giovedì, dicembre 30, 2010

Il metodo di Dio per vincere l'ansia

Di Giuliano Santangelo

http://www.cristolibera.it/vincere_ansia.html

Filippesi 4:6,7 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

Se vi chiedessi - “Avete mai ucciso qualcuno, rubato un’auto, rapinato una banca, investito una persona e poi siete scappati via, tradito vostro marito o vostra moglie?” - probabilmente rispondereste - “No, mai!”.

Se, invece, vi chiedessi - “Vi considerate dei tipi ansiosi?” – è molto probabile che rispondereste - “Sì, molto”. Ma cosa c’entra l’essere ansiosi con il rubare, l’uccidere o il tradire…? La risposta la troviamo nella definizione di ansia.

Cosa non significa essere ansiosi

Essere ansiosi non vuol dire curarsi di qualcosa o preoccuparsi di farla nel modo giusto. Lo stesso apostolo Paolo era preoccupato per le chiese che aveva fondato, soprattutto quando venivano insegnate false dottrine o vi erano situazioni evidenti di peccato: in questi casi scriveva loro delle lettere molto specifiche, allo scopo di combattere i falsi insegnamenti o risolvere le situazioni peccaminose.

Essere ansiosi non vuol dire neanche fare dei piani per il futuro o essere prudenti e saggi nell’amministrazione dei nostri beni. La Bibbia ci insegna a fare progetti e a essere saggi nel gestire le nostre risorse (vedi Proverbi 6:6:11).

Dunque, possiamo concludere che Dio si aspetta da noi una preoccupazione giusta ed equilibrata per le cose che ci accadono.

Cosa significa essere ansiosi

Il termine “ansia” in greco significa “rottura o divisione interna che provoca distrazione” e indica uno stato d’animo che presuppone la presenza di una battaglia interna. Diventiamo ansiosi quando pensiamo troppo ai nostri problemi e ci preoccupiamo eccessivamente per le cose sulle quali non possiamo avere un controllo completo; essere ansiosi significa lasciarsi opprimere dal peso delle preoccupazioni e avere paura del futuro.

E’ triste constatare che alcuni credenti provano quasi piacere nell’essere ansiosi, ma la realtà è che secondo la Bibbia esserlo è un peccato. Ecco qual è il legame tra l’ansia e l’omicidio, il rubare e il tradimento: sono peccati!

Perché l’ansia è un peccato

Quando siamo ansiosi mettiamo in dubbio la cura di Dio per la nostra vita, quindi rifiutiamo di credere alla sua promessa di una continua provvidenza e protezione; Dio ci richiede di non essere ansiosi, quindi quando lo siamo veniamo meno a un suo preciso ordine (Matt. 6:25 e segg.). Ecco perché essere ansiosi è un peccato!

In Filippesi 4:6, 7 Paolo ripete l’ordine di Dio: “Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.”.

L’apostolo sta dicendo letteralmente “Smettete di essere ansiosi, toglietevelo dalla mente”, ma non si limita a questo perchè insieme all’ordine ci dà il metodo. E’ interessante notare che il metodo di Dio per vincere l’ansia si racchiude in una sola parola: preghiera! Ci sono 3 motivi per i quali la preghiera è l’unico metodo per combattere l’ansia: primo perchè

  • E’ UN ORDINE

Dio ci ordina di pregare, non abbiamo bisogno di altre spiegazioni, è il metodo che lui ha scelto per affrontare l’ansia.

Vi siete mai chiesti quand’è che cominciamo a essere ansiosi? L’ansia nasce dal momento che ci accorgiamo di non essere capaci di affrontare un problema, perché è più grande di noi o perché non siamo in grado di averne il pieno controllo: è in quel momento che bisogna accettare il fatto che la responsabilità della sua soluzione non è nostra. Questo è il vero concetto della preghiera, cioè trasferire il nostro peso su Dio, perché la responsabilità di risolverlo è la sua!

Nel vs. 6 Paolo spiega in che modo dobbiamo trasferire i nostri pesi su Dio: con ringraziamento. Il ringraziamento non ci è stato dato come un optional della nostra preghiera, ma fa parte della volontà di Dio per la nostra vita (1Tess. 5:18). L’essere riconoscenti è una protezione, perché ci ricorda che tutto ciò che abbiamo è un dono di Dio e che quello che è stato in grado di fare per noi ieri, sarà in grado di farlo anche oggi e domani. Pregare con ringraziamento ci permetterà di accettare totalmente quello che Dio permette nella nostra vita.

Il secondo motivo per cui la preghiera è l’unico metodo per combattere l’ansia è perché essa

  • E’ COMPLETA

Sempre nel vs. 6 Paolo dice di non essere ansiosi “per cosa alcuna”, ma di pregare “per ogni cosa”. La preghiera è completa perchè non c’è niente che non possiamo portare a Dio, nessun problema è troppo pensante per lui, la sua ricetta per l’ansia funziona per ogni cosa: futuro, finanze, salute, figli, vita spirituale, un messaggio da predicare, un tesi da preparare... Ogni cosa fa parte di quello che possiamo portare al Signore in preghiera, niente è escluso. Questa certezza è fondata sul fatto che Dio è sovrano, ha tutto sotto controllo e sa perfettamente ciò di cui ogni suo figlio ha bisogno: “… il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Matt. 6:31, 32).

L’ultimo motivo per il quale la preghiera è l’unico metodo per combattere l’ansia è perché essa

  • HA UNA MERAVIGLIOSA CONSEGUENZA

Se seguiamo le istruzioni di Dio ci sarà un risultato meraviglioso nella parte più profonda di noi stessi, cioè nel nostro cuore: la pace di Dio (vs. 7). Notate che Paolo non dice che il problema sarà immediatamente risolto, ma che in mezzo al problema avremo la pace di Dio.

La pace di Dio descritta in questo versetto ha 6 caratteristiche.

  • E’ una conseguenza (“… e la pace di Dio…”). La pace di Dio è la conseguenza del comportamento descritto nel vs. 6: spesso non abbiamo pace nel cuore perché non mettiamo in pratica il vs. 6 e continuiamo a voler tenere tutto il peso del problema o parte di esso per noi, invece che trasferirlo completamente sul Signore. Questo significa che non basta pregare tanto per farlo (tipo formula magica), ma bisogna sinceramente e definitivamente liberarsi del peso.
  • Non dipende dalla risposta. Paolo non fa nessun riferimento alla risposta alle nostre preghiere, quasi come se non fosse così importante, a dimostrazione del fatto che possiamo avere pace qualunque sia la risposta di Dio, persino se dovessimo attenderla a lungo.
  • Non si può spiegare (“…sopravanza ogni intelligenza…”). E’ proprio vero: non si può spiegare come si possa avere pace nel cuore quando siamo sotto pressione, ma la pace di cui stiamo parlando non ha niente a che fare con il concetto umano di pace. La pace che Dio ci promette è indipendente dall’evolversi della situazione e quando sarà nel nostro cuore saremo spinti a chiederci: “Come è possibile?”.
  • E’ impenetrabile (“…custodirà i vostri cuori e le vostre menti…”). Letteralmente significa che Dio costruisce una fortezza intorno al nostro cuore per proteggerlo: con questa pace nel cuore l’ansia non può vincerci perché è Dio stesso che sta facendo fortezza intorno al nostro cuore.
  • E’ in Cristo Gesù. E’ questa la sua sfera di azione. Carey Hardy ha detto: “La pace di Dio è solo per quelli che hanno pace con Dio”, cioè per i Suoi figli.
  • E’ la pace di Dio. Nel testo originale greco l’espressione “la pace di Dio” indica “la pace che viene dalla sorgente”, cioè da Dio stesso. Dio non è ansioso e la pace che noi riceviamo è la stessa pace che risiede nel suo cuore, quella che fa parte del suo essere e che lui è disposto a darci.

L’ordine di Dio è chiaro: non siate ansiosi per nulla! La preghiera sarà la nostra arma vincente, spetta a noi decidere se utilizzarla o continuare a lasciarci opprimere dall’ansia.

venerdì, novembre 26, 2010

Isaia 31

La salvezza proviene da Dio soltanto Is 30:1-7; 36:6, 9; Sl 20:7-81 Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso,hanno fiducia nei cavalli,confidano nei carri, perché sono numerosi, e nei cavalieri,perché sono molto potenti,ma non guardano al Santo d'Israele e non cercano il SIGNORE!2 Eppure, anch'egli è saggio; fa venire il malee non revoca le sue parole; ma insorge contro la casa dei malvagie contro il soccorso degli artefici d'iniquità.3 Gli Egiziani sono uomini, e non Dio;i loro cavalli sono carne, e non spirito;quando il SIGNORE stenderà la sua mano,il protettore inciamperà, cadrà il protetto,e periranno tutti assieme.

Is 30:27, ecc.; 37:26, ecc.; Pr 21:30-314 Poiché così mi ha detto il SIGNORE:«Come il leone o il leoncello rugge sulla sua preda,benché una folla di pastori gli sia raccolta contro,non si spaventa alla loro voce,né si lascia intimidire dallo strepito che fanno,così scenderà il SIGNORE degli esercitia combattere sul monte Sion e sul suo colle.5 Come gli uccelli spiegano le ali sulla loro nidiata,così il SIGNORE degli eserciti proteggerà Gerusalemme;la proteggerà, la libererà,la risparmierà, la farà scampare».6 Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati,o figli d'Israele!7 Poiché, in quel giorno, ognuno getterà via i suoi idoli d'argentoe i suoi idoli d'oro,che le vostre mani hanno fatto per peccare.8 «Allora l'Assiro cadrà, non per una spada d'uomo;una spada, che non è d'uomo, lo divorerà;egli fuggirà davanti alla spadae i suoi giovani saranno resi schiavi.9 La sua rocca fuggirà spaventata e i suoi prìncipi saranno atterriti davanti al vessillo»,dice il SIGNORE che ha il suo fuoco in Sione la sua fornace in Gerusalemme.

giovedì, novembre 25, 2010

Imparare dai piccoli animali

Proverbi 30:24-28

24 Ci sono quattro animali fra i più piccoli della terra,
e tuttavia pieni di saggezza:
25 le formiche, popolo senza forza,
che si preparano il cibo durante l'estate;
26 gli iraci, popolo non potente,
che fissano la loro abitazione nelle rocce;
27 le locuste, che non hanno re,
e procedono tutte, divise per schiere;
28 la lucertola, che puoi prendere con le mani,
eppure si trova nei palazzi dei re.

sabato, novembre 13, 2010

Conosciamo il Signore!

Osea 6:3
Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo!
La sua venuta è certa, come quella dell'aurora;
egli verrà a noi come la pioggia,
come la pioggia di primavera che annaffia la terra».

10 PASSI PER DEBELLARE LA DEPRESSIONE

da http://www.paroladidio.com/speciali/archivio_speciali/63.htm
A nessuno piace la depressione, sebbene tutti prima o poi ne siano vittime durante la propria vita. Alcuni ne sono soggetti più di altri, a seconda del grado di autocommiserazione che hanno raggiunto. Comunque è ormai certo che essa non dipende dal “metabolismo”, da “altre persone” né dalla “tensione della vita”, ma dal nostro atteggiamento mentale nei confronti delle tensioni che provocano la depressione.

1) Il primo e più importante passo per vincere la depressione è accettare Gesù Cristo come personale Salvatore. Con tutto il rispetto dovuto alle capacità della vostra mente e della vostra volontà, non riuscirete mai ad evitare la depressione senza l’aiuto di Dio. Uno dei tragici errori della psicologia moderna, che propone vari metodi per sviluppare e migliorare la personalità umana, consiste nella presunzione che l’uomo non abbia bisogno di Dio per non cadere vittima della depressione. Eppure Gesù Cristo ha detto: “Senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5), e quindi se volete che la vostra vittoria sulla depressione sia definitiva, dovete cominciare con l’invitare Gesù nella vostra vita.

2) Il secondo passo è camminare nello Spirito. Accettare Gesù Cristo come Salvatore e camminare nello Spirito giorno dopo giorno, non sono esperienze identiche. Naturalmente la seconda esperienza dipende dalla prima. Il passo più importante per essere ripieni dello Spirito, consiste nel consacrare completamente la propria vita a Cristo. Infatti l’egocentrismo causa sempre la depressione. Se dunque fate di Cristo il Signore della vostra vita, sarete in grado di evitare l’autocommiserazione e l’egocentrismo e tutte le naturali espressioni di egoismo.

3) Il terzo passo consiste nel perdonare quelli che vi offendono. E’ impossibile camminare nello Spirito a lungo se non si ubbidisce al comandamento di Cristo che ci ingiunge di perdonare quelli che ci offendono (Matteo 6:12). Le persone soggette a depressione pensano sempre, consciamente o inconsciamente, a qualche caro parente che li ha respinti o offesi nella loro fanciullezza o gioventù. Ma finché non perdoneranno quella persona, non potranno mai debellare la depressione. Anzi, non matureranno nemmeno spiritualmente (Matteo 6:14-15). Il rancore che un cristiano carnale cova nel suo cuore è spiritualmente, mentalmente, emotivamente e fisicamente dannoso. Questo spirito di risentimento non ha mai come oggetto una sola persona. Come il cancro nel fisico umano, il risentimento è una malattia mentale che si autoalimenta fino ad eliminare dalla persona ogni espressione d’amore e qualsiasi sano sentimento.

