16-18 NR06
[16] Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m’ha attorniato; m’hanno forato le mani e i piedi. [17] Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e mi osservano: [18] spartiscono fra loro le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica.

Resusciterà 
Isaia 53:9 NR06
[9] Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c’era stato inganno nella sua bocca.

Salmi 16:10 NR06
[10] poiché tu non abbandonerai l’anima mia in potere della morte, né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione.

Salmi 110:1 NR06
[1] Salmo di Davide. Il Signore ha detto al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi».

Tornerà 

Vangelo secondo Giovanni 14:1-4 NR06
[1] «Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me! [2] Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? [3] Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; [4] e del luogo dove io vado, sapete anche la via».

Vangelo secondo Matteo 16:27 NR06
[27] Perché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l’opera sua.

Vangelo secondo Matteo 24:29-31 NR06
[29] Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. [30] Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. [31] E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli.

Gal. 4:4-6 La pienezza del tempo

Lettera ai Galati 4:4-6 NR06
[4] ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, 
[5] per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione. 
[6] E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre».

martedì, dicembre 24, 2024

Salmo 146 Tanti motivi per lodare il Signore

Salmi 146:1-10 NR06
[1] Alleluia. Anima mia, loda il Signore. 

[2] Io loderò il Signore finché vivrò, salmeggerò al mio Dio finché esisterò. [3] Non confidate nei prìncipi, né in alcun figlio d’uomo, che non può salvare. [4] Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti. 

[5] Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe e la cui speranza è nel Signore, suo Dio, 
[6] che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi; che mantiene la fedeltà in eterno, 
[7] che rende giustizia agli oppressi, che dà il cibo agli affamati. Il Signore libera i prigionieri, 
[8] il Signore apre gli occhi ai ciechi, il Signore rialza gli oppressi, il Signore ama i giusti, 
[9] il Signore protegge i forestieri, sostenta l’orfano e la vedova, ma sconvolge la via degli empi. 
[10] Il Signore regna per sempre; il tuo Dio, o Sion, regna per ogni età. Alleluia.

Lc 2:13-14

Vangelo secondo Luca 2:13-14 NR06
[13] E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: [14] «Gloria a Dio nei luoghi altissimi e pace in terra agli uomini che egli gradisce!

lunedì, dicembre 23, 2024

Lc 2:9-11 Un naturale timore

Vangelo secondo Luca 2:9-11 NR06
[9] E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. [10] L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: [11] “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore. 

Il naturale timore che nutriamo nei confronti della gloria del Signore lasci spazio alla gioia che questa buona notizia porta con sé: è nato per noi un Salvatore!

domenica, dicembre 22, 2024

La speranza del Natale nella storia di Giuseppe (da bibleinsight.ie)

La storia di Giuseppe in Matteo 1:18-25 ci mostra come il Natale porti speranza, anche nel mezzo della fragilità della vita. Giuseppe aveva progetti per una vita normale e felice: sposare Maria, creare una famiglia e costruire un futuro insieme. Ma tutto cambiò quando scoprì che Maria era incinta. I suoi sogni sembravano infranti e si trovò costretto ad affrontare una realtà dolorosa.

ROTTURA IN UN MONDO ROTTO 
Come Giuseppe, viviamo in un mondo pieno di rottura: relazioni interrotte, sogni infranti e lotte inaspettate. All’inizio Giuseppe era indeciso su cosa fare. Voleva fare ciò che era giusto secondo la legge, ma teneva anche a Maria e non voleva metterla in imbarazzo. Il suo piano era quello di lasciarla silenziosamente e andare avanti, ma anche questo non poteva risolvere il dolore della sua situazione.

IL BISOGNO DI QUALCOSA DI PIÙ GRANDE 
La lotta di Giuseppe riflette qualcosa che tutti dobbiamo affrontare: i limiti delle soluzioni umane. Non importa quanto ci sforziamo, i nostri sforzi spesso falliscono in un mondo segnato dal peccato e dalla fragilità. La storia di Giuseppe mostra il nostro bisogno di un Salvatore, qualcuno che possa intervenire e portare speranza e guarigione in modi che noi non possiamo fare.

