Salmi 137
L'esilio
(La 1; 2) Ez 25:12-14; Gr 50; 51
1 Là, presso i fiumi di Babilonia,
sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion.
2 Ai salici delle sponde avevamo appeso le nostre cetre.
3 Là ci chiedevano delle canzoni quelli che ci avevano deportati,
dei canti di gioia
quelli che ci opprimevano, dicendo:
«Cantateci canzoni di Sion!»
4 Come potremmo cantare i canti del SIGNORE
in terra straniera?
5 Se ti dimentico, Gerusalemme,
si paralizzi la mia destra;
6 resti la mia lingua attaccata al palato,
se io non mi ricordo di te,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
7 Ricòrdati, SIGNORE, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme
dicevano: «Spianatela, spianatela,
fin dalle fondamenta!»
8 Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta,
beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto!
9 Beato chi afferrerà i tuoi bambini
e li sbatterà contro la roccia!
"Certo non si può a sentire qui senza emozione come il poeta cada nel baratro dell'umana passionalità. Tuttavia né si dovrà generalizzare questa esplosione di odio umanamente comprensibile, come del resto ci investe anche in Is.13, 16 (questo non impressiona troppo il lettore), e vedere tale odio come l'unico comportamento dell'Antico Testamento verso Babele (cfr. Ger. 29,7); e neppure per questo dimenticare, quanto gravemente e virilmente il poeta anzitutto si è battuto per la certezza e per l'onore del suo Dio, prima che lo sopraffacesse la passionalità umana."
(Artur Weiser, "I Salmi")