mercoledì, febbraio 17, 2010
I Forum di Evangelici.net - Piccola meditazione sul Padre Nostro
Padre Nostro: ci rimanda alla qualita' del raporto che Dio ha voluto con noi (Lui chiede di essere chiamato in questo modo), un rapporto padre-figlio, un rapporto pero' che non deve essere vissuto in un contesto verticale esclusivo: e' 'mio', perche' 'nostro' quindi vissuto nel contesto di un patto verticale, ma che ci impegna reciprocamente non solo verso di lui, perche' se e' 'nostro', siamo allora impegnati assieme in un legame della stessa natura e della stessa forza, e della stessa qualita' che abbiamo con Lui. Gesu' ci chiede di rivolgerci al Padre con la consapevolezze, di quale sia il suo sentimento, e il suo desiderio verso di noi.
Che sei nei cieli: ci ricorda la qualita' stessa dell'essere di Dio, e quale deve essere la qualita' della nostra fede, nel rivolgersi a Lui. Dio non appartiene all'ordine della creazione, Lui e' al di la di questo ordine, non e' limitato, finito. Le sue risorse, le sue possibilita', le sue opportunita' sono infinite. Gesu' ci chiede di rivolgerci al Padre, con la consapevolezza di chi Lui sia, e di quale siano le sua possibilita' delle sua trascendenza e onnipotenza.
Sia santificato il tuo None: ci ricorda la qualita' del carattere di Dio. Dio ha dei valori, ha un carattere che e' espressione di questi valori, che parlano di giustizia, amore, fedelta'. Lui e' santo, ma e' necessario invece che il suo Nome nella nostra vita sia santificato, mediante l'esercizio della sua volonta', facendo nostri i suoi valori, e ricercando i suoi pensieri e le sue espressioni.
Gesu' ci ricorda che Dio ha un carattere, e che desidera che questo carattere sia riflesso in noi.
Venga il tuo Regno: Ci ricorda la qualita' della nostra chiamata. Invitati a cercare il suo Regno; invitati a desiderare che questo venga; Invitati a impegnarci perche' questo si realizzi. Gesu' ci ricorda che come figli di Dio, la nostra vita ha uno scopo su questa terra.
Sia fatta la Tua volonta' in terra come in cielo: ci ricorda la qualita' della Signoria di Dio, che e' piena e totale. Lui ha sotto controllo i tempi, i modi, e i luoghi. Se pure in questo luogo si combatte una guerra, il cielo non ne e' scosso, i suoi propositi non sono in bilico tra il successo e il fallimento. Il 'cielo' e' inteso essere il luogo in cui si governa, e in questo luogo la Signoria di Dio, e' totale, piena, indiscutibile. Gesu' ci ricorda che la nostra speranza e' incrollabile, e che questo ci deve fortificare nella fiducia che cio' che ci viene richiesto da Lui non produrra' mai un fallimento.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano: Ci ricorda quale sia la qualita' della nostra vita, dobbiamo chiedere a Dio. Questo e' un comandamento. Non ci viene detto potete chiedere a Dio se avete bisogno, ma dobbiamo. Perche' solo quello che viene da Dio rende felice la nostra vita, solo lui da un pane che nutre veramente. Gesu' ci ricorda che dobbiamo imparare a chiedere solo a Dio per cio' che riguarda la nostra vita.
Padre, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori: ci ricorda la qualita' del patto che Dio ha stabilito con noi. Noi siamo perche' lui ci ha perdonato, ha cancellato il debito che noi avevamo con Lui, questa condizione di perdono si protrae ogni giorno della nostra esistenza a motivo di cio' che siamo, e ogni giorno il suo perdono si rinnova, per cui e' importante che il nostro cuore mantenga viva questa percezione. Anche in questo caso la richiesta e' messa nella nostra bocca, ed esprime quindi il desiderio da parte Dio che noi impariamo a chiedere perdono quitidianamente, che altro non e' che la richiesta di una buona coscienza davanti a Dio, ed e' la sorgente a cui sia alimenta il ravvedimento. Allo stesso tempo ci trasmette, la sacralita' dell'atto di perdonare. Chi perdona, salva una vita, apre la porta alla guarigione nell'esistenza altrui, e apre la porta alla gioia per la propria, perche' non c'e' gesto piu' grande. Dio stesso ha manifestato la sua grandezza proprio nell'atto di perdonare. Gesu' ci ricorda che siamo persone a cui tanto e' stato donato, e che nel fare altrattanto troveremo la vera ricchezza, nel trattenere la poverta'.