4) Il quarto passo è rinnovare ogni giorno la propria mente. Il modo migliore per trasformare sul serio la vostra vita, consiste nel rinnovare la vostra mente mediante la Parola di Dio. Il modo di pensare ed agire mondano è così diverso da quello di Dio che è quasi impossibile ricevere un vero aiuto dal mondo. Così come nutriamo ogni giorno il nostro corpo, così dovremmo nutrire la nostra mente con ciò che aiuta il nostro sviluppo spirituale. La vera sapienza, infatti, viene da Dio e si trova nella “biblioteca” della verità divina, cioè nella Sacra Bibbia. Soltanto leggendo, studiando, meditando, imparando a memoria ed ascoltando le parole dettate dalla Sua sapienza, potremo diventare cristiani maturi, come Dio ci vuole, ben radicati nella fede e capaci di controllare ogni tendenza alla depressione.

5) Il quinto passo importante è usare bene la propria immaginazione mediante la preghiera. E’ importante proiettare ogni giorno una giusta immagine di noi stessi e del nostro scopo sullo schermo della nostra immaginazione. Bisogna prima di tutto accettarsi come creature di Dio e ringraziare Dio perché ci ama e ci ha fatto così come siamo. Poi dobbiamo accettare il perdono che Lui ci offre, sovrapponendo Dio all’immagine che ci siamo fatti di noi stessi (Filippesi 4:13).

6) Il sesto passo importante è essere sempre ottimisti. Nella vita cristiana non c’è posto per il pessimismo. Avendo la potenza di Dio dalla nostra parte, non dobbiamo aspettarci che successi. Cerchiamo di non aver contatto con chi si lamenta continuamente o si dà una critica negativa, e soprattutto non facciamo come lui o lei. Infatti, il pessimismo, le lamentele, le critiche negative ed i pettegolezzi non solo sono tendenze dannose, ma anche contagiose. Difatti le rendete più virulenti ogni volta che le esprimete. La vostra conversazione e i vostri pensieri siano sempre improntati ad un sano ottimismo. “Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose” (Filippesi 4:8).

7) Il settimo punto è pensare alla vita sovrabbondante che Dio ha in serbo per noi. Dio ha formulato un piano completo per la tua vita, ma esso è flessibile perché include la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio. Ci sono tanti passi che ce ne parlano esplicitamente: “Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù” (Filippesi 4:19). E ancora: “Finora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa” (Giovanni 16:24).

8) L’ottavo passo è cercare prima il regno di Dio. Nel vangelo di Matteo 6:33 si sottolinea il fatto che il cristiano non può pensare sempre ai propri interessi. Il suo obiettivo principale dovrebbe essere piuttosto quello di cercare il regno di Dio e la sua giustizia. Date a Dio il giusto posto nel vostro cuore e dimostratelo in pratica, e Dio vi benedirà dandovi tutto ciò di cui avete bisogno, anzi “infinitamente al di là di quanto chiedete o pensate”.

9) Il nono punto è darsi a Dio servendo gli altri. Le esperienze più gratificanti si fanno quando si serve il prossimo. Queste esperienze hanno anche degli effetti terapeutici. Infatti le persone depresse tendono a spendere troppo tempo pensando a se stesse. Chi invece serve Dio aiutando il prossimo, è costretto a pensare agli altri oltre che a se stesso. E un tale servizio non solo ha conseguenze positive ai fini della vita eterna, ma anche in questa stessa vita. La Bibbia insegna: “Date e vi sarà dato: una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in seno, perché con la misura con cui misurate, sarà altresì misurato a voi” (Luca 6:38).

10) L’ultimo passo, ma non per importanza, è quello di rendere grazie a Dio per ogni cosa, come stile di vita. La Bibbia spesso presenta la gratitudine come un atteggiamento mentale ideale. Una persona grata è una persona felice. Le persone depresse sono di solito delle persone ingrate che divengono poi infelici. Se per una settimana cominciamo a pensare e stilare su carta i motivi per cui essere grati a Dio, i nostri atteggiamenti mentali miglioreranno decisamente e scomparirà ogni preoccupazione e scoraggiamento.


(di Tim LaHaye)

lunedì, novembre 01, 2010

Proverbi 22:17-29

17 Porgi l'orecchio e ascolta le parole dei saggi,
e applica il cuore alla mia scienza;
18 ti sarà dolce custodirle in cuore,
e averle tutte pronte sulle tue labbra.
19 Ho voluto istruirti oggi, sì, proprio te,
perché la tua fiducia sia posta nel SIGNORE.
20 Non ho già da tempo scritto per te
consigli e insegnamenti
21 per farti conoscere cose certe,
parole vere,
perché tu possa rispondere parole vere a chi t'interroga?
22 Non derubare il povero perch'è povero,
e non opprimere il misero alla porta della città,
23 poiché il SIGNORE difenderà la loro causa,
e spoglierà della vita chi avrà spogliato loro.
24 Non fare amicizia con l'uomo collerico,
non andare con l'uomo violento,
25 perché tu non impari le sue vie
ed esponga te stesso a un'insidia.
26 Non essere di quelli che dan la mano,
che danno cauzione per debiti.
27 Se non hai di che pagare,
perché esporti a farti portare via il letto?
28 Non spostare il confine antico,
che fu messo dai tuoi padri.
29 Hai visto un uomo veloce nelle sue faccende?
Egli starà al servizio del re;
non starà al servizio della gente oscura.

venerdì, ottobre 15, 2010

Quando tu dici…

http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=generale;action=display;num=1166286487;start=480#480

Quanto tu dici … Dio risponde
Quando tu dici: “É impossibile!”
Dio risponde: “Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio.” (Luca 18:27)
Quando tu dici: “Non ho più forze!”
Dio risponde: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.” (Matteo 11:28)
Quando tu dici: “Nessuno mi ama!”
Dio risponde: “Dio ha tanto amato il mondo.” (Giovanni 3:16)
Quando tu dici: “Non ne posso più!”
Dio risponde: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza.” (2 Corinzi 12:9)
Quando tu dici: “Mi sento confuso!”
Dio risponde: “Confida nel SIGNORE con tutto il cuore
e non ti appoggiare sul tuo discernimento.
Riconoscilo in tutte le tue vie
ed egli appianerà i tuoi sentieri.” (Proverbi 3:6)
Quando tu dici: “Non posso farlo!”
Dio risponde: “Tu puoi ogni cosa in Me che ti fortifico.” (Filippesi 4:13)
Quando tu dici: “Non ne vale la pena!”
Dio risponde: “Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Me.” (Romani 8:28)
Quando tu dici: “Non ci riuscirò mai!”
Dio risponde: “Io provvederò a ogni tuo bisogno, secondo la Mia gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:19)
Quando tu dici: “Ho paura!”
Dio risponde: “Io ti ho dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d'amore e di autocontrollo.” (2 Timoteo 1:7)
Quando tu dici: “Sono sempre ansioso e frustrato!”
Dio risponde: “… gettando su di Me ogni vostra preoccupazione, perché Io ho cura di voi.”  (1 Pietro 5:7)
Quando tu dici: “Non ho abbastanza fede!”
Dio risponde: “Abbi di te un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Io ho assegnata a ciascuno.” (Romani 12:3)
Quando tu dici: “Mi sento solo!”
Dio risponde: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò.” (Ebrei 13:5)
Dalla rivista «Pèlerins en marche» - maggio 2006

giovedì, settembre 30, 2010

Who is God a according to the Bible?

da http://www.my.homewithgod.com/mkcathy/inspirational2/God.html

Consider the themes of the sixty-six books:

In Genesis, He is the Creator God.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Exodus, He is the Redeemer.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Leviticus, He is your sanctification.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Numbers, He is your guide.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Deuteronomy, He is your teacher.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Joshua, He is the mighty conqueror.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Judges, He gives victory over enemies.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Ruth, He is your kinsman,
your lover, your redeemer.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 Samuel, He is the root of Jesse.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 2 Samuel, He is the Son of David.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 Kings and 2 Kings, He is King of Kings
and Lord of Lords.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1st and 2nd Chronicles, He is your intercessor
and High Priest.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Ezra, He is your temple, your house of worship.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Nehemiah, He is your mighty wall,
protecting you from your enemies.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Esther, He stands in the gap to
deliver you from your enemies.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Job, He is the arbitrator who not only
understands your struggles, but has the power
to do something about them.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Psalms, He is your song and your reason to sing.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Proverbs, He is your wisdom, helping you
make sense of life and live it successfully.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Ecclesiastes, He is your purpose,
delivering you from vanity.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In the Song of Solomon, He is your lover,
your Rose of Sharon.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Isaiah, He is the mighty counselor,
the Prince of Peace, the everlasting Father, and more.
He's everything you need.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Jeremiah, He is your balm of Gilead,
the soothing salve for your sin-sick soul.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Lamentations, He is the ever-faithful one
upon whom you can depend.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Ezekiel, He is your wheel in the middle of a wheel,
the one who assures that dry, dead bones will come alive again.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Daniel, He is the ancient of days,
the everlasting God who never runs out of time.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Hosea, He is your faithful lover,
always beckoning you to come back,
even when you have abandoned Him.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Joel, He is your refuge,
keeping you safe in times of trouble.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Amos, He is the husbandman,
the one you can depend on to stay by your side.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Obadiah, He is Lord of the Kingdom.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Jonah, He is your salvation,
bringing you back within His will.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Micah, He is Judge of the Nation.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Nahum, He is the jealous God.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Habakkuk, He is the Holy One.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Zephaniah, He is the witness.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Haggai, He overthrows the enemies.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Zechariah, He is Lord of Hosts.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Malachi, He is the messenger God.

*********
In Matthew, He is King of the Jews.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Mark, He is the Servant.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Luke, He is the Son of Man, feeling what you feel.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In John, He is the Son of God.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Acts, He is Saviour of the world.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Romans, He is the righteousness of God.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 Corinthians, He is the rock that followed Israel.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 2 Corinthians, He is the triumphant, victorious one.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Galatians, He is your liberty ... He sets you free.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Ephesians, He is Head of the Church.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Philippians, He is your joy.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Colossians, He is your completeness.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 Thessalonians, He is your hope.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 2 Thessalonians, He is your patience and discipline.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 Timothy, He is your faith.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 2 Timothy, He is your stability.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Titus, He is the truth.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Philemon, He is your benefactor.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Hebrews, He is your perfection.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In James, He is the power behind your faith.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 Peter, He is your example.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 2 Peter, He is your purity.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 1 John, He is your life.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 2 John, He is your pattern.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In 3 John, He is your motivation.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In Jude, He is the foundation of your faith.
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
In the Revelation, He is your coming King.

sabato, settembre 18, 2010

Dio vuole aprirti gli occhi! (da www.evangelici.net)

“Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d'acqua.”
(Genesi 21:19)



Serva rifiutata, moglie ripudiata e ragazza madre disperata … com’è triste Agar! Ecco che si è persa nel deserto, con suo figlio Ismaele, quando in modo incredibile, l’Eterno la soccorre. La sua liberazione è un incoraggiamento per la tua fede: è la porta del miracolo che si apre, proprio in mezzo alle tue difficoltà …

Dio ti vuole aprire gli occhi, se sei nel deserto della colpevolezza, senza dubbio ti ritieni condannato per aver commesso l’irreparabile, oppure ti senti indegno, cosciente della tua povertà spirituale. Vai alla croce dove Gesù, il divino crocefisso, ti prova il suo amore. Là sperimenterai che ti ama, ti perdona e ti rialza !

Dio ti vuole aprire gli occhi, nel deserto dell’abbandono, in cui le circostanze e gli uomini ti hanno tagliato fuori. Non tenerti neanche la minima siccità nel cuore, perché non morirai in questo deserto. Al pozzo della Parola attingerai la compassione del Padre che ti consola, prendendoti fra le braccia (Isaia 49:15; Salmo 68:5-6).

Dio ti vuole aprire gli occhi nel tuo deserto di silenzio, se aspetti una risposta che non arriva. Siine certo: il Cielo ha una porta … aperta! Il tuo miracolo non è mai stato così vicino. Stendi la mano della fede per riempire il secchio e dare a bere a tutti gli Ismaele che dipendono da te …

Dio ti vuole aprire gli occhi, nel deserto della solitudine. Se sei triste, depresso, se ti senti inutile e sterile, vivi l’esperienza di Elia a cui l’Eterno mostra che non è solo (Romani 11:3-4). Vai verso la famiglia della chiesa dove ci sono persone che ti amano; amale anche tu!

Una preghiera per oggi
“Signore Gesù, apri i miei occhi affinché io ti veda e capisca che mi ami.
Apri i miei occhi sulle meraviglie della tua Parola e che ne possa essere dissetato.
Apri i miei occhi sui miracoli che hai preparati per me.
Apri i miei occhi sui miei fratelli affinché anch’io li ami. Amen.”