SPERANZA ATTRAVERSO IL PIANO DI DIO 
Tutto cambiò per Giuseppe quando Dio gli parlò tramite un angelo in sogno. L'angelo rivelò che il figlio di Maria era stato concepito dallo Spirito Santo e sarebbe stato il Salvatore del mondo, adempiendo la promessa di Dio di molto tempo fa. Questa era più che una semplice notizia su un bambino; era un messaggio di speranza. Dio stava entrando nella frattura del mondo attraverso Gesù.

IL NATALE È SPERANZA 
Le circostanze intorno a Giuseppe non cambiarono magicamente, Maria era ancora incinta e c'erano ancora delle sfide da affrontare. Ma qualcosa è cambiato in Giuseppe. Ha scelto di confidare nel piano di Dio e di abbracciare il suo ruolo in esso. Questo è il significato del Natale: trovare speranza nella promessa di Dio di guarire e restaurare, anche quando la vita sembra disordinata e incerta.

UNA NUOVA PROSPETTIVA 
La storia di Giuseppe ci incoraggia a vedere la nostra fragilità in modo diverso. La vita non va sempre come ci aspettiamo, ma il Natale ci ricorda che Dio è con noi e opera in mezzo a tutto questo. La fede e il coraggio di Giuseppe nel seguire il piano di Dio ci mostrano che la speranza non dipende da circostanze perfette, ma deriva dalla fiducia nell'amore e nel proposito di Dio.

UN SALVATORE PER UN MONDO SPEZZATO 
Attraverso la nascita di Gesù, vediamo che Dio non ci ha lasciato semplicemente affrontare la nostra fragilità da soli. Ha mandato un Salvatore per portare guarigione, pace e redenzione. Il viaggio di Giuseppe ci insegna che quando confidiamo in Dio, anche nei momenti più difficili, possiamo sperimentare il potere trasformativo della speranza. Questo Natale, possiamo noi trovare forza e sicurezza nella verità che Dio è con noi, portando il Suo amore e la Sua redenzione in ogni parte della nostra vita.


sabato, dicembre 21, 2024

Proverbi 3:5-6 Liberarsi da ogni pensiero personale

Proverbi 3:5-6 NR06
[5] Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. 
[6] Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri.

venerdì, dicembre 20, 2024

La speranza del Natale nella storia di Maria (da bibleinsight.ie)

La storia di Maria in Luca 1:26-38 ci mostra come il Natale porta speranza attraverso la fede e l'abbandono. Maria era una giovane donna con sogni semplici: vivere una vita tranquilla, sposare Giuseppe e fondare una famiglia. Ma tutto cambiò quando apparve un angelo con un annuncio incredibile: avrebbe dato alla luce il Figlio di Dio. All'improvviso, la sua vita venne sconvolta e il futuro che immaginava divenne incerto.

QUANDO LA VITA PRENDE UNA SVOLTA INASPETTATA 
La storia di Maria ci ricorda che la vita non sempre va come previsto. Il messaggio dell'angelo era allo stesso tempo sorprendente e travolgente. Maria affrontò la realtà di ciò che questo significava per lei: domande sulla sua reputazione, le reazioni della sua comunità e l’incertezza di ciò che le aspettava. Eppure, in mezzo a tutto questo, non lasciò che la paura o il dubbio definissero la sua risposta.

FEDE NEL PROGETTO DI DIO
La prima domanda di Maria: "Come avverrà questo, visto che sono vergine?" (Lc 1,34), riflette la sua umanità. Non capiva come avrebbe funzionato il piano di Dio, ma scelse di fidarsi di Lui. La risposta dell'angelo la indicò alla potenza di Dio: "Poiché nulla è impossibile a Dio. (Luca 1:37). La risposta di Maria: "Io sono la serva del Signore. Si compia la tua parola su di me» (Lc 1:38), ci mostra cosa significa avere fede anche quando non riusciamo a vedere il quadro completo.

SPERANZA ATTRAVERSO LA RESA 
La storia di Maria ci insegna che la speranza nasce quando abbandoniamo i nostri progetti al proposito di Dio. Non conosceva tutti i dettagli di ciò che il suo viaggio avrebbe comportato, ma aveva fiducia che il piano di Dio fosse buono. Dicendo “sì” a Dio, è diventata parte della più grande storia mai raccontata: la venuta del Salvatore nel mondo.