Non esporci alle tentazioni e liberaci dal male: ci ricorda la qualita' dell'umanita', la nostra necessita' di Dio alle esigenze della fragilita' della nostra vita. Anche in questo caso la richiesta viene messa nella nostra bocca, perche' dobbiamo imparare a essere sobri come necessita', imparare a confidare nelle risorse di Dio, piu' che nella nostra forza naturale. Dio conosce i nostri limiti, lasciamo a Lui la possibilita' di tracciare i confini del nostro vivere, affinche' non ci troviamo, spinti dalla nostra presunzione, oltre le nostre possibilita', ma anche in quel caso 'liberaci dal male', proteggici SIgnore. Gesu' ci ricorda che la nostra forza e' limitata, e che facilmente possiamo cadere, se il nostro cuore ei nostri pensieri non rimangono profondamente ancorati a Dio."
martedì, febbraio 16, 2010
La Sacra Bibbia - Lettura del giorno 16/2
Liberazione e ritorno d'Israele
(Is 41:17-20; 40:1-10)(Mt 11:2-5; Lu 4:16-22)(Is 51:9-11; Gr 31:7-14)
1 Il deserto e la terra arida si rallegreranno,
la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa;
2 si coprirà di fiori,
festeggerà con gioia e canti d'esultanza;
le sarà data la gloria del Libano,
la magnificenza del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del SIGNORE,
la magnificenza del nostro Dio.
3 Fortificate le mani infiacchite,
rafforzate le ginocchia vacillanti!
4 Dite a quelli che hanno il cuore smarrito:
«Siate forti, non temete!
Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta,
la retribuzione di Dio;
verrà egli stesso a salvarvi».
5 Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e saranno sturati gli orecchi dei sordi;
6 allora lo zoppo salterà come un cervo
e la lingua del muto canterà di gioia;
perché delle acque sgorgheranno nel deserto
e dei torrenti nei luoghi solitari;
7 il terreno riarso diventerà un lago,
e il suolo assetato si muterà in sorgenti d'acqua;
nel luogo dove dimorano gli sciacalli
vi sarà erba, canne e giunchi.
8 Là sarà una strada maestra, una via
che sarà chiamata la Via Santa;
(nessun impuro vi passerà) essa sarà per quelli soltanto;
quelli che la seguiranno, anche gli insensati, non potranno smarrirvisi.
9 In quella via non ci saranno leoni;
nessuna bestia feroce vi metterà piede
o vi apparirà;
ma vi cammineranno i redenti.
10 I riscattati dal SIGNORE torneranno,
verranno a Sion con canti di gioia;
una gioia eterna coronerà il loro capo;
otterranno gioia e letizia;
il dolore e il gemito scompariranno."
domenica, febbraio 14, 2010
Tempo di Riforma
12 'Questo, infatti, è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e specialmente verso di voi, con la semplicità e la sincerità di Dio, non con sapienza carnale ma con la grazia di Dio. 13 Poiché non vi scriviamo altro se non quello che potete leggere e comprendere; e spero che sino alla fine capirete, 14 come in parte avete già capito, che noi siamo il vostro vanto, come anche voi sarete il nostro nel giorno del nostro Signore Gesù' (2 Corinzi 1:12-14).
Dalle critiche nessuno sembra potersi salvare, neanche l'apostolo Paolo. Ciò che egli scrive nelle sue lettere non solo viene oggi messo in discussione spesso e volentieri, ma anche allora, durante la sua stessa vita. Ecco così che, in questa sezione della sua lettera egli risponde a tre critiche che ha ricevute: (1) che le sue lettere siano di difficile comprensione; (2) che lui cambi spesso idea; (3) che abbia un atteggiamento dittatoriale.