Tratto da «La pensée du jour» - Paul Ettori
Grazie a www.donnecristianenelweb.it

martedì, agosto 17, 2010

Da Facebook

Non permettere alla tua ansia di interrompere il rapporto con la Parola di Dio, attiva la fede e vedrai la risposta!

Non siate dunque in ansia per il domani, perchè il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno. Matteo 6:34.

martedì, agosto 03, 2010

Da evangelici.net

Figlio mio, Io ho oggi un messaggio per te. Voglio sussurrartelo all'orecchio, e una luce nuova brillerà fra le nubi tempestose della tua vita.
Il messaggio è breve, non contiene che quattro punti essenziali, ma lascia che essi penetrino profondamente nel tuo cuore, lascia che ti guidino al vero riposo.
Sono Io che lo permetto.
Hai tu già riflettuto che tutto quello che ti preoccupa, preoccupa anche Me? Perchè "chi tocca voi, tocca la pupilla dell'occhio Mio. Zacc. 2,8.
Quando le tentazioni ti circondano e "il nemico si avventa su di te come un flutto possente", devi sapere che sono Io che lo permetto, che la tua debolezza ha bisogno della Mia forza e che la tua sicurezza sta nel riporre tutto nelle Mie mani.
Ti trovi in circostanze difficili ? Sono Io che lo permetto. Io sono il Padrone delle circostanze. Il tuo ambiente, come tutto quello che ti circonda e il tuo prossimo non sono che strumenti della Mia volontà.
Sei in difficoltà finanziarie ? Ti riesce difficile cavartela ? Sono Io che lo permetto, perchè Io sono responsabile del tuo denaro. Io desidero che tu venga a Me, affinchè tu dipenda  interamente da Me. Le Mie ricchezze sono illimitate (Fil.4,19). Io voglio anche darti la prova che le Mie promesse sono veritiere.  
Stai attraversando un periodo triste della tua vita ? Sono Io che lo permetto. "Io sono l'uomo dei dolori," e ne conosco le pene. Io ho permesso che qualsiasi consolazione umana ti fosse inefficace, perchè tu ti rivolga a Me e trova consolazione eterna (2 Tessal. 2,16-17).
Ti ha deluso un amico caro ? Proprio quello al quale tu potevi aprire liberamente il tuo cuore ? Sono io che l'ho permesso, perchè tu sappia che Io sono il tuo migliore amico.
I tuoi progetti sono stati sconvolti ? Ti sei lasciato piegare dalla fatica ? Sono sempre Io che l'ho permesso. Tu hai fatto prima i tuoi piani, e poi Mi hai chiesto di benedirli. Io voglio che tu permetta a Me di prepararli, affinchè Io possa anche portarne la responsabilità, perchè "ciò è al disopra delle tue forze, e tu non potrai provvedervi da solo." (Es. 18,18). E' meglio che tu non sia altro che uno strumento al Mio servizio.
Tu hai voluto fare grandi cose per Me, ed eccoti a letto ammalato. Anche questo l'ho permesso Io. Quando tu eri così preoccupato, Io non potevo  richiamare la tua attenzione, mentre invece ora possa farti conoscere i Miei più profondi segreti.
"Tra coloro che stanno fermi e quelli che attendono vi sono anche coloro che servono". Talvolta trattengo dal servizio attivo alcuni dei Miei migliori servitori, affinchè essi divengano abili nell'adoperare l'arma della preghiera.
Ti si  chiama per caso a portare la responsabilità di un grande compito ? Riponi in Me la tua fiducia. Faccio assegnamento su di te e ti affido ora nuove e più grandi difficoltà, poichè "a motivo di questo l'Eterno, l'Iddio tuo, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano". (Deut. 15,10).
Oggi, Io ti consegno un vaso ripieno d'olio santo; adoperalo senza risparmio, figliolo mio. Tutto ciò che ti accade, ogni parola che ti rende triste, ogni interruzione che ti impazientisce, ogni rivelazione della tua propria debolezza, ne sia unta immediatamente. Quando tu avrai imparato a vederMi ovunque, ogni dardo perderà la sua potenza.  
Perciò "prendete a cuore tutte le parole con le quali oggi Io vi scongiuro... poichè non si tratta di una parola vana, della quale non abbiate a curarvi; ma si tratta della vostra vita." (Deut. 32,46-47)

domenica, luglio 25, 2010

Autocontrollo

Proverbi 16:32

Chi è lento all'ira vale più del prode guerriero;
chi ha autocontrollo vale più di chi espugna città.

Riferimenti incrociati:

Proverbi 14:29

Chi è lento all'ira ha molto buon senso,
ma chi è pronto ad andare in collera mostra la sua follia.

Proverbi 15:18

L'uomo collerico fa nascere contese,
ma chi è lento all'ira calma le liti.

Proverbi 19:11

Il senno rende l'uomo lento all'ira,
ed egli considera un suo onore passare sopra le offese.

Salmi 103:8

Il SIGNORE è pietoso e clemente,
lento all'ira e ricco di bontà.

Efesini 5:1

Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati;

Giacomo 1:19

Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira;


Proverbi 16:19

È meglio essere umili con i poveri
che spartire la preda con i superbi.

Proverbi 25:28

L'uomo che non ha autocontrollo,
è una città smantellata, priva di mura.

Romani 12:21

Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.

Apocalisse 3:21

Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono.

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venerdì, luglio 23, 2010

Guarigione e fede

http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=Dottrina;action=display;num=1274709349;start=60#60

on 28.05.2010 alle ore 15:21:15, Noah wrote:
Magari staro' sbagliando...ma secondo me la fede che si manifesta nelle opere è quando, nonostante le malattie e non si sia ricevuta guarigione,
si guarda alla vita con sorriso, apprezzando ogni attimo che Dio aggiunge alla nostra esistenza e cercando di sfruttare il tempo che abbiamo per la gloria di Dio e la crescita del suo regno.

A volte si guarda solo al miracolo, alla guarigione e non si riesce a guardare alla pazienza e al modellamento che produce una prova

Romani 5:3 e 4

non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza,
la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza.

Matteo 8:1-4

www.laparola.net

1 CAPO 1 - ANALISI

1. Cristo non solo Maestro, ma altresì operatore di miracoli. In questo e nel seguente capitolo, l'Evangelista raccoglie un certo numero di miracoli di Cristo, evidentemente senza riguardo all'ordine cronologico, ma col disegno di mostrarci che Gesù è non solo maestro, ma eziandio operatore di miracoli. Il primo di questi ministeri ci viene manifestato nel sermone, ed è ampiamente svolto nei tre capitoli precedenti: il secondo appare dai miracoli narrati in questo e nei seguenti capitoli; ed il pensiero dell'Evangelista potrebbe esprimersi così: «Se tu vuoi apprezzare giustamente il gran Maestro, prima leggi quella parte, poi questa». Si osservi che fra i cinque racconti di miracoli contenuti in questo capitolo, uno solo ci riferisce qualche parola di Cristo, oltre quelle che sono indispensabili alla narrazione del miracolo stesso. Questo basta da solo a far nascere la supposizione che essi non sieno narrati secondo l'ordine cronologico, ma secondo qualche altro concetto dello scrittore. Questa supposizione è confermata dal fatto che parecchi di questi miracoli sono presentati negli altri Vangeli in un ordine differente. Però ogni idea di discrepanza è rimossa, poiché non trovansi indicazioni cronologiche in Matteo.

2. Ordine dei fatti narrati in questo capitolo.

1 Guarigione d'un lebbroso, di cui fanno menzione gli altri Evangelisti sinottici Matteo 7:1-4.

2. Guarigione del servo paralitico del centurione romano in Capernaum, nella qual narrazione vengono specialmente notate la bontà, la liberalità e la fede del centurione Matteo 7:5-13.

3. Guarigione della suocera di Pietro allettata colla febbre Matteo 7:14,15.

4. Guarigione di molte persone possedute dal demonio in Capernaum e nelle vicinanze; nel qual fatto si vede l'adempimento d'una antica profezia Matteo 7:16,17.

5. Conversazione collo Scriba, al quale Gesù mostra la povertà della propria condizione sulla terra raccomandandogli così di calcolare la grandezza dei sacrifici ch'egli dovrebbe fare prima di dichiararsi suo seguace Matteo 7:19-22.

6. Tempesta sul lago di Galilea, e miracolo col quale Cristo fa conoscere che tutta la natura è a lui soggetta Matteo 7:23-27.

7. Visita al paese dei Ghergheseni, guarigione dell'indemoniato, e potere di Cristo sugli spiriti maligni, che si palesa nel permesso conceduto ai demoni di entrare in una mandra di porci Matteo 7:28-34.

Matteo 8:1-4. LA GUARIGIONE D'UN LEBBROSO Marco 1:40-45; Luca 5:12-16

1. Ora, quando egli fu sceso dal monte, molte turbe lo seguirono. 2. Ed ecco, un lebbroso accostatosi,

Questo miracolo è narrato pure da Marco e da Luca. Matteo lo pone subito dopo il Sermone sul monte; Luca non indica né tempo, né luogo: dice soltanto che Cristo era «in una di quelle città»; ma siccome lo storico Flavio ci afferma esplicitamente che in quel tempo, mercé la fecondità del suolo della Galilea, le città ed i villaggi; formicolanti di popolazione, erano numerosissimi no annovera non meno di 204, non c'è fra i due narratori alcuna contradizione. Nel passare per uno di quei borghi gli venne incontro il lebbroso. Matteo descrive il miracolo come se e non è congettura improbabile, lo avesse veduto coi suoi occhi.

Per la natura ed i sintomi della lebbra, e le prescrizioni mosaiche sopra di essa, sono da confrontare Esodo 4:6; Levitico 13; Numeri 12:10; 2Re 5:27; 15:5; 2Cronache 26:20-21. Quella malattia traeva il suo nome da scaglia, perché di scaglie si ricopriva la pelle. È malattia schifosa, rapida nell'estendersi, e pare ancora, quando s'è sviluppata, incurabile. Tale era dessa, e tale riscontrasi tuttavia in parecchi paesi, come nell'Arabia, nell'Egitto, nella Siria, ecc. Dominava fin da tempi remotissimi, sotto la forma di quella che chiamasi lebbra bianca presso gli Ebrei, i quali vennero così a farne un simbolo del peccato; morbo schifoso, esso pure rapido e incurabile. Sotto la legge mosaica la lebbra era la massima impurità cerimoniale; solo il lebbroso veniva definitivamente scomunicato. Ciò nonostante, si dichiarava puro chiunque fosse affatto coperto di lebbra Levitico 12:12-13, perché il veleno del morbo era venuto fuori; ma se una parte del corpo non aveva in se alcun segno di lebbra, il malato era tuttora impuro. I sacerdoti potevano toccare i lebbrosi senza contaminarsi, perché essi, secondo il comandamento di Dio, dovevano giudicare della malattia. Le rigorose precauzioni che si dovevano prendere per tenere lontana quella malattia hanno fatto credere generalmente ch'ella fosse d'indole contagiosa; ma questo viene messo in dubbio da parecchi, i quali asseriscono che quelle esclusioni eran proprie della sola legge mosaica, né usavano ov'essa non era in vigore; il che si riscontra nell'esempio di Naaman, siro 2Re 5:1. Quella malattia, diversa affatto dalla elefantiasi, colla quale, per lo più, la confondono, nelle loro narrazioni, i viaggiatori, era, per la sua stessa schifezza, un simbolo adeguato assai del peccato e delle sue conseguenze. Le precauzioni prese legalmente per segregare il lebbroso, bene indicavano agli occhi del popolo come, ognuno dovesse vivere separato dal peccato, vergognoso morbo della razza umana. La guarigione non poteva aver luogo per mezzi umani, ma unicamente per espresso beneplacito di Dio. «Sono io Dio», diceva il re d'Israele, «che costui mi manda perché io liberi un uomo dalla sua lebbra?» 2Re 5:7. Gli Ebrei la solevano appellare il dito di Dio, od anche la percossa; quindi Gesù inviò a Giovanni Battista nel suo carcere questo messaggio: «I lebbrosi sono mondati», per indicargli che il regno del Messia era venuto.

2 gli si prostrò dinanzi

adorare veniva ad esprimere i vari atti di omaggio, e prima di tutto il baciare la mano, in secondo luogo baciare la terra, o prostrarsi del tutto, e finalmente ogni maniera di omaggio, vuoi civile, vuoi religioso. Gli atti di omaggio che questo lebbroso compiè, come apprendiamo dagli altri Evangelisti furono l'inginocchiarsi Marco 1:40, e il prostrarsi Luca 5:12, i quali, combinati colla richiesta ch'egli fece a Gesù, implica una vera adorazione, sì spirituale che esterna. Implicano anche l'avvicinarsi se non l'immediato contatto con Gesù, e quindi una violazione degli usi giudaici, e tale è pure l'atto del Salvatore di toccare costui.

dicendo: Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi.