LA GIOIA DELLA PROMESSA DI DIO 
Anche nell’incertezza, Maria trovò la gioia. Nel suo canto di lode, noto come Magnificat (Lc 1:46-55), celebrò la fedeltà di Dio e le sue promesse. Le sue parole riflettono la speranza che il Natale porta: un Dio che mantiene le Sue promesse, solleva gli umili e porta la salvezza al Suo popolo. La gioia di Maria non era basata sulle sue circostanze ma sul carattere immutabile di Dio. 


UN SALVATORE PER TUTTE LE PERSONE 
Attraverso la disponibilità di Maria alla fiducia e all'obbedienza, Dio ha messo al mondo Suo Figlio. La nascita di Gesù è il promemoria definitivo che Dio interviene nella nostra fragilità per portare speranza, guarigione e salvezza. Il viaggio di Maria ci indirizza al cuore del Natale: un Salvatore che viene a salvare e redimere.

TROVARE LA SPERANZA NELLA RESA 
La storia di Maria ci sfida a confidare in Dio nonostante le incertezze. La vita spesso prende svolte inaspettate e non sempre capiamo cosa sta facendo Dio. Ma il Natale ci ricorda che possiamo avere speranza perché i piani di Dio sono sempre buoni, anche quando non possiamo vederne il risultato.

Come Maria, siamo invitati a dire "sì" a Dio. Quando consegniamo a Lui le nostre paure e i nostri dubbi, apriamo i nostri cuori alla speranza e alla gioia che solo Lui può dare. Questo Natale, lascia che la storia di Maria ci ispiri a confidare nello scopo di Dio e a celebrare l'incredibile dono di Gesù, il Salvatore che porta la luce nella nostra oscurità.









giovedì, dicembre 19, 2024

Ordine e disordine

Se una scrivania in disordine è segno di una mente disordinata, una scrivania vuota cosa indicherà mai?
(Albert Einstein)

mercoledì, dicembre 18, 2024

"Scegli il tuo miracolo"

 If you ever thought believing in the virgin birth of Christ was nuts, can I just point one thing out to you? So in the words of Glen Scrivener "Christians believe in the virgin birth of Christ. Atheists believe in the virgin birth of the universe. Choose your miracle." Guys, the question is not wether you're going to believe in a virgin birth. The question is: which virgin birth are you going to believe in? Are you going to believe that nobody made everything from nothing for no reason? Or, what if you believe what is obviously created has a creator and he came to have a relationship with you because he loves you?

Se hai mai pensato che credere nella nascita verginale di Cristo fosse una follia, posso solo farti notare una cosa? Quindi, per usare le parole di Glen Scrivener, "I cristiani credono nella nascita verginale di Cristo. Gli atei credono nella nascita verginale dell'universo. Scegli il tuo miracolo". Ragazzi, la domanda non è se crederete o meno alla nascita verginale. La domanda è: in quale nascita verginale crederete? Crederete che nessuno abbia creato tutto dal nulla senza motivo? Oppure, cosa succederebbe se credeste che ciò che è ovviamente creato abbia un creatore e che lui sia venuto ad avere una relazione con voi perché vi ama?

(Josh Howerton)

martedì, dicembre 17, 2024

Mitezza

Vangelo secondo Matteo 5:5 NR06
[5] Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.

Vangelo secondo Matteo 11:29 NR06
[29] Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre;

Vangelo secondo Matteo 12:20 NR06
[20] Non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia.

Prima lettera di Pietro 2:23 NR06
[23] Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente;

Seconda lettera ai Corinzi 10:1 NR06
[1] Io, Paolo, vi esorto per la mansuetudine e la mitezza di Cristo; io, che quando sono presente tra di voi sono umile, ma quando sono assente sono ardito nei vostri confronti,

Vangelo secondo Luca 9:51-55 NR06
[51] Poi, mentre si avvicinava il tempo in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si mise risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme. [52] Mandò davanti a sé dei messaggeri, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per preparargli un alloggio. [53] Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme. [54] Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi?» [55] Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò.

Prima lettera di Pietro 3:15-16 NR06
[15] ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. [16] Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo una buona coscienza; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo.