Prima di tutto l'Apostolo (v. 12) rivendica l'assoluta trasparenza ed onestà che egli ha sempre avuto nel suo ministero e certamente sempre verso i cristiani di Corinto. Di questo egli se ne fa un vanto: le sue credenziali sono immacolate (lo specificherà in 4:8-9; 6:4-10; e 11:22-12:6). E' forse arrogante da parte dell'Apostolo quello di vantarsene? No. In primo luogo Paolo non si vanta 'per farsi bello' davanti a loro. E' costretto a farlo, perché sono prima di tutto i suoi avversari a mostrarsi vanagloriosi (cfr. 5:12; 10:12). Paolo, per così dire, scende al loro livello per salvaguardare la chiesa dal riporre fiducia in coloro che solo volevano sfruttarli (cfr. 11:8-20). Su di questo egli mette le cose in chiaro: 'Non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo l'occasione di essere fieri di noi, affinché abbiate di che rispondere a quelli che si vantano di ciò che è apparenza e non di ciò che è nel cuore' (5:12). In secondo luogo le credenziali di Paolo riguardano la qualità del suo ministero. Egli parla dal punto di vista del tipo di servizio che rende, non della sua persona. Parla al plurale ('noi... nostra...') associandosi così ai suoi collaboratori: il servizio che rendono è irreprensibile. In terzo luogo, Paolo non si vanta dei suoi successi, di quel che ha conseguito, ma nelle difficoltà, lotte e prove che ha dovuto affrontare: 'In ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio, con grande costanza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni' (6:4-5).
Paolo fa uso del linguaggio del tribunale, laddove si vuole sottolineare l'infondatezza delle accuse e la si conferma con delle testimonianze: 'la testimonianza della nostra coscienza' (12). La sua coscienza non teme lo scrutinio né di Dio né degli uomini. Non si tratta di retorica: quel che dice è detto 'in presenza di Dio' (12, 2:17), il quale pure lo giudicherà 'nel giorno del nostro Signore Gesù' (14). Ciò del quale chiama la sua coscienza a testimoniare è la sua semplicità e sincerità, la franchezza della sua condotta, la sua linearità e trasparenza, nessun secondo fine. Paolo non ha mai avuto alcuna intenzione di ingannare, né è mai è stato un ipocrita. Il suo affetto per loro è genuino, e questo perché verso di loro si è comportato: 'non con sapienza carnale ma con la grazia di Dio'. Non è stata la prassi comune in questo modo a condizionare il suo modo di fare, al contrario, secondo i criteri di questo mondo, il suo comportamento sarebbe stato giudicato solo stupidità. A condizionarlo è stato lo spirito della grazia, secondo la quale egli non ha cercato di accattivarsi 'chi conta' nella società, ma si è rivolto a coloro che in essa sono considerati 'nessuno', chi umanamente non conta e dai quali non si possono ricavare vantaggi... (cfr. 1 Corinzi 1:26-27).
Anche per il suo modo di scrivere e nel pianificare i suoi viaggi, l'Apostolo rivendica franchezza e sincerità. Le argomentazioni di Paolo non sono oscure ed ambigue, come se fossero fatte apposta per potersi facilmente svincolare da possibili critiche e per compiacere tutti. Ciò che Paolo ha scritto è solo ciò che essi potevano leggere e comprendere (13), leggere ad alta voce per essere chiaramente udito e riconosciuto immediatamente. Quel che Paolo scrive non sono messaggi cifrati che solo gli iniziati possono comprendere, non nasconde proprio nulla, intende esattamente quello che afferma. Ciò che egli afferma, quello intende. Paolo così ha voluto e vuole essere del tutto in chiaro con i suoi critici: '...come in parte avete già capito, che noi siamo il vostro vanto' (14). La recente visita che Tito, suo collaboratore, ha fatto loro, è sufficiente per far loro intendere le sue motivazioni (cfr. 7:11). Paolo vuole che essi abbiano completa fiducia in lui, affinché pure egli si possa giustamente vantare di loro. La vita di Paolo e quella dei cristiani di Corinto è legata indissolubilmente, tanto che il suo apostolato non avrebbe senso senza coloro che sono diventati suoi 'figli' (12:14-15). Quando del suo apostolato dovrà rendere conto a Dio, la base della sua fiducia e sicurezza non sarà in sé stesso, ma in coloro che sono giunti alla fede tramite il suo ministero.