Questa essendo l'unica guarigione della lebbra che viene rammentata da tutti e tre i Sinottici, si suppone che fosse anche la prima; e, se così è, la fede nel lebbroso era nata da ciò ch'egli aveva, udito dire di altre malattie guarite da Cristo. Fu fede invero meravigliosa! Non dice già il lebbroso di credere Gesù capace a guarire ma colla efficace brevità della fiducia che non conosce dubbio, dice semplicemente tu puoi. Che Cristo volesse, non n'era egli egualmente sicuro; non conosceva Gesù abbastanza: una cosa però sapeva di certo, che se Gesù voleva, la cosa sarebbe fatta. Dal che si comprende qual culto tributasse a Gesù il lebbroso quando gli si prostrò dinanzi. Se coloro stessi che più frequentavano ed avvicinavano Cristo non avevano allora peranco una chiara cognizione teologica della sua persona, tanto meno poteva aspettarsi che quel povero lebbroso avesse una piena conoscenza di ciò che noi sappiamo sull'unigenito Figlio del Padre. Ei credeva che Cristo avesse potenza di guarire, e ne riconosceva la sovranità nella concessione delle sue grazie. E nota bene, o lettore, ei non se ne rimase lontano, pensando fra se: Gesù conosce il mio stato; se vuole, mi può guarire. No! La sovranità di Dio non è una buona ragione che rattener ci debba dall'avvicinarci a lui; poiché molte sono le promesse ch'egli ci ha fatte, confortandoci a confidare in lui. E così infatti adopera, quel peccatore, che, sentendo la propria miseria, si avvicina a Gesù col cuore straziato, col capo scoperto, come un povero schiavo del peccato, e cerca in lui il suo scampo, esclamando: «L'immondo, l'immondo!» Levitico 13:45.

PASSI PARALLELI

Matteo 5:20,28,32,44; 21:23-27; 28:18; Deuteronomio 18:18-19; Ecclesiaste 8:4; Isaia 50:4

Geremia 23:28-29; Michea 3:8; Luca 21:15; Atti 3:22-23; 6:10; Ebrei 4:12-13

Matteo 15:1-9; 23:2-6,15-24; Marco 7:5-13; Luca 20:8,46-47; Marco 1:40-45; Luca 5:12

Matteo 10:8; 26:6; Levitico 13:44-46; Numeri 5:2-3; 12:10; Deuteronomio 24:8-9; 2Samuele 3:39

2Re 5:1,27; 7:3-4; 15:5; 2Cronache 26:19-21; Luca 4:27; 17:12-19

Matteo 2:11; 4:9; 14:33; 15:25; 18:26; 28:9,17; Marco 1:40; 5:6-7; Luca 5:12

Giovanni 9:38; 1Corinzi 14:25; Apocalisse 19:10; 22:8-9

Matteo 9:28-29; 13:58; Marco 9:22-24

3 3. E Gesù, stesa la mano, lo toccò, dicendo:

Mosso da compassione (Marco), Gesù fece quel che nessuno avrebbe ardito fare per tema di contrarre un'infezione e di contaminarsi ritualmente. La fede del lebbroso e la misericordia di Cristo passano sopra gli statuti levitici.

Lo voglio, sii mondato. E in quello istante egli fu mondato dalla sua lebbra.

Sotto l'influenza della simpatia umana, come pure della condiscendenza divina, il nostro Signore esaudì, colla parola e coll'opera, la preghiera del povero lebbroso. Non solo ei lo toccò, ma gli parlò, e che parole piene di grazia! Che sapiente brevità! Qual piena corrispondenza fra la domanda e la risposta! «Se tu vuoi», «Io lo voglio», «Tu puoi mondarmi». «Sii mondato». Con quest'opera, egli dimostra che tutte le malattie sono sottoposte alla sua volontà. Questo miracolo è un simbolo della potenza di Cristo, per liberare! dal peccato, e dalla maledizione di esso.

PASSI PARALLELI

2Re 5:11

Genesi 1:3; Salmo 33:9; Marco 1:41; 4:39; 5:41; 7:34; 9:25; Luca 5:13; 7:14

Giovanni 5:21; 11:43; 15:24

Matteo 11:4-5; 2Re 5:14; Luca 17:14-15

4 4. E Gesù gli disse: Guarda di non dirlo ad alcuno; ma va', mostrati al sacerdote,

il sacerdote, secondo la legge mosaica, era il giudice competente per sentenziare se la lebbra fosse o no guarita; quindi il lebbroso, aveva interesse e dovere di presentarsi, il più sollecitamente che gli fosse possibile, al sacerdote medesimo in Gerusalemme, per aver da lui l'attestato giudiziale della propria purità. Ecco perché Gesù ordinò al guarito di recarsi a Gerusalemme, dando con questo una prova di più che la legge cerimoniale era una istituzione divina, e conservava tutta la sua forza. finché Gesù, col sacrificio di se stesso, non l'avesse abrogata. Il comando di non dirlo ad alcuno, era temporaneo e relativo da valere soltanto finché la dichiarazione legale fosse pronunziata dal sacerdote; era una precauzione per evitare che, se la cosa si fosse sparsa, il sacerdote potesse maliziosamente negare l'attestato richiesto dalla legge. Forse anche Gesù diede quest'ordine, perché non era venuto ancora il tempo per lui di manifestarsi pubblicamente in qualità di Messia. Da Marco 1:45, infatti apprendiamo, che, per essersi sparsa la notizia della cura fatta a quell'uomo, egli fu costretto di ritirarsi in un luogo deserto, perché le moltitudini gli chiedevano miracoli, e non gli lasciavano tempo di insegnare e di predicare. Alcuni si valgono del comando, «Va', mostrati al sacerdote», per confortare la teoria della confessione al prete, e della successiva assoluzione; ma anch'essi sono costretti a convenire che in questo caso Cristo solo purifica. Essi sbagliano totalmente, considerando il sacerdozio levitico come tipo del romano, e dimenticano che tutti i sacerdozi umani furono aboliti quando venne il Sacerdote che «dimora in eterno, che ha un sacerdozio che non trapassa ad un altro» Ebrei 7:24. In Cristo non già una classe di cristiani, ma tutti i veri credenti sono sacerdoti a Dio 1Pietro 2:5; Apocalisse 1:5-6.

e fa' l'offerta che Mosè ha prescritto,

secondo il Levitico 14:10,21-22;

e ciò serva loro di testimonianza.

Ai sacerdoti, cioè, ed al popolo. La lebbra lasciava sulla pelle cicatrici evidenti ed incancellabili; il sacerdote doveva esaminare il caso, e pubblicamente attestare della grazia ricevuta da Dio, quindi l'uomo guarito da Gesù doveva essere reso alla società. Così il sacerdote diventava, suo malgrado, un mezzo per avverare e propalare il miracolo. Che il guarir la lebbra esser dovesse un carattere del Messia, ne convenivano gli stessi Rabbini; quindi, affinché tanto i sacerdoti quanto il popolo fossero convinti che Gesù era veramente il Messia, faceva d'uopo che venissero a cognizione di questo fatto, in simile modo, giova che la conversione di un peccatore da Satana a Dio sia manifestata, per servire di «testimonianza» agl'increduli, ed eccitarli a convertirsi.

PASSI PARALLELI

Matteo 6:1; 9:30; 12:16-19; 16:20; 17:9; Marco 1:43-44; 5:43; 7:36; Luca 5:14

Giovanni 5:41; 7:18; 8:50

Matteo 3:15; 5:17; Levitico 13:2-46; 14:2-32; Isaia 42:21; Luca 17:14

Matteo 10:18; 2Re 5:7-8; Marco 1:44; 6:11; 13:9; Luca 5:14; 21:13; Giovanni 10:37-38

RIFLESSIONI

1. Che questo primo lebbroso da Cristo guarito fosse quel Simone lebbroso, il quale, pochi giorni innanzi la morte del Signore, apparecchiò per lui, in Betania, una cena, non è che una semplice congettura, e molto potrebbe dirsi per dimostrarla vana.

2. Notiamo il potere assoluto assunto da Cristo, e riconosciuto dal lebbroso stesso, di guarire o no, a piacere suo; e notiamo pure la piena testimonianza che, con questa cura istantanea, Iddio ci dà della personale divinità di Gesù Cristo.

3. Apprendano da questo passo coloro i quali gemono sotto il peso del peccato, che, per ottenere una guarigione completa, debbono riconoscere col cuore la potenza e la volontà che ha Cristo di sanarli, e non saranno delusi.

4. Noi non dobbiamo seguire il nostro giudizio, allorquando esso è in opposizione coi comandamenti di Dio; ogni nostro pensiero dove essere subordinato all'ubbidienza a Cristo. E qui il lebbroso sbagliò; credette onorare Gesù più col trascurare l'ordine suo, che coll'adempierlo! Ubbidire doveva, non giudicare. Ora però, voi tutti che foste guariti dalla lebbra del peccato, niuno vi prescrive il silenzio; l'amore di Cristo adunque vi spinga a «celebrare la gloria del suo nome ed a rendere la sua lode gloriosa».

sabato, luglio 03, 2010

Maldicenza

http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=generale;action=display;num=1166286487;start=465#465

" Le parole del maldicente sono
come ghiottonerie, penetrano fino nell'intimo
delle viscere"
(proverbi 26.22)
MALDICENZA?
NO GRAZIE, SONO A DIETA.
Sono irresistibili,non gli si può proprio
dare freno.Alcuni studiosi affermano addirittura
che le maldicenze siano uno stimolo  
nei rapporti sociali e lavorativi
creando una viva e sana
competizione. Vivace sicuramente
sana dubitiamo.
Basti riflettere sulle fonti delle quali sgorgano
copiosamente le acque putride ed inquinate della maldicenza.
odio, superbia, pigrizia, egoismo
malizia ed altre cose  del genere.
La maldicenza è bisbigliata, in penombra
o alle spalle, dilania l'anima e serpeggiatra il falso e il vero.
Essa è crudele non bada a spese nè a conseguenze,  
è capace di vestirsi con gli abiti della religiosità
giustizia, amore.
La maldicenza è in grado
di stabilire una strana guerra, in cui carnefici e vittime
possono piu volte scambiarsi i ruoli
L'esperienza insegna però che in questa celebrazione
della cattiveria non si possono separare  
vincitori e vinti,perchè si contano
solamente cuori feriti e corrotti
dal male, dal peccato.
Per riggettare tale infida " arte",
basti ricordare che il primo maldicente fu satana,
parlando con eva, e il primo bersaglio fu Dio.
quanto fu dannoso quel banchetto.
Oggi a scuola, al lavoro, tra amici , se qualcuno
ti offrirà
una delle solite ghiottonerie, sarà
una buona opportunità
per iniziare a dire " No grazie , sono a dieta"

La tua barca

http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?action=recent

Montato su una di quelle barche, che era di Simone,  
lo pregò di scostarsi un poco da terra;  
poi, sedutosi sulla barca, insegnava alla folla.”  (Luca 5:3)

 

Luca scrisse: «Montato su una di quelle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da terra; poi, sedutosi sulla barca, insegnava alla folla.»
Tutte le nostre imbarcazioni appartengono a Cristo!  
La tua, è il luogo in cui passi la maggior parte della tua giornata e dove ti guadagni da vivere.  
Cristo potrebbe dirti: “Sei il conducente del Mio TIR, lavori nel Mio ospedale, presiedi il Mio tribunale, stampi il Mio giornale, programmi il Mio computer …” Ad ognuno di noi Lui dice semplicemente: “Il tuo lavoro è Mio!”
    Più tardi Pietro, il proprietario della barca in questione, scrisse queste righe:  
«Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1 Pietro 2:9).
    “… un sacerdozio regale” - Qual è il ruolo del sacerdote? Essere il rappresentante di Dio davanti agli uomini, questo è il tuo ruolo!  
«Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.» (Colossesi 3:17)
Mosè infatti pregò: «La grazia del Signore nostro Dio sia sopra di noi, e rendi stabile l'opera delle nostre mani; sì, l'opera delle nostre mani rendila stabile.» (Salmo 90:17)
    Trovi difficile immaginare che Dio possa servirsi del tuo lavoro?  Il tuo capo è irascibile come un pit-bull? Il tuo ufficio è più piccolo della gabbia del tuo criceto? Ti senti in esilio, confinato nel posto più isolato della Siberia? …  
Henry Giles, un predicatore del diciannovesimo secolo ha detto:  
«Nessun compito è troppo umile che tu non gli possa dare valore, troppo piatto che tu non possa renderlo interessante, l’importante è che ti devi ricordare che ogni compito svolto è un servizio che rendi al tuo Maestro Gesù Cristo!»