Vangelo secondo Matteo 5:39 NR06
[39] Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra;

Quando però una delle guardie percosse lui sulla guancia, durante il processo davanti al Sinedrio, non è scritto che porse l’altra guancia, che con calma rispose: “Se ho parlato male, dimostrami dove è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 18,23). Questo significa che nel discorso della montagna, non tutto va preso meccanicamente alla lettera. Nel caso del porgere l’altra guancia, per esempio, l’importante non è il gesto di porgere l’altra guancia (che a volte può apparire perfino provocatorio), ma di non rispondere alla violenza con altra violenza, di vincere l’ira con la calma. IN questo senso, la sua risposta alla guardia è l’esempio di una mitezza divina. (https://www.diocesisulmona-valva.it/lectio-divina-del-vescovo-in-cattedrale-beati-i-miti-perche-erediteranno-la-terra/

Lettera ai Colossesi 3:12 NR06
[12] Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.

Michea 5:1 Esempio di umiltà

Michea 5:1 NR06
[1] «Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni.

lunedì, dicembre 16, 2024

Is. 7:14 Dio è con noi

Isaia 7:14 NR06
[14] Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele.

Questa è la grande verità. Emmanuele, ossia "Dio con noi". Il Dio che molti vanno cercando è disceso dai cieli, ha abitato per un tempo in mezzo a noi ed è salito nuovamente al  Padre dopo essere morto e risuscitato. Quel Dio è stato ed è ancora in mezzo a noi, nonostante in tutti i modi si cerchi di ignorare la sua presenza (vedi il Natale senza Cristo che ormai caratterizza i nostri tempi).

domenica, dicembre 15, 2024

Geremia 23:5 Il diritto e la giustizia

Geremia 23:5 NR06
[5] «Ecco, i giorni vengono», dice il Signore, «in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà, eserciterà il diritto e la giustizia nel paese.

giovedì, dicembre 12, 2024

Come era la vita di preghiera di Gesù? (da bibleinsight.ie)

La preghiera è qualcosa con cui ho sempre lottato. Molte volte sono così occupato che preferirei passare il tempo esplorando l'infinita successione di Reels su Instagram o guardando video su YouTube che non hanno alcuna rilevanza per la mia vita. Penso tra me e me che il Signore capisce che sono stanco e non gli dispiacerà, poiché è un Dio che perdona.

Non so se ti sei sentito così o hai fatto qualcosa del genere, ma questa è la mia sincera confessione. 
Allora, cosa possiamo fare per evitare che cose del genere si ripetano? Studiamo la vita di preghiera di Gesù. In altre parole, ci chiediamo: "Cosa farebbe Gesù?" o in questo caso: "Cosa ha fatto?" 
Marco 1:35 dice: "La mattina molto presto, mentre era ancora buio, Gesù si alzò, uscì di casa e si ritirò in un luogo solitario, dove pregava".

Non ho esaminato questo aspetto, ma penso che una delle ragioni addotte dalle persone per non dedicare (abbastanza) tempo alla preghiera sarebbe che sono "occupate". Alcuni potrebbero essere impegnati a fare ciò che ho menzionato sopra, mentre altri potrebbero essere sinceramente impegnati con il loro lavoro e i loro studi. 
Gesù aveva una vita di preghiera straordinaria. Ciò significa forse che non era affatto occupato? Scopriamolo.

Marco 1:21, 29, 32, 35 descrive la vita frenetica di Gesù: 
• Gesù era l'oratore della sinagoga di Cafarnao (21). 
• Subito dopo l'insegnamento era presente un uomo posseduto che Gesù esorcizzò (23-26). 
• Dopodiché, Gesù andò a casa della suocera di Simone, che era malata, e Gesù la guarì (29-31). 
• Come se ciò non bastasse, «tutta la città si radunava davanti alla porta» per guarigioni ed esorcismi (32-34).

Se fossi Gesù, mi prenderei un giorno libero, mi rilasserei e mi divertirei. Ma con Gesù non è così. Marco 1:35 dice: "La mattina molto presto, mentre era ancora buio, Gesù si alzò, uscì di casa e si ritirò in un luogo solitario, dove pregava". 
Nota come Marco usa due frasi per dimostrare la prima mattinata. La prima è "molto presto", la seconda è "mentre era ancora buio". Queste frasi mostrano che l'ora sarebbe all'incirca prima delle cinque del mattino.