Preghiera. Signore, a livello personale, nei miei rapporti con gli altri, nel servizio che rendo all''Evangelo, dammi di essere completamente trasparente, sincero, chiaro e senza secondi fini, affinché io possa promuovere, in ciò che dico e fatto, solo la Tua gloria per l'avanzamento del solo Evangelo. Amen."
sabato, febbraio 13, 2010
domenica, febbraio 07, 2010
I Forum di Evangelici.net - Giovani e alcol
venerdì, febbraio 05, 2010
Ancient Lands and Their Current Names
Have you ever read some of the places in the Bible and wondered where they were located, today?
It only takes a few moments to realize there are places mentioned in the Bible that we cannot find on a map, today. Over the years, these places have changed names. You can tell how some of them have changed because they still look a little or sound a little like their ancient names. However, some of them don't look or sound anything like the original names. Please find below a list of ancient biblical countries and their current names.
Below that list there is a list of ancient cities and where they are located. Please refer to this list as you study God's Word. Feel free to print it and use it as needed. Inevitably, you will find ancient lands in the Bible and want to know where they are today.
The Ancient Country or People The Current Name or Region
Ammon, Moab and Edom Jordan
Arabia Saudi Arabia, Bahrain, Qatar and some of Iraq and Jordan
Aram Syria
Assyria Iraq
Canaan Northern Israel and Southern Lebanon
Cush Ethiopia and some of Sudan, Somalia and Yemen (and possibly more of Africa)
Decapolis Northwestern Jordan and a small part of Israel
Dedan and Sheba Saudi Arabia
Gomer Ukraine
Magog, Rus and Rosh Russia
Meshech and Tubal Turkey
Midian Western Saudi Arabia and Southern Jordan
Mizraim Egypt
Philistia Palestine
Phoenicia Lebanon
Persia Iran and some of Iraq
Phut/Put Libya and some of Egypt and North Africa
Scythia Southern Russia
Togarmah Parts of Turkey, Turkomen, Turkestan and Armenia
Tarshish Carthage (and possibly even Great Britain)
The Ancient City The Current Location
Alexandria Southeastern Turkey (Coastal)
Antioch Northwest Syria (Coastal) - present day 'Hatay'
Athens, Berea, Corinth, Philippi and Thessalonica Greece
Babylon Iraq
Cyrene Northwest Libya
Damascus Syria
Ephesus, Pergamum and Smyrna Western Turkey
Haran and Padan-aram Eastern Syria
Iconium and Lystra Central Turkey
Shinar Iraq - Ancient Babel and present day 'Babylon'
Sidon and Tyre Western Lebanon (Coastal)
Tarsus Eastern Turkey
Ur Southeastern Iraq"
giovedì, febbraio 04, 2010
I Forum di Evangelici.net - Mare in tempesta
Voglio pregarti, o Padre Santo, di dammi la forza e la serenità, di guardare a Te in ogni momento di difficoltà, di prendermi per mano quando ho paura di annegare! E ti prego o Padre, per tutti i fratelli e le sorelle che si trovano ad attraversare delle acque tempestose, perché così Tu hai voluto nella Tua infinita saggezza, perché possiamo un giorno ricordare questi momenti difficili e raccontare le meraviglie che Tu hai compiuto per noi!
Tutto questo Te lo chiedo nel nome di Gesù.
Pace a tutti voi!
Perciò, rinfrancate le mani cadenti
e le ginocchia vacillanti
Ebrei 12:12"
SE QUESTO E' UN UOMO
di Massimo Gramellini
Ma come farà a essere israeliano con gli israeliani e palestinese coi palestinesi? Ad affermare, davanti a Netanyahu, che bombardare Gaza fu «una reazione giusta» e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah? Zelig si limitava a cambiare faccia, a seconda dell’interlocutore da compiacere. Ma questo è un uomo in grado di cancellare il tempo e lo spazio. Riesce a stare con il pilota dell’aereo che sgancia le bombe e nel rifugio sotterraneo con i bombardati. In contemporanea, e dispensando a entrambi parole di comprensione. Nella sua vita precedente insegnava ai venditori di pubblicità a essere concavi coi convessi e convessi coi concavi. Una volta li sfidò a salutare cinquanta clienti, trovando un complimento per tutti. Solo stringendo la mano al cinquantesimo, un uomo brutto e sgradevole, rimase perplesso. Poi gli disse: «Ma che bella stretta di mano ha lei!».