mercoledì, giugno 30, 2010

Salmo 55

Salmi 55

Dolore del salmista tradito da un amico
2S 15:12, ecc.; 16; Sl 35
1 Al direttore del coro.
Per strumenti a corda.
Cantico di Davide
.
Porgi orecchio alla mia preghiera,
o Dio,
non essere insensibile alla mia supplica.
2 Dammi ascolto, e rispondimi;
mi lamento senza posa e gemo,
3 per la voce del nemico, per l'oppressione dell'empio;
poiché riversano iniquità su di me
e mi perseguitano con furore.
4 Dentro di me palpita violentemente il mio cuore
e una paura mortale mi è piombata addosso.
5 Paura e tremito m'invadono,
e sono preso dal panico;
6 e io dico: «Oh, avessi ali come di colomba,
per volar via e trovare riposo!
7 Ecco, fuggirei lontano,
andrei ad abitare nel deserto; [Pausa]
8 m'affretterei a ripararmi dal vento impetuoso e dalla tempesta».
9 Annientali, Signore, confondi il loro linguaggio,
poiché io vedo violenza e contesa nella città.
10 Giorno e notte si aggirano sulle sue mura;
ingiustizia e malvagità sono dentro di essa.
11 All'interno ci sono delitti,
violenza e insidie non cessano nelle sue piazze.
12 Se mi avesse offeso un nemico,
l'avrei sopportato;
se un avversario avesse cercato di sopraffarmi,
mi sarei nascosto da lui;
13 ma sei stato tu, l'uomo ch'io stimavo come mio pari,
mio compagno e mio intimo amico.
14 Ci incontravamo con piacere;
insieme, tra la folla, andavamo alla casa di Dio.
15 Li sorprenda la morte!
Scendano vivi nel soggiorno dei morti!
Poiché nelle loro case e in cuor loro non v'è che malvagità.
16 Io invocherò Dio,
e il SIGNORE mi salverà.
17 La sera, la mattina e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò,
ed egli udrà la mia voce.
18 Darà pace all'anima mia,
liberandomi dai loro assalti,
perché sono in molti contro di me.
19 Dio ascolterà e li umilierà,
egli che siede da sempre sul suo trono; [Pausa]
perché essi rifiutano di cambiare,
e non temono Dio.
20 Il nemico ha steso la mano contro chi viveva in pace con lui,
ha violato il suo patto.
21 La sua bocca è più untuosa del burro,
ma nel cuore ha la guerra;
le sue parole sono più delicate dell'olio,
ma in realtà sono spade sguainate.
22 Getta sul SIGNORE il tuo affanno,
ed egli ti sosterrà;
egli non permetterà mai che il giusto vacilli.
23 Ma tu, o Dio, farai scendere costoro nella tomba;
gli uomini sanguinari e fraudolenti
non arriveranno alla metà dei loro giorni;
ma io confiderò in te.

venerdì, giugno 18, 2010

Meditazione del mattino dell'11 febbraio

di C. H. Spurgeon

 

"E riconoscevano che erano stati con Gesù" (Atti 4:13).

Ogni Cristiano dovrebbe essere ad immagine di Gesù Cristo. Voi avete letto la vita di Cristo, descritta meravigliosamente e con eloquenza, ma il meglio della vita di Cristo è la Sua biografia vivente, scritta nelle parole e nelle azioni del Suo popolo. Se siamo davvero quello che professiamo di essere, allora dovremmo essere a immagine di Cristo; si, e di una così straordinaria somiglianza che il mondo non dovrebbe vederne in noi solo una vaga immagine, ma esclamare: "Egli è stato con Gesù; ha imparato da Lui; è come Lui; cammina secondo il santo Uomo di Nazareth, e Lui è evidente nella sua vita e nelle sue azioni di ogni giorno".

Un Cristiano dovrebbe essere come Cristo nel coraggio. Non hai da arrossire per la tua fede: essa non ti deluderà mai; piuttosto, bada a non essere tu a deluderla. Sii come Gesù, sii molto coraggioso per il tuo Dio.
ImitaLo nello spirito amorevole; pensa amorevolmente, parla amorevolmente, e opera con amore, affinché gli uomini possano dire di te: "Egli è stato con Gesù".
Imita Gesù nella Sua santità. Non fu zelante per il Suo Padre celeste? Così sii tu; vai ovunque facendo il bene. Non sprecare il tempo che hai: esso è troppo prezioso.
Gesù non visse forse con abnegazione, senza mai cercare il proprio interesse? Sii come Lui. Gesù non fu forse devoto? Sii anche tu fervente nelle tue preghiere. Gesù non si sottomise con mitezza alla volontà di Suo Padre? Allo stesso modo, sottomettiti a Lui. Non era paziente? Impara anche tu a sopportare. E più di ogni altra cosa, per somigliare in ogni cosa a Gesù, perdona i tuoi nemici, come fece Lui; e lascia che quelle sublimi parole del tuo Maestro, "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno", risuonino sempre nelle tue orecchie. Perdona, poiché speri di essere perdonato. Ammassa carboni ardenti sul capo dei tuoi nemici essendo amorevole verso di loro. Rendi bene per male, per somigliare a Lui. E in ogni cosa, vivi in modo che tutti possano dire di te: "Egli è stato con Gesù".

lunedì, maggio 31, 2010

Da Facebook

In un caldo giorno d'estate nel sud della Florida, un bambino decise di andare a nuotare nella laguna dietro casa sua. Uscì dalla porta posteriore correndo e si gettò in acqua nuotando felice.
Sua madre lo guardava dalla casa attraverso la finestra e vide con orrore quello che stava succedendo.
Corse subito verso suo figlio gridando più forte che poteva.
Sentendola il bambino si allarmò e nuotò verso sua madre ma era ormai troppo tardi.
La mamma afferrò il bambino per le braccia, proprio quando il caimano gli afferrava le gambe. La donna tirava determinata, con tutta la forza del suo cuore.
Il coccodrillo era più forte, ma la mamma era molto più determinata e il suo amore non l'abbandonava.
Un uomo sentì le grida, si precipitò sul posto con una pistola e uccise il coccodrillo.
Il bimbo si salvò e, anche se le sue gambe erano ferite gravemente, poté di nuovo camminare.
Quando uscì dal trauma, un giornalista domandò al bambino se voleva mostrargli le cicatrici sulle sue gambe.
Il bimbo sollevò la coperta e gliele fece vedere.
Poi, con grande orgoglio si rimboccò le maniche e disse:
"Ma quelle che deve vedere sono queste"
Erano i segni delle unghie di sua madre che l'avevano stretto con forza.
"Le ho perché la mamma non mi ha lasciato e mi ha salvato la vita". Anche noi abbiamo cicatrici di un passato doloroso. Alcune sono causate dai nostri peccati, ma alcune sono le impronte di Dio quando ci ha sostenuto con forza per non farci cadere fra gli artigli del male.
Ricorda che se qualche volta la tua anima ha sofferto.... è perché Dio ti ha afferrato troppo forte affinché non cadessi!

giovedì, maggio 27, 2010

1 Giovanni 2:28

1Giovanni 2:28

Le caratteristiche dei figli di Dio
(Cl 1:21-23; Gv 1:12-13; Ro 8:14-19; Eb 12:14)(1Gv 5:18)
E ora, figlioli, rimanete in lui affinché, quand'egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costretti a ritirarci da lui, coperti di vergogna.

Commentario:

1Giovanni 2:28

Ed ora figlioletti, dimorate in lui,

saldi nella fede in lui e nella comunione con lui,

affinchè qualora egli apparisca

(così il testo emendato: ean invece di 'otan della Recepta) nel caso ch'egli apparisca fra breve, mentre saremo ancora in vita. Dice letteralmente qualora sia manifestato e s'intende nella sua gloria, com'egli ha promesso:

abbiam confidanza e, alla sua venuta, non abbiam da ritrarci da lui coperti di vergogna.

Giovanni, come Paolo, mette se stesso nel numero di quelli che possono essere in vita alla venuta di Cristo, perchè ignora il giorno e l'ora di quel glorioso evento. La seconda venuta di Cristo (parousia) chiuderà il periodo che l'apostolo ha chiamato "l'ultima ora". La parola non si trova altrove in S. Giovanni, ma l'abbiamo in Matteo 24:3; Matteo 27:37,39; 1Corinzi 15:23; 1Tessalonicesi 2:19 ecc. Coloro che avranno perseverato nella fede in Cristo non avranno nulla da temere dall'apparizione del loro Salvatore che li, riconoscerà per suoi, li libererà dai loro avversari e darà loro completa redenzione. Perciò essi pregano: "Vieni, Signor Gesù!" e l'aspettano con piena e giuliva confidanza. Al contrario, chi l'ha rinnegato, chi gli è stato avversario sarà coperto di vergogna per la sua ingratitudine, la sua follia, la sua malvagità e, spaventato dalla presenza del Giudice, chiederà che i monti gli cadano addosso e che i colli lo nascondano dal cospetto di Colui che sederà sul trono e dall'ira dell'Agnello Apocalisse 6:16. L'espressione concisa del testo: svergognati lungi da lui, trova riscontro nella descrizione che Gesù dà del giudizio finale in Matteo 25:31-46, in ispecie in Matteo 25:41: 'Andate via da me maledetti...'.

AMMAESTRAMENTI

1. Nel quadro dell'avvenire quale fu dato a Giovanni di contemplarlo, si trovano, come nella visione profetica di Paolo, di Pietro e del Signor Gesù stesso, luci ed ombre; ed a misura che si svolge la scena, le ombre come la luce crescono d'intensità: all'estendersi e radicarsi del regno di Dio, corrisponde lo sforzo crescente delle potenze delle tenebre per abbatterlo. Il male finirà col concentrare i suoi supremi conati di menzogna, d'empietà, di odio e di violenza contro Cristo e contro ai suoi in una persona, che Giovanni chiama "l'anticristo" e Paolo "l'uomo del peccato", "l'avversario", "l'empio". Cotesta apparizione finale ha da esser preceduta da una lenta opera di perversione della verità per opera dei molti anticristi. Dio permette le manifestazioni anche estreme del male perchè rispetta la libertà umana; ma ne avverte i fedeli onde non siano sorpresi nè scandalizzati. Ogni età ha le sue manifestazioni dello spirito anticristiano ed i credenti devono tenere gli occhi aperti per non lasciarsi sedurre. "Vegliate e pregate". Più si estende, e si intensifica l'opposizione a Cristo, e più la Chiesa deve considerar vicina la fine. Le tenebre che precedon l'alba sono più fitte. Ma «dopo le tenebre risplende il dì».

2. L'opposizione più pericolosa alla verità evangelica ed a chi la professa, non viene dal mondo, ma dalla chiesa stessa ch'è società mista di credenti sinceri e d'ipocriti che non le appartengono in realtà. Le eresie più funeste, gli errori più micidiali hanno avuto per autori degli uomini aventi ufficio di dottori in seno alla chiesa. L'esser membro di una chiesa visibile non è garanzia sufficiente contro le seduzioni anticristiane. I più dotti e pii in apparenza possono apostatare dalla verità. Conviene tenersi strettamente uniti a Cristo, fonte di verità e di vita; a Cristo vero Dio e vero uomo, nostro Sommo Sacerdote, propiziazione unica per i nostri peccati; a Cristo nostro unico Maestro infallibile, e nostro unico Signore.

3. "I tempi ed i momenti" Giovanni non li conosce e quindi ignora quando precisamente dovrà apparire l'anticristo e quando avrà luogo la venuta gloriosa del Signore. Perciò scruta i segni dei tempi come gli antichi profeti 1Pietro 1:11-12; e, come Paolo, si tien preparato alla manifestazione del Cristo come potendo avvenire anche durante la sua vita. Presso il Signore, però, un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno. Nel fatto, l'azione del lievito cristiano nella pasta dell'umanità doveva svolgersi assai più lenta di quello che gli apostoli ed i primi cristiani abbiano creduto. Tutti quelli che hanno tentato di fissar delle date agli eventi futuri non hanno fatto altro che ribadire l'avvertimento di Cristo: «Non sta a voi di sapere i tempi o i momenti».