Cosa possiamo imparare da questo? Impariamo che il momento in cui preghiamo è molto importante. C'è una cosa da notare: *non* è necessario pregare la mattina presto. Puoi scegliere l'orario che preferisci. Non è un peccato pregare in qualsiasi altro momento della giornata, eccetto la mattina. 
Detto questo, ti incoraggio vivamente a pregare al mattino o il più presto possibile nella giornata e ho le mie ragioni per farlo. Innanzitutto, riversare i tuoi fardelli davanti a Dio prima di affrontare il mondo è positivo. In secondo luogo, diciamo che se per qualche motivo ti è mancato pregare al mattino. Avresti ancora un'intera giornata per pregare. Detto questo, analizziamo il resto del versetto.

Probabilmente Gesù dormì a casa della suocera di Simone. Sappiamo dai versetti precedenti che insieme a Gesù c'erano Giacomo, Giovanni e la suocera di Simone. Quindi Gesù non era solo. 
Questo è anche uno dei motivi che sostengono la preghiera mattutina. Puoi esprimere al meglio il tuo cuore quando sei solo con Dio.

In conclusione, se vuoi una vita di preghiera buona e coerente come Gesù, prega al mattino (o in qualsiasi momento che vada bene per te) e sii solo quando lo fai. 
La preghiera è più che semplicemente parlare con Dio; È una comunione, una comunione con Dio. Probabilmente Gesù non se ne è mai accorto. Sapeva che la giornata davanti a sé sarebbe stata piena di lotte, sfide, distrazioni e difficoltà. Questa era una ragione in più per Gesù per comunicare con Dio Padre. 
Prego che questa breve esplorazione della vita di preghiera di Gesù ti incoraggi a pregare di più.

mercoledì, dicembre 11, 2024

Ecc 3:16 Giustizia umana

Ecclesiaste 3:16 NR06
[16] Ho anche visto sotto il sole che nel luogo stabilito per giudicare c’è empietà, e che nel luogo stabilito per la giustizia c’è empietà, 

Nonostante si debba avere rispetto per le istituzioni ed in particolare per chi amministra la giustizia umana (Lettera ai Romani 13:4-5 NR06 [4] perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male. [5] Perciò è necessario stare sottomessi, non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza.), la parola di Dio ci avvisa anche del fatto che non è possibile avere fiducia cieca nella giustizia umana.

1 Gv 3:16 Non sapevamo cosa fosse l'amore

Prima lettera di Giovanni 3:16 NR06
[16] Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.

martedì, dicembre 10, 2024

Gv 13:34 Il nuovo comandamento

Vangelo secondo Giovanni 13:34 NR06
[34] Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.

Ecco la novità che va a completare tutta la legge che Dio aveva data agli uomini a causa della durezza dei loro cuori: Amatevi gli uni gli altri.

lunedì, dicembre 09, 2024

Mt. 22:37 Con tutto te stesso

Vangelo secondo Matteo 22:37 NR06
[37] Gesù gli disse: «“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”.

In poche parole: ama Dio con tutto te stesso.

domenica, dicembre 08, 2024

1 Cor. 6:19 Il nostro corpo non ci appartiene

Prima lettera ai Corinzi 6:19 NR06
[19] Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi.

Altro che "L'utero è mio e lo gestisco io"...

Non un semplice portavoce

Vangelo secondo Giovanni 3:34-35 NR06
[34] Perché colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio; Dio infatti non dà lo Spirito con misura. [35] Il Padre ama il Figlio e gli ha dato ogni cosa in mano.



1. **Giovanni 1:1, 14**: "Nel principio era il Verbo, il Verbo era con Dio, e il Verbo era Dio... E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi."

2. **Giovanni 10:30**: "Io e il Padre siamo uno."

3. **Giovanni 20:28**: "Tommaso gli rispose: 'Mio Signore e mio Dio!'"

4. **Colossesi 2:9**: "Poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità."

5. **Ebrei 1:8**: "Ma riguardo al Figlio dice: 'Il tuo trono, o Dio, dura nei secoli dei secoli...'"

6. **Tito 2:13**: "Aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù."

sabato, dicembre 07, 2024

Gioire per lo Spirito Santo

Il fatto che Paolo abbia potuto gioire in una cella di prigione ci dice che la gioia non è un sentimento. Perché i sentimenti sono influenzati dall'ambiente; vanno e vengono. Ma la gioia scaturisce dallo Spirito Santo, indipendentemente dall’ambiente.
(Da bibleinsights.in)

Atti degli Apostoli 16:25 NR06
[25] Verso la mezzanotte Paolo e Sila, pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano.