Molti hanno letto quei manuali americani che insegnano a infinocchiare il prossimo in 47 lezioni. Ma solo lui ha il fegato di applicarne il precetto fondamentale: credere sempre a quel che dici, anche quando è il contrario di quel che hai appena detto. Una tecnica che evidentemente funziona persino con le vecchie volpi mediorientali. Come farà? Vorrei tanto chiederglielo, se non fosse che lui nel frattempo si è già spostato nella basilica della Natività, a Betlemme, dove sta raccontando ai frati una barzelletta sulla Madonna che avrebbe preferito una femminuccia. A quel punto mi arrendo.
mercoledì, febbraio 03, 2010
Reflections on reflections-online.net
There was once a man who didn’t believe in God, and he didn’t hesitate to let others know how he felt about religion and religious holidays. His wife, however, did believe, and she raised their children to also have faith in God and Jesus, despite his disparaging comments.
One snowy Eve, his wife was taking their children to service in the farm community in which they lived. They were to talk about Jesus’ birth. She asked him to come, but he refused ‘That story is nonsense!’ he said. ‘Why would God lower Himself to come to Earth as a man? That’s ridiculous!’
So she and the children left, and he stayed home.
A while later, the winds grew stronger and the snow turned into a blizzard. As the man looked out the window, all he saw was a blinding snowstorm. He sat down to relax before the fire for the evening. Then he heard a loud thump. Something had hit the window.
He looked out, but couldn’t see more than a few feet.
When the snow let up a little, he ventured outside to see what could have been beating on his window.
In the field near his house he saw a flock of wild geese. Apparently they had been flying south for the winter when they got caught in the snowstorm and couldn’t go on. They were lost and stranded on his farm, with no food or shelter. They just flapped their wings and flew around the field in low circles, blindly and aimlessly. A couple of them had flown into his window, it seemed.
The man felt sorry for the geese and wanted to help them. The barn would be a great place for them to stay, he thought. It’s warm and safe; surely they could spend the night and wait out the storm. So he walked over to the barn and opened the doors wide, then watched and waited, hoping they would notice the open barn and go inside. But the geese just fluttered around aimlessly and didn’t seem to notice the barn or realize what it could mean for them.
The man tried to get their attention, but that just seemed to scare them, and they moved further away. He went into the house and came with some bread, broke it up, and made a bread crumb trail leading to the barn. They still didn’t catch on.
Now he was getting frustrated. He got behind them and tried to shoo them toward the barn, but they only got more scared and scattered in every direction except toward the barn. Nothing he did could get them to go into the barn where they would be warm and safe. ‘Why don’t they follow me?!’ he exclaimed. ‘Can’t they see this is the only place where they can survive the storm?’
He thought for a moment and realized that they just wouldn’t follow a human ‘If only I were a goose, then I could save them,’ he said out loud.
Then he had an idea. He went into barn, got one of his own geese, and carried it in his arms as he circled around behind the flock of wild geese. He then released it. His goose flew through the flock and straight into the barn — and one-by-one, the other geese followed it to safety.
He stood silently for a moment as the words he had spoken a few minutes earlier replayed in his mind: ‘If only I were a goose, then I could save them!’ Then he thought about what he had said to his wife earlier. ‘Why would God want to be like us? That’s ridiculous!’
Suddenly it all made sense. That is what God had done. We were like the geese – blind, lost, perishing. God had His Son become like us so He could show us the way and save us. As the winds and blinding snow died down, his soul became quiet and pondered this wonderful thought.
Suddenly he understood why Christ had come.
Years of doubt and disbelief vanished with the passing storm. He fell to his knees in the snow, and prayed his first prayer: ‘Thank You, God, for coming in human form to get me out of the storm!’"
Sal. 139:9-10 Ovunque
Salmi 139:9-10 NR06 [9] Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, [10] anche là mi condurrà la tua mano e mi affe...
-
Esodo 15:2 NR06 [2] Il Signore è la mia forza e l’oggetto del mio cantico; egli è stato la mia salvezza. Questi è il mio Dio, io lo ...
-
Salmi 119:132 NR06 [132] Volgiti a me e abbi pietà, come usi fare con chi ama il tuo nome.
-
Meglio riprensione aperta che amore nascosto. Proverbi 27:5 NR06 https://bible.com/bible/122/pro.27.5.NR06