4. Dio, ha dato al cristiano, ad ogni cristiano, una duplice salvaguardia contro le seduzioni dell'errore. La sua ragione è troppo debole per servirgli di sicura guida; l'insegnamento dei ministri può essere gravemente inquinato da errori; quanti dottori, vescovi e papi hanno dato alla chiesa, non il pane della verità, ma il cibo guasto e avvelenato di dottrine meramente umane! La verità insegnata da Cristo e dai suoi apostoli è consegnata negli scritti del N.T., ecco la prima salda salvaguardia del cristiano: «Dimori in voi quello che avete udito dal principio» cioè l'Evangelo apostolico ch'è l'Evangelo divino. Esso è la pietra di paragone colla quale tutte le dottrine devono esser saggiate. «Quand'anche noi, dice S. Paolo, quand'anche un angelo del cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che v'abbiamo annunziato, sia egli anatema» Galati 1:18. La seconda salvaguardia che deve andar sempre unita alla prima, è l'unzione dello Spirito che purifica il cuore, e illumina la mente facendola capace di comprendere la verità e di discernere quello che le è contrario. Colla bussola del suo N.T. e la luce interna dello Spirito il credente non farà naufragio quanto alla fede. Legga solo assiduamente il documento apostolico ispirato e implori del continuo l'assistenza dello Spirito promesso.

mercoledì, maggio 12, 2010

Le perle

Da www.evangelici.net

Sai come si forma la perla in un’ostrica? Un piccolo granello di sabbia, penetrato nella conchiglia, produce un’irritazione nelle morbide pieghe del mollusco, che spinge l’ostrica a sbarazzarsene. Se non ci riesce, riveste il corpo estraneo di una sostanza chiamata “madreperla” e lo trasforma in una meraviglia della natura: una perla.
Durante le nostre giornate, arrivano molte occasioni di irritazione, piccole e grandi: capitano spesso delle contrarietà in famiglia, delle noie sul lavoro, delle complicazioni tra gli amici.  
Si tratta di offese che riceviamo, di rimproveri che forse non meritiamo: sono atteggiamenti che feriscono la nostra anima delicata, come fossero dei granelli di sabbia! Perché non fare di questi motivi di irritazione, ogni volta una bella “perla”?
Potremmo rispondere aggressivamente, oppure ci potremmo ritirare dalle persone che ci feriscono con disprezzo; se invece opponiamo la dolcezza e l’amore alla rabbia e alla violenza, ecco “la perla”!  
“… la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore.”
Ingiustizie e torti di cui siamo oggetto, ecco degli altri granelli di sabbia!
Uno spirito di rinuncia e di accettazione senza mormorii: una “perla” ovvero “uno spirito dolce e pacifico”.
Una difficoltà in famiglia od una malattia, è il corpo estraneo. Fiducia in Dio e serenità durante la prova, una “perla”!
Per mezzo di un paziente lavoro dello Spirito Santo in me, la difficoltà che inizialmente mi aveva contrariato tanto, compie un’opera perfetta nel mio cuore ed io produco una perla da donare al mio Salvatore e Signore che ha dato tutto per me.
Infatti, l’apostolo Paolo dice che  
“tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.”
Anche le cose negative, quelle dolorose, quelle che ci fanno tanto soffrire, sono utilizzate da Dio per formarci, e cooperano per il nostro bene.
Carissimo/a,
quando le perle si formano nell’ostrica non fanno alcun rumore e soprattutto non si vedono, perché sono nel segreto delle pieghe del mollusco.
Anche le nostre perle, fatte di umiltà, dolcezza e amore, si formeranno pazientemente, in segreto, come in fondo al mare: ma verrà il giorno in cui, in cielo, esse potranno essere ammirate alla gloria di Cristo e della Sua grazia.

Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene  
di quelli che amano Dio,  
i quali sono chiamati secondo il suo disegno.”
Romani 8:28
“… la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico,  
che agli occhi di Dio è di gran valore.”
1 Pietro 3:4

martedì, maggio 11, 2010

Salmi 18

 

Espressioni di lode per la liberazione
=2S 22; Sl 2
1 Al direttore del coro. Di Davide, servo del SIGNORE, il quale rivolse al SIGNORE le parole di questo cantico, quando il SIGNORE lo liberò dalla mano di Saul. Egli disse:
«Io ti amo, o SIGNORE, mia forza!
2 Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore;
il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio,
il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio.
3 Io invocai il SIGNORE ch'è degno d'ogni lode
e fui salvato dai miei nemici.
4 I legami della morte mi avevano circondato,
i torrenti della distruzione mi avevano spaventato.
5 I legami del soggiorno dei morti mi avevano attorniato,
i lacci della morte m'avevano sorpreso.
6 Nella mia angoscia invocai il SIGNORE,
gridai al mio Dio.
Egli udì la mia voce dal suo tempio,
il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi.
7 Allora la terra fu scossa e tremò,
le fondamenta dei monti furono smosse e scrollate;
perch'egli era colmo di sdegno.
8 Un fumo saliva dalle sue narici;
un fuoco consumante gli usciva dalla bocca
e ne venivan fuori carboni accesi.
9 Egli abbassò i cieli e discese,
una fitta nube aveva sotto i piedi.
10 Cavalcava un cherubino e volava;
volava veloce sulle ali del vento;
11 aveva fatto delle tenebre la sua stanza nascosta;
aveva posto intorno a sé, per suo padiglione, l'oscurità delle acque,
le dense nubi dei cieli.
12 Per lo splendore che emanava da lui,
le dense nubi si sciolsero con grandine e con carboni ardenti.
13 Il SIGNORE tonò nei cieli,
l'Altissimo fece udire la sua voce
con grandine e con carboni ardenti.
14 Scagliò le sue saette e disperse i nemici;
lanciò folgori in gran numero e li mise in fuga.
15 Allora apparve il fondo del mare,
e le fondamenta del mondo furono scoperte
al tuo rimprovero, o SIGNORE,
al soffio del vento delle tue narici.
16 Egli tese dall'alto la mano e mi prese,
mi trasse fuori dalle grandi acque.
17 Mi liberò dal mio potente nemico,
da quelli che mi odiavano, perch'eran più forti di me.
18 Essi mi erano piombati addosso nel dì della mia calamità,
ma il SIGNORE fu il mio sostegno.
19 Egli mi trasse fuori al largo,
mi liberò, perché mi gradisce.
20 Il SIGNORE mi ha ricompensato secondo la mia giustizia,
mi ha reso secondo la purezza delle mie mani,
21 poiché ho osservato le vie del SIGNORE
e non mi sono allontanato dal mio Dio, comportandomi da empio.
22 Poiché ho tenuto tutte le sue leggi davanti a me
e non ho rifiutato i suoi precetti.
23 Sono stato integro verso di lui,
mi sono guardato dalla mia iniquità.
24 Perciò il SIGNORE mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
secondo la purezza delle mie mani in sua presenza.
25 Tu ti mostri pietoso verso il pio,
integro verso l'uomo integro;
26 ti mostri puro con il puro
e ti mostri astuto con il perverso;
27 poiché tu sei colui che salva la gente afflitta
e fa abbassare gli occhi alteri.
28 Sì, tu fai risplendere la mia lampada;
il SIGNORE, il mio Dio, illumina le mie tenebre.
29 Con te io assalgo tutta una schiera,
con il mio Dio salgo sulle mura.
30 La via di Dio è perfetta;
la parola del SIGNORE è purificata con il fuoco;
egli è lo scudo di tutti quelli che sperano in lui.
31 Poiché chi è Dio all'infuori del SIGNORE?
E chi è Rocca all'infuori del nostro Dio,
32 il Dio che mi cinge di forza e rende la via retta?
33 Egli rende i miei piedi simili a quelli delle cerve,
mi rende saldo sulle mie alture;
34 addestra le mie mani alla battaglia
e le mie braccia tendono un arco di bronzo.
35 Tu m'hai anche dato lo scudo della tua salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha reso grande.
36 Tu hai allargato la via davanti ai miei passi
e i miei piedi non hanno vacillato.
37 Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti;
non sono tornato indietro prima d'averli distrutti.
38 Li ho abbattuti e non sono potuti risorgere;
sono caduti sotto i miei piedi.
39 Tu m'hai cinto di forza per la guerra;
tu hai fatto piegare sotto di me i miei avversari;
40 hai fatto voltar le spalle davanti a me ai miei nemici,
e ho distrutto quelli che mi odiavano.
41 Hanno gridato, ma nessuno li ha salvati;
hanno gridato al SIGNORE, ma egli non ha risposto.
42 Io li ho tritati come polvere al vento,
li ho spazzati via come il fango delle strade.
43 Tu m'hai liberato dal popolo in rivolta,
m'hai costituito capo di nazioni;
un popolo che non conoscevo mi è stato sottomesso.
44 Al solo udir parlare di me,
mi hanno ubbidito;
i figli degli stranieri mi hanno reso omaggio.
45 I figli degli stranieri si sono persi d'animo,
sono usciti tremanti dai loro nascondigli.
46 Il SIGNORE vive: sia benedetta la mia Rocca!
Sia esaltato il Dio della mia salvezza!
47 Il Dio che fa la mia vendetta e mi sottomette i popoli,
48 che mi libera dai miei nemici.
Sì, tu m'innalzi sopra i miei avversari,
mi salvi dall'uomo violento.
49 Perciò, o SIGNORE, ti loderò tra le nazioni
e salmeggerò al tuo nome.
50 Grandi liberazioni egli accorda al suo re,
usa benevolenza verso il suo unto,
verso Davide e la sua discendenza in eterno».

sabato, maggio 08, 2010

COME UNA PIETRA CHE ROTOLA

traduzione da
ttt53

COME UNA PIETRA CHE ROTOLA
parole e musica Bob Dylan

Una volta vestivi così bene
gettavi una moneta ai mendicanti nel fiore dei tuoi anni
non è vero?
La gente ti avvisava "attenta ragazza!"
sei destinata a cadere
tu pensavi che stessero tutti scherzando
eri solita ridere
di tutti quelli che tentavano di rimanere a galla
ora non parli così forte
ora non sembri così superba
nel tuo dover elemosinare
il tuo prossimo pasto

come ci si sente
come ci si sente
senza una casa
come una completa sconosciuta
come una pietra che rotola?

Sei andata alle scuole più prestigiose
tutto ok signorina solitaria
ma sai che ti piaceva solo ubriacarti
nessuno ti ha mai insegnato
come vivere per la strada
ed ora dovrai abituartici
dicevi che non saresti mai scesa a compromessi
con il vagabondo misterioso
ma adesso ti rendi conto
che lui non sta vendendo alcun alibi
mentre tu fissi nel vuoto dei suoi occhi
e dici "ci mettiamo d'accordo?"

come ci si sente
come ci si sente
a contare sulle proprie forze
senza un posto dove andare
una completa sconosciuta
come una pietra che rotola?

Non ti sei mai voltata intorno per vedere lo sguardo aggrottato
dei giocolieri e dei clowns
quando tutti loro facevano trucchi per te
non hai mai capito che non è bello
lasciare che altri ti divertano
eri solita andare sul cavallo cromato
con il tuo diplomatico
che portava sulla sua spalla un gatto siamese
adesso è dura dal momento che ti sei accorta
che in realtà non era come ti diceva
dopo che ti ha portato via tutto quello
che poteva rubarti

come ci si sente
come ci si sente
a contare sulle proprie forze
senza un posto dove andare
come una completa sconosciuta
come una pietra che rotola?

La principessa sul campanile
e tutta la gente carina
sta bevendo e pensando
che ce l'hanno fatta
e si scambiano tutti preziosi regali
ma tu faresti meglio
a prendere il tuo anello di diamanti
faresti meglio ad impegnartelo babe
Eri solita ridere
del Napoleone in stracci
e del linguaggio che egli usava
và da lui ora, ti sta chiamando
non puoi rifiutare
quando non possiedi più nulla
non hai nulla da perdere
sei invisibile ora
non hai segreti da nascondere

come ci si sente
come ci si sente
a contare solo su se stessi
senza un posto dove andare
come una completa sconosciuta
come una pietra che rotola?

giovedì, aprile 29, 2010

If I Were The Devil

If I were the Devil. . .

I would gain control of the most powerful nation in the world;

I would delude their minds into thinking that they had come from man's
effort, instead of God's blessings;

I would promote an attitude of loving things and using people, instead of
the other way around;

I would dupe entire states into relying on gambling for their state revenue;

I would convince people that character is not an issue when it comes to
leadership;

I would make it legal to take the life of unborn babies;

I would make it socially acceptable to take one's own life, and invent
machines to make it convenient;

I would cheapen human life as much as possible so that the life of animals
are valued more than human beings;

I would take God out of the schools, where even the mention of His name was
grounds for a law suit;

I would come up with drugs that sedate the mind and target the young, and I
would get sports heroes to advertise them;

I would get control of the media, so that every night I could pollute the
mind of every family member for my agenda;

I would attack the family, the backbone of any nation.

I would make divorce acceptable and easy, even fashionable. If the family
crumbles, so does the nation;

I would compel people to express their most depraved fantasies on canvas and
movie screens, and I would call it art;

I would convince the world that people are born homosexuals, and that there
lifestyles should be accepted and marveled;

I would convince the people that right and wrong are determined by a few who
call themselves authorities and refer to their agenda as politically
correct;

I would persuade people that the church is irrelevant and out of date, and
the Bible is for the naive;

I would dull the minds of Christians, and make them believe that prayer is
not important, and that faithfulness and obedience are good enough to get by;

Hmmm...I guess I would leave things pretty much the way they are."

sabato, aprile 24, 2010

Inspirational quotes every nurse should read

“Nursing is an art: and if it is to be made an art, it requires an exclusive devotion as hard a preparation, as any painter’s or sculptor’s work; for what is the having to do with dead canvas or dead marble, compared with having to do with the living body, the temple of God’s spirit? It is one of the Fine Arts: I had almost said, the finest of Fine Arts.”

- Florence Nightingale

http://scrubsmag.com/inspirational-quotes-every-nurse-should-read/11/

giovedì, aprile 08, 2010

I Forum di Evangelici.net - La Preghiera

I Forum di Evangelici.net - La Preghiera: "Invito alla preghiera

'Invocami, ed io ti risponderò, e t'annunzierò cose grandi ed impenetrabili, che tu non conosci'
(Geremia 33:3)

.............

Tutto quello che chiede il Signore è che Lo invochiamo.