Ed ecco l'azione  dello Spirito Santo fi cui Paolo, prigioniero, era ripieno:

Atti degli Apostoli 16:26-34 NR06
[26] A un tratto vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si spezzarono. [27] Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. [28] Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui». 

Notiamo che Paolo, di fronte al suo carceriere che sta per uccidersi, non pensa "Peggio per lui!" o "Chi la fa l'aspetti".

[29] Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; [30] poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?» [31] Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia». [32] Poi annunciarono la Parola del Signore a lui e a tutti quelli che erano in casa sua. [33] Ed egli li prese con sé in quella stessa ora della notte, lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi. [34] Poi li fece salire in casa sua, apparecchiò loro la tavola, e si rallegrava con tutta la sua famiglia, perché aveva creduto in Dio.

venerdì, dicembre 06, 2024

Dio ci dà più di quanto riusciamo ad affrontare? (da bibleinsights.in)

Dio ti dà più di quanto tu puoi sopportare?
Tutti affrontiamo momenti difficili nella nostra vita. A volte queste lotte sono così intense che sentiamo di non poterle gestire. In questi momenti, le persone ben intenzionate potrebbero dire: "Ricorda, Dio ci ha promesso che non ci darà mai più di quanto possiamo gestire". Vogliono incoraggiarci, ma penso che in realtà questo possa fare più male che bene. Se ci crediamo e continuiamo a non riuscire a gestire la lotta, potremmo sentirci dei falliti, il che ci porterà a sensi di colpa e ulteriore stress. Inoltre, dovremmo chiederci se questa affermazione è vera e se si trova nelle Scritture.

Molte persone pensano che questo detto derivi da 1 Corinzi 10:13: "Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre capacità". Ma se guardiamo questo versetto nel suo contesto (cosa che faremo presto), vedremo che questa interpretazione non è corretta. Innanzitutto, vediamo se l'affermazione "Dio non ci darà più di quanto possiamo gestire" è effettivamente vera.

Consideriamo l’apostolo Paolo, che scrisse 1 Corinzi. Ha affrontato molte difficoltà come missionario in aree ostili. Paolo parlò apertamente delle sue sofferenze per Cristo. In 2 Corinzi 6, usa parole forti come afflizioni, difficoltà, percosse, prigionia, duro lavoro, notti insonni e fame per descrivere le sue lotte (vedere 2 Corinzi 6:4-10). Era più di quanto potesse sopportare? Paolo dice nella stessa lettera: "Seconda lettera ai Corinzi 1:8-9 NR06
[8] Fratelli, non vogliamo che ignoriate, riguardo all’afflizione che ci colse in Asia, che siamo stati grandemente oppressi, oltre le nostre forze, tanto da farci disperare perfino della vita. [9] Anzi, avevamo già noi stessi pronunciato la nostra sentenza di morte, affinché non mettessimo la nostra fiducia in noi stessi, ma in Dio, che risuscita i morti. 

Sembra proprio che Dio abbia dato a Paolo più di quanto potesse sopportare. La sua forza personale era prosciugata e cadde nella disperazione, sentendosi come se volesse morire. Ma perché Dio dovrebbe farlo? Se continuiamo a leggere il versetto 9, dice: "Ma questo è stato per farci confidare non in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti" (2 Corinzi 1:9). Quindi, Dio permise che Paolo fosse "oppresso oltre le sue forze" per insegnargli a fare affidamento sulla forza di Dio invece che sulla propria, lo stesso potere che Dio usò per risuscitare Gesù dai morti (Efesini 1:19-20).

Pertanto, l’idea popolare secondo cui “Dio non ci darà mai più di quanto possiamo gestire” è in realtà falsa. Dio ci darà più di quanto possiamo gestire per portarci alla fine di noi stessi così che comprendiamo che la nostra vita, il nostro respiro e il nostro potere di sostegno provengono solo da Lui. Gesù ha detto: “Senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5).