Non può chiederci di meno."

lunedì, aprile 05, 2010

Segni dei tempi

Omicidi in famiglia, uno ogni due giorni - Top News - ANSA.it: "Omicidi in famiglia, uno ogni due giorni
Contesto familiare uccide piu' di mafie e criminalita' comune
05 aprile, 19:53

Omicidi in famiglia, uno ogni due giorni (ANSA) - ROMA, 5 APR - In Italia si conta un omicidio in famiglia ogni due giorni, piu' delle mafie e della criminalita' comune. Emerge da un rapporto Eures-Ansa. Quello che sembrerebbe l'ambiente piu' sicuro si scopre cosi' essere ricco di insidie: sono i rapporti familiari a causare talvolta tensioni, odi, violenze che sfociano non di rado in uccisioni. E si tratta di eventi difficili da prevenire e da contrastare. Negli ultimi sette anni sono state complessivamente circa 1.500 le vittime di queste situazioni."

da http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/04/05/visualizza_new.html_1759774637.html

domenica, aprile 04, 2010

"“Sulle cose essenziali unità, sulle cose non essenziali libertà, in tutte le cose carità”
Agostino d’Ippona"

sabato, marzo 27, 2010

613 mitzvòt

 

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Le 613 mitzvòt (ebraico: תרי"ג מצוות taryag mitzvot; forma singolare del termine è מצוה, mitzvà), o 613 precetti, sono il fulcro dell'ebraismo, che è fondamentalmente uno stile di vita regolato da precetti che l'ebreo ortodosso deve seguire per adempiere al suo ruolo sacerdotale nel mondo.

Il Talmud (trattato Makkoth 23b) stabilisce che la Torah contiene 613 mitzvot delle quali 248 sono מצות עשה (mitzvot aseh, comandamenti positivi, obblighi) e 365 sono מצות לא תעשה (mitzvot lo taaseh, comandamenti negativi, divieti). I precetti positivi obbligano a compiere una determinata azione (come ad esempio l'obbligo della circoncisione maschile); quelli negativi vietano di fare una determinata azione (come ad esempio il divieto di indossare capi composti da lana e lino insieme). Il numero di questi precetti è sicuramente carico di significati simbolici: come ci insegna la Tradizione Rabbinica 248 era considerato infatti il numero delle ossa del corpo umano e 365 sono notoriamente i giorni dell'anno (inoltre i legamenti che collegano tra loro le ossa); attraverso questi numeri la Torah ci sembra quindi voler dire che con le nostre 248 singole ossa dobbiamo compiere le 248 azioni prescritte e che ogni giorno dell'anno dobbiamo impegnarci a non violare i 365 precetti negativi.

Il frutto del melograno, che richiama metaforicamente l'Albero della Vita posto nel Gan Eden, simboleggia le 613 Mitzvot sia perché conta lo stesso numero di chicchi sia perché la Torah è definita fonte di vita.

Nella pratica però non tutti questi precetti sono attuabili e non tutti da tutti; alcuni necessitano dell'esistenza del Tempio di Gerusalemme che secondo la Tradizione Rabbinica potrà essere ricostruito solo quando giungerà il Messia e radunerà tutte le Tribù disperse d'Israele, altri sono limitati ai soli uomini, altri alle donne, altri sono rivolti solo ai Kohanim (i membri della famiglia sacerdotale, coloro che cioè vantano di discendere da Aronne, il fratello di Mosè).

Indice

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Il significato del numero 613 [modifica]

Sia il Talmud (trattato Makkoth 23b) che la Midrash calcolano che il valore numerico (Ghematriah) della parola Torah è 611. La Torah stessa stabilisce che Mosè trasmise la Torah da Dio al popolo ebraico: Una legge ci ha ordinato Mosè; un'eredità è l'assemblea di Giacobbe (Deuteronomio 33,4). Inoltre ci sono 2 comandamenti che Dio manda direttamente al popolo ebraico: i primi due dei Dieci Comandamenti; questi sono posti in prima persona. La somma di 611 + 2 fornisce 613.

In diverse opere di svariati filosofi ebrei e mistici (Baal ha-Turim, il Maharal di Praga e i leader del Giudaismo Chassidico) vi sono sia allusioni che calcoli relativi al numero dei comandamenti.

Lavori che enumerano i comandamenti [modifica]

Nella pratica non esiste una lista definitiva e inequivocabile dei 613 precetti. Il numero delle mitzvot è certo poiché è esplicitamente detto nella Torah, ma la loro identificazione è sempre stata oggetto di discussione tra i maggiori "commentatori halakhici". L'elenco halakchico più accreditato è quello del Rambam (Mosè Maimonide), nel "Sèfer ha-Mitzvòt", ma ve ne sono altri ed in alcuni punti essi sono divergenti. Per portare un esempio il Rambam ci elenca come 173° mitzvà positiva l'obbligo di nominare un Re a capo del Popolo d'Israele (una volta radunate le Dodici Tribù di Israele), ma altri commentatori dicono che non si tratti di una mitzvà, ma soltanto di una possibilità accordata ad Isra'el. Si comprende dunque l'importanza della soluzione in un verso o nell'altro, ma secondo la Tradizione Rabbinica le questioni halakhiche dubbie verranno risolte dal Messia Re e legislatore futuro maestro di Torah. Le difficoltà provengono dal fatto che a volte la Torah presenta le leggi collegate tutte insieme e perciò è difficile sapere a quale precetto è collegata la singola legge, quale legge presenta casi diversi o se si tratta di leggi diverse. Altre volte il comandamento della Torah è riferito ad una particolare azione in un determinato tempo e non è considerabile come un precetto. Nella letteratura rabbinica vi sono diversi commentari che hanno lo scopo di determinare quali comandamenti appartengono a questa enumerazione, e tra i più importanti:

  • Mosè Maimonide: Sefer ha-Mitzvòth (Libro dei Comandamenti) con un commento critico di Nachmanide;
  • Sefer ha-Chinnuch (Libro dell'Educazione), attribuito a Rabbi Aaron ha-Levi di Barcellona (il Ra'ah);
  • Sefer ha-Mitzvòth ha-Gadol (Il Grande Libro dei Comandamenti) di Rabbi Moses di Coucy;
  • Sefer ha-Mitzvòth ha-Katan (Il Piccolo Libro dei Comandamenti) di Rabbi Isaac di Corbeil;
  • Sefer Yere'im (Il Libro del Timore di Dio) di Rabbi Eliezer di Metz (non ha un elenco chiaro);
  • Sefer ha-Mitzvoth di Rabbi Yisrael Meir Kagan – questo lavoro presenta soltanto comandamenti validi nel nostro tempo.

Il lavoro di Maimonide [modifica]

Il più importante tra i lavori descritti in precedenza è Sefer ha-Mitzvoth di Mosè Maimonide (Rambam). Maimonide ha lavorato molto per controllare esattamente quale dei comandamenti scritti nella Torah può essere considerato fissato, rispetto ai comandi che Dio ha dato in vari punti della Torah ma che si riferiscono ad azioni particolari compiute una sola volta.

Lui utilizza un insieme di 14 regole (shorashim) per determinare l'inclusione nella lista. Nachmanide ha fatto alcune considerazioni ed ha sostituito alcuni dei punti della lista con altri.

Le 14 regole di Rambam [modifica]

Per Maimonide le regole per includere o escludere nei 613 precetti la parola della Torah, sono 14:

  1. Non si devono comprendere in totale le istruzioni dei rabbini
  2. Non si deve comprendere quel che è ridondante
  3. Non si devono contare i precetti che non siano validi per tutte le generazioni
  4. Non si devono contare gli ordini collettivi che valgono per tutti i precetti
  5. Non si deve considerare una motivazione che lo spiega come un precetto a sé
  6. Se un passo comprende un ordine positivo e un divieto negativo bisogna separare e contare entrambi i precetti
  7. Non si devono contare i particolari applicativi delle norme
  8. Non bisogna considerare come divieto un precetto solo perché espresso in negativo
  9. Non vale contare tutti gli ordini e i divieti in dettaglio, ma bisogna considerare gli argomenti
  10. Non si devono considerare le introduzioni
  11. Non si devono contare le sue componenti se esse possono essere comprese in un unico precetto
  12. Non si devono contare i singoli passi di un'azione complessiva che ci viene ordinata
  13. Non si deve aumentare il numero in diversi precetti solo perché lo si esegue in più giorni
  14. Non è valido come precetto l'esecuzione delle punizioni per le trasgressioni ad altri precetti

Nachmanide ha fatto alcune considerazioni ed ha sostituito alcuni dei punti della lista con altri.

La lista di Maimonide [modifica]

I 613 comandamenti e la loro sorgente nella scrittura secondo l'enumerazione di Maimonide: 248 mitzvot aseh positive (P) e 365 mitzvot lo ta'aseh negative (N), in buona parte ancora oggi valide (V). Lo stesso Maimonide segnalava che, tra i positivi, 60 precetti sono necessariamente obbligatori (O), di cui 46 anche per le donne (D).