Contesto di 1 Corinzi 10:13 

Ora, diamo un’occhiata a 1 Corinzi 10:13. Come abbiamo discusso in precedenza, comprendere il contesto di un versetto è fondamentale per coglierne il significato. Allora, qual è il contesto qui? Paolo mette in guardia i cristiani di Corinto dai pericoli derivanti dall’essere arroganti e dall’eccessiva fiducia nella propria capacità di resistere alla tentazione. Prima di diventare cristiani, molti corinzi adoravano gli idoli e prendevano parte a feste eccessive e ad attività immorali che erano comuni nella scena sociale di Corinto. Anche se non adoravano più gli idoli, volevano comunque far parte della vita sociale della città e iniziarono a razionalizzare la loro partecipazione, pensando che finché avessero avuto la giusta prospettiva sugli idoli, avrebbero potuto evitare di cadere nella tentazione. Paolo lo considerava pericoloso, come giocare con il fuoco, e ne parlò in 1 Corinzi 8-10, mettendoli in guardia riguardo alla loro "libertà in Cristo".

Paolo sottolinea che, sebbene i cristiani abbiano la libertà in Cristo, devono stare attenti a non usarla in modi che potrebbero portare altri al peccato. Ha sottolineato l'importanza di considerare i "fratelli più deboli" che potrebbero non essere abbastanza forti per resistere alla tentazione se vedessero gli altri esercitare le loro libertà. Paolo usò la propria vita come esempio, spiegando che sebbene avesse il diritto di ricevere sostegno finanziario come apostolo, scelse di lavorare come fabbricante di tende per evitare qualsiasi malinteso o critica sulle sue motivazioni, rimuovendo così ogni potenziale ostacolo al Vangelo.

L'esempio di Paolo mostra il principio dell'autolimitazione per il bene degli altri. Era disposto a rinunciare ai propri diritti e alle proprie libertà per conquistare più persone a Cristo, proprio come i missionari che si adattano alle restrizioni culturali per connettersi con il loro pubblico. Al contrario, i Corinzi erano fiduciosi nella loro maturità e spingevano la loro libertà agli estremi, rischiando un ritorno alle loro vecchie abitudini. Paolo usò gli esempi dell'Antico Testamento per mostrare come Israele cadesse spesso in tentazione, e avvertì i Corinzi del pericolo dell'eccessiva fiducia, consigliando loro di "guardare affinché non cadano" (1 Corinzi 10:12).


Significato di 1 Corinzi 10:13

Dopo aver avvertito i Corinzi di non essere troppo sicuri di sé, Paolo passa a offrire incoraggiamento e intuizione su come affrontare la tentazione. Comincia riconoscendo che tutti affrontano la tentazione; è un'esperienza umana comune. Nessuno dovrebbe pensare che la propria tentazione sia unica o senza precedenti. Potremmo avere circostanze diverse, ma le tentazioni più basilari rimangono le stesse. Ciò dimostra che la tentazione è universale.

Paolo chiarisce che essere tentati non è sbagliato: ciò che conta è come si risponde. Rassicura i Corinzi che non devono cedere alla tentazione perché Dio è fedele e offrirà sempre una via d'uscita. Nello specifico, Paolo dice: "Dio è fedele e non lascerà che siate tentati oltre le vostre possibilità, ma vi darà anche la via d'uscita insieme alla tentazione, affinché la possiate sopportare" (1 Corinzi 10:13). Ciò significa che Dio non permetterebbe loro di affrontare più di quanto possano sopportare quando si tratta di tentazione. Immagina Dio consapevole delle loro difficoltà e che offre una mano per sfuggire alla tentazione (vedere anche Ebrei 4:15).

Quindi, nessuno può dire di non avere altra scelta che peccare perché la tentazione era troppo forte. Paolo assicura che Dio fornirà sempre una via d'uscita, rendendo possibile sopportare e vincere ogni tentazione. Questa promessa ci incoraggia a confidare nella fedeltà di Dio e a fare affidamento sul Suo aiuto nei momenti di tentazione.

Applicazione di 1 Corinzi 10:13 

L'applicazione di 1 Corinzi 10:13 può guidarci e incoraggiarci nella nostra vita quotidiana. 

Innanzitutto, è importante capire che tutti affrontano la tentazione. Sapere che si tratta di un’esperienza comune può farci sentire meno soli e più connessi agli altri. 

In secondo luogo, possiamo confidare nella promessa di Dio che non ci lascerà tentare oltre ciò che possiamo sopportare. Questa certezza può rafforzarci per resistere alla tentazione, sapendo che Dio fornisce la forza e i mezzi per superarla.

Terzo, dovremmo sempre cercare le vie di fuga che Dio fornisce nei momenti di tentazione. Ciò potrebbe significare allontanarsi da una situazione allettante, cercare il sostegno dei compagni di fede o rivolgersi alla preghiera e alle Scritture per avere guida. 

In quarto luogo, è anche fondamentale evitare di essere eccessivamente sicuri della nostra capacità di resistere alla tentazione. Dobbiamo riconoscere le nostre vulnerabilità e adottare misure pratiche per prevenirle, come stabilire dei limiti e ricercare la responsabilità.

Quinto, dobbiamo considerare il modo in cui le nostre azioni potrebbero influenzare gli altri, specialmente coloro che potrebbero essere più deboli nella loro fede. A volte, questo significa limitare le nostre libertà per evitare di far inciampare gli altri, mostrando amore e cura per la nostra comunità. 

Seguendo l'esempio di Paolo, possiamo rinunciare volontariamente a certi diritti o libertà per il bene del Vangelo e per il bene degli altri, facendo sacrifici personali per evitare incomprensioni o critiche e rafforzando la nostra testimonianza di Cristo.

Infine, possiamo trovare speranza e incoraggiamento nel sapere che Dio comprende le difficoltà e ci aiuta attivamente a superarle. Questo promemoria può darci forza e conforto, sapendo che non siamo mai soli nelle nostre battaglie contro la tentazione.



Gv 4:16 Conoscere l'amore, restare nell'amore

Prima lettera di Giovanni 4:16 NR06
[16] Noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. 
Dio è amore; e chi rimane nell’amore rimane in Dio 
e Dio rimane in lui.

giovedì, dicembre 05, 2024

Gv. 11:25-27 Credere

Vangelo secondo Giovanni 11:25-27 NR06
[25] Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, 
[26] e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» 
[27] Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo».

La domanda che Gesù rivolge a Marta, in realtà è la domanda che egli rivolge a ciascuno di noi. E chiunque si professa credente cristiano dovrebbe rispondere come ha risposto Marta.

mercoledì, dicembre 04, 2024

Gv. 6:35 Il bene primario

Vangelo secondo Giovanni 6:35 NR06
[35] Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.

martedì, dicembre 03, 2024

Dedizione

Primo libro dei Re 8:61 NR06
[61] Il vostro cuore sia dunque dedito interamente al Signore, al nostro Dio, per seguire le sue leggi e osservare i suoi comandamenti, come fate oggi!»

Mt. 6:19-21 Accumulare tesori in cielo

Vangelo secondo Matteo 6:19-21 NR06
[19] «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; [20] ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. [21] Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.

Forse devo riconsiderare ciò a cui sto attribuendo valore in questo momento. Il mio tesoro è il lavoro o Cristo?

lunedì, dicembre 02, 2024

Eb. 12:1-2 Fissare lo sguardo su Gesù

Quando si guida su una strada di notte, per non rischiare di venire accecati da i fari delle auto provenienti dal senso opposto, è di fondamentale importanza distogliere lo sguardo dagli stessi fari, che in quel momento rappresentano un rischio anche mortale, e fissare lo sguardo sul ciclo destro della strada, per poterci mantenere così all'interno della carreggiata...

Lettera agli Ebrei 12:1-3 NR06
[1] Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, [2] fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. [3] Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d’animo.

1 Cor. 15:57:58 Un lavoro non vano

Prima lettera ai Corinzi 15:57-58 NR06
[57] ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. 
[58] Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

Esortazione  innanzitutto a ringraziare Dio per la vittoria sul peccato e sulla morte, di cui si parla nei versetti 56 e 57. Dopo aver riflettuto su questa realtà ed aver ringraziato Dio per questo, l'invito è ad essere saldi, incrollabili e sempre abbondanti nell'opera del Signore. L'opera del Signore si riferisce al lavoro e al servizio per la comunità di fede, alla diffusione del Vangelo e al vivere secondo i principi cristiani, con la consapevolezza che il nostro lavoro non è vano nel Signore.

domenica, dicembre 01, 2024

Gv. 1:1-5 Credere in Cristo, accendere la luce

Vangelo secondo Giovanni 1:1-5 NR06
[1] Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. [2] Essa era nel principio con Dio. [3] Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. [4] In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. [5] La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta.

Sal. 139:9-10 Ovunque

Salmi 139:9-10 NR06 [9] Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, [10] anche là mi condurrà la tua mano e mi affe...