  • 1-1PVOD - Credi nell'esistenza del Signore. - Es. 20:2
  • 2-1NV - Non amare altri dèi a parte Lui. - Es. 20:2
  • 3-2PVOD - Sappi che il Signore è uno. - Deut. 6:4
  • 4-3PVOD - Ama il Signore. - Deut. 6:5
  • 5-4PVOD - Prova timore reverenziale verso il Signore. - Deut. 10:20
  • 6-9PVOD - Santifica il suo Nome. - Lev. 22:32
  • 7-63NV - Non profanare il Suo Nome - Lev. 22:32
  • 8-65NV - Non distruggere oggetti e luoghi associati al Suo Nome. - Deut. 12:4
  • 9-172POD - Ascolta i Profeti che parlano in Nome del Signore (e secondo la lettera della Torah). - Deut. 18:15
  • 10-64NV - Non mettere alla prova i Profeti e la Sua parola attraverso di loro. - Deut. 6:16
  • 11-8PVOD - Cammina sulle Sue vie. - Deut. 28:9
  • 12-6PVOD - RestaGli fedele. - Deut. 10:20
  • 13-206PVOD - Ama gli altri ebrei. - Lev. 19:18
  • 14-207PVOD - Ama i forestieri. - Deut. 10:19
  • 15-302NV - Non odiare gli altri ebrei. - Lev. 19:17
  • 16-205PV - Rimprovera lealmente il tuo prossimo che si comporta male. - Lev. 19:17
  • 17-303NV - Non umiliare gli altri. - Lev. 19:17
  • 18-256NV - Non opprimere il debole (l'orfano, la vedova). - Es. 21:22
  • 19-301NV - Non spargere calunnie riguardo al prossimo. - Lev. 19:16
  • 20-304NV - Non cercare vendetta. - Lev. 19:18
  • 21-305NV - Non serbare rancore. - Lev. 19:18
  • 22-11PVO - Studia e insegna la Torah. - Deut. 6:7
  • 23-209PVOD - Onora coloro che insegnano e conoscono la Torah. - Lev. 19:32
  • 24-10NV - Non cadere nell'idolatria. - Lev. 19:4
  • 25-47NV - Non seguire, in contrasto con il Signore, i desideri del tuo cuore o ciò che vedono i tuoi occhi. - Num. 15:39
  • 26-60NV - Non bestemmiare. - Es. 22:27
  • 27-5NV - Non inchinarti davanti agli idoli. - Es. 20:5
  • 28-6NV - Non adorare gli idoli in nessun modo in cui si adora il Signore. - Es. 20:5
  • 29-2NV - Non costruire idoli per te. - Es. 20:4
  • 30-3NV - Non costruire idoli per gli altri. - Lev. 19:4
  • 31-4NV - Non fare forme umane solo per scopi decorativi. - Es. 20:20
  • 32-15NV - Non portare altre persone verso l'idolatria. - Es. 23:13
  • 33-186P - Brucia le città che adorano gli idoli. - Deut. 13:17
  • 34-23N - Non ricostruire le città che si sono dedite all'idolatria. - Deut. 13:17
  • 35-24N - Non ricevere benefici da tali città. - Deut. 13:18
  • 36-16NV - Non istigare altri ebrei ad adorare gli idoli. - Deut. 13:12
  • 37-17NV - Non amare chi predica altri idoli. - Deut. 13:9
  • 38-18NV - Non risparmiarti di odiare chi predica altri idoli. - Deut. 13:9
  • 39-19NV - Non provare compassione verso chi predica altri idoli. - Deut. 13:9
  • 40-20NV - Non dire niente in sua difesa e per sua salvezza. - Deut. 13:9
  • 41-21NV - Non nascondere prove che possano incriminarlo. - Deut. 13:9
  • 42-26NV - Non profetizzare in nome di altri dèi. - Deut. 13:14
  • 43-28NV - Non ascoltare i falsi profeti. - Deut. 13:4
  • 44-27NV - Non profetizzare falsamente nel nome del Signore. - Deut. 18:20
  • 45-29N - Non avere pietà o paura dei falsi profeti. - Deut. 18:22
  • 46-14NV - Non giurare a nome di altri dèi. - Es. 23:13
  • 47-8NV - Non consultare gli indovini. - Lev. 19:31
  • 48-9NV - Non operare profezie - Lev. 19:31
  • 49-7NV - Non offrire i tuoi figli a Moloch. - Lev. 18:21
  • 50-11NV - Non erigere alcuna stele in pubblico per adorare idoli. - Deut. 16:22
  • 51-12NV - Non predisporre una pietra lavorata per inchinarti sopra di essa. - Lev. 26:1
  • 52-13NV - Non piantare alcun albero vicino all'altare del Signore. - Deut. 16:21
  • 53-185PV - Distruggi gli idoli e gli accessori per il loro culto. - Deut. 12:2
  • 54-25NV - Non avere benefici dagli idoli e dai loro accessori. - Deut. 7:26
  • 55-22NV - Non trarre benefici dagli ornamenti degli idoli. - Deut. 7:25
  • 56-48NV - Non entrare in trattative con le sette nazioni di Canaan. - Es. 23:32
  • 57-50NV - Non fare grazia agli idolatri. - Deut. 7:2
  • 58-51N - Non permettere loro di abitare nel tuo paese. - Es. 23:33
  • 59-30NV - Non imitare le loro abitudini e il loro abbigliamento. - Lev. 20:23
  • 60-32NV - Non essere superstizioso. - Lev. 19:26
  • 61-31NV - Non entrare in trance per prevedere il futuro e cose simili - Deut. 18:10
  • 62-33NV - Non dedicarti all'astrologia. - Lev. 19:26
  • 63-35NV - Non fare incantesimi. - Deut. 18:10
  • 64-38NV - Non tentare di metterti in contatto con i morti (negromanzia). - Deut. 18:11
  • 65-36NV - Non consultare medium. - Deut. 18:11
  • 66-37NV - Non consultare gli spiriti. - Deut. 18:11
  • 67-34NV - Non compiere atti di magia. - Deut. 18:10
  • 68-43NV - L'uomo non si tagli i capelli ai lati della testa. - Lev. 19:27
  • 69-44NV - L'uomo non si rada gli angoli della barba con una lama. - Lev. 19:27
  • 70-40NV - L'uomo non si vesta da donna. - Deut. 22:5
  • 71-39NV - La donna non si vesta da uomo. - Deut. 22:5
  • 72-41NV - Non tatuarti la pelle. - Lev. 19:28
  • 73-45NV - Non sfregiarti la pelle in segno di lutto. - Deut. 14:1
  • 74-171NV - Non strapparti i capelli in segno di lutto. - Deut. 14:1
  • 75-73POD - Prova pentimento e ammetti il peccato compiuto. - Num. 5:7
  • 76-10PVO - Recita lo shemà ogni sera e ogni mattina. - Deut. 6:7
  • 77-5PVOD - Presta culto al Signore. - Es. 23:25
  • 78-26PVO - Il Sacerdote benedica ogni giorno la nazione degli Ebrei. - Num. 6:23
  • 79-13PVO - Indossa i filatteri (Tefillin) sul capo. - Deut. 6:8
  • 80-12PVO - Indossa i filatteri sul braccio. - Deut. 6:8
  • 81-15PVOD - Metti una mezuzzah sugli stipiti della porta. - Deut. 6:9
  • 82-18PVO - Ogni ebreo scriva un rotolo (Sefer) della Torah. - Deut. 31:19
  • 83-17P - Il re scriva un rotolo della Torah da se stesso. - Deut. 17:18
  • 84-14PVO - Applica gli tzitzit (frange) ai vestiti che hanno quattro angoli (incluso il talled). - Num. 15:38
  • 85-19PVOD - Benedici il Signore dopo avere mangiato. - Deut. 8:10
  • 86-215PVO - Circoncidi tutti i maschi otto giorni dopo la loro nascita. - Gen. 17:10; Lev. 12:3
  • 87-154PVOD - Riposati il settimo giorno (Shabbat). - Es. 23:12
  • 88-320NV - Non lavorare il settimo giorno. - Es. 20:10
  • 89-322N - Non infliggere punizioni nel giorno di Shabbat. - Es.. 35:3
  • 90-321NV - Non uscire dai confini della città nel giorno di Shabbat. - Es. 16:29
  • 91-155PVOD - Santifica il sabato con il Kiddush e la Havdalah. - Es. 20:8
  • 92-165PVOD - Riposati durante il giorno d’espiazione (Yom Kippur). - Lev. 23:32
  • 93-329NV - Non lavorare nel giorno dello Yom Kippur. - Lev. 23:32
  • 94-164PVOD - Fai costrizione nel giorno dello Yom Kippur. - Lev. 16:29
  • 95-196NV - Non bere né mangiare nel giorno dello Yom Kippur. - Lev. 23:29
  • 96-159PVOD - Riposati nel primo giorno della Pasqua (Pesach). - Lev. 23:7
  • 97-323NV - Non lavorare nel primo giorno di Pesach. - Lev. 23:8
  • 98-160PVOD - Riposati nel settimo giorno di Pesach. - Lev. 23:8
  • 99-324NV - Non lavorare nel settimo giorno di Pesach. - Lev. 23:8
  • 100-162PVOD - Riposati durante la Festa della mietitura (Shavuot). - Lev. 23:21
  • 101-325NV - Non lavorare durante lo Shavuot. - Lev. 23:21
  • 102-163PVOD - Riposati durante il Capodanno (Rosh haShana). - Lev. 23:24
  • 103-326NV - Non lavorare durante Rosh haShana. - Lev. 23:25
  • 104-166PVOD - Riposati nel primo giorno della festa delle capanne (Sukot). - Lev. 23:35
  • 105-327NV - Non lavorare nel primo giorno di Sukot. - Lev. 23:35
  • 106-167PVOD - Riposati durante lo Shmini Atzeret (ottavo giorno di Sukot). - Lev. 23:36
  • 107-328NV - Non lavorare durante lo Shemini Atzeret. - Lev. 23:36
  • 108-199NV - Non mangiare pane lievitato la sera del 14 di Nisan (vigilia di Pesach). - Deut. 16:3
  • 109-156PVOD - Distruggi ogni traccia di pane lievitato il giorno 14 di Nisan. - Es. 12:15
  • 110-197NV - Non mangiare pane lievitato durante tutti i sette giorni di Pesach. - Es. 13:3
  • 111-198NV - Non mangiare qualsiasi cosa lievitata durante tutti i sette giorni di Pesach. - Es. 12:20
  • 112-200NV - Non tenere visibile presso di te cose lievitate in quei sette giorni. - Es. 13:7
  • 113-201NV - Non possedere pane lievitato in quei sette giorni. - Es. 12:19
  • 114-158PV - Mangia mazzà la sera di Pesach. - Es. 12:18
  • 115-157PVOD - Narra il racconto dell'uscita dall'Egitto la sera della vigilia di Pesach. - Es. 13:8
  • 116-170PVO - Ascolta la Shofar nel primo giorno di Tishri (Rosh haShana). - Num. 29:1
  • 117-168PVO - Abita nelle capanne durante i sette giorni del Sukot. - Lev. 23:42
  • 118-169PVO - Prendi durante quei sette giorni un ramo o un frutto delle quattro specie: palma (Lulav), cedro (Etrog), mirto (Hadas) e salice (Aravot). - Lev. 23:40
  • 119-171P - Ognuno dia ogni anno mezzo siclo al Santuario. - Es. 30:13
  • 120-153P - I Sacerdoti ogni anno effettuino i calcoli utili a capire quando inizia un nuovo mese. - Es. 12:2
  • 121-59P - In tempo di guerra, suonino le trombe con squilli d'acclamazione, per essere ricordati davanti al Signore. - Num. 10:9
  • 122-213PVO - Contrai matrimonio secondo ketubah e kiddushin. - Deut. 22:13
  • 123-355NV - Non avere rapporti sessuali con una donna prima del matrimonio. - Deut. 23:18
  • 124-262N - Non agire con frode verso di lei. - Es. 21:10
  • 125-212PVO - Sii fertile e abbi figli. - Gen. 1:28
  • 126-222PV - In caso di divorzio, scrivi un atto di ripudio. - Deut. 24:1
  • 127-356NV - Un divorziato non si risposi con la propria moglie se lei nel frattempo è stata sposata con un altro. - Deut. 24:4
  • 128-216PV - L'uomo sposi la vedova del proprio fratello se questa è senza figli (Levirato). - Deut. 25:5
  • 129-217PV - Se il fratello non vuole sposare la vedova senza figli del proprio fratello si faccia la cerimonia della chalitzah per permetterle di sposare altri. - Deut. 25:9
  • 130-357NV - La vedova senza figli non si risposi fino a quando non saranno risolti i legami con i fratelli del marito. - Deut. 25:5
  • 131-220P - Chi seduce una vergine non ancora fidanzata le paghi la dote nuziale o, se il padre di lei non acconsente, una somma pari alla dote nuziale. - Es. 22:15-16
  • 132-218PV - Chi seduce una vergine si senta obbligato a sposarla (se lei è d'accordo). - Deut. 22:29
  • 133-358NV - Non ripudiare la donna che hai costretto a sposarti. - Deut. 22:29
  • 134-219PV - Il marito che sospetti ingiustamente la moglie d'infedeltà le resti sposato. - Deut. 22:19
  • 135-359NV - Non si divorzi da una moglie accusata ingiustamente di infedeltà. - Deut. 22:19
  • 136-223PV - Adempi alle leggi della Sotah (il marito che sospetta adulterio torni contrito alla moglie quando lei ha provato fedeltà). - Num. 5:30
  • 137-104N - Non mettere olio nell'offerta della Sotah. - Num. 5:15
  • 138-105N - Non mettere incenso nell'offerta della Sotah. - Num. 5:15
  • 139-330NV - Non avere relazioni sessuali con tua madre. - Lev. 18:7
  • 140-344NV - Non avere relazioni sessuali con la moglie di tuo fratello (cognata). - Lev. 18:8
  • 141-332NV - Non avere relazioni sessuali con tua sorella. - Lev. 18:9
  • 142-333NV - Non avere relazioni sessuali con la figlia della moglie di tuo padre (sorellastra). - Lev. 18:11
  • 143-334NV - Non avere relazioni sessuali con la figlia di tuo figlio (nipote). - Lev. 18:10
  • 144-336NV - Non avere relazioni sessuali con tua figlia. - Lev. 18:10
  • 145-335NV - Non avere relazioni sessuali con la figlia di tua figlia. - Lev. 18:10
  • 146-337NV - Non avere relazioni sessuali con una donna e la figlia di lei. - Lev. 18:17
  • 147-338NV - Non avere relazioni sessuali con una donna e la figlia di suo figlio (sua nipote). - Lev. 18:17
  • 148-339NV - Non avere relazioni sessuali con una donna e la figlia della sua figlia. - Lev. 18:17
  • 149-340NV - Non avere relazioni sessuali con la sorella di tuo padre (zia). - Lev. 18:12
  • 150-341NV - Non avere relazioni sessuali con la sorella di tua madre (zia). - Lev. 18:13
  • 151-342NV - Non avere relazioni sessuali con la moglie del fratello di tuo padre (zia). - Lev. 18:14
  • 152-343NV - Non avere relazioni sessuali con la moglie di tuo figlio (nuora). - Lev. 18:15
  • 153-331NV - Non avere relazioni sessuali con la moglie di tuo padre, anche se non è tua madre. - Lev. 18:8
  • 154-345NV - Non avere relazioni sessuali con la sorella di tua moglie (quando entrambi viventi). - Lev. 18:18
  • 155-348NV - L'uomo non abbia rapporti sessuali con le bestie. - Lev. 18:23
  • 156-349NV - La donna non abbia rapporti sessuali con le bestie. - Lev. 18:23
  • 157-350NV - Non avere relazioni omosessuali. - Lev. 18:22
  • 158-351NV - Non avere relazioni omosessuali con tuo padre. - Lev. 18:7
  • 159-352NV - Non avere relazioni omosessuali con il fratello di tuo padre (zio). - Lev. 18:14
  • 160-347NV - Non avere relazioni sessuali con una donna sposata ad altri. - Lev. 18:20
  • 161-346NV - Non avere relazioni sessuali con una donna in periodo mestruale. - Lev. 18:19
  • 162-52NV - Non sposarti con chi non è ebreo. - Deut. 7:3
  • 163-53N - Non permettere a un Moabita o a un Ammonita di prendere moglie tra gli ebrei. - Deut. 23:4
  • 164-55N - Non vietare all'egiziano convertito della terza generazione di prendere moglie tra il popolo ebreo. - Deut. 23:8-9
  • 165-54N - Non impedire all'idumeo convertito della terza generazione di prendere moglie tra il popolo ebreo. - Deut. 23:8-9
  • 166-354NV - Non permettere a un bastardo (mamzer) di prendere moglie tra il popolo ebreo. - Deut. 23:3
  • 167-360NV - Non permettere a un eunuco di prendere moglie tra il popolo ebreo. - Deut. 23:2
  • 168-361NV - Non castrare nessun maschio (compresi gli animali). - Lev. 22:24
  • 169-161N - Il Sacerdote non sposi una vedova. - Lev. 21:14
  • 170-162N - Il Sacerdote non abbia relazioni sessuali né con vedove, né con divorziate. - Lev. 21:15
  • 171-38P - Il Sacerdote sposi una vergine. - Lev. 21:13
  • 172-160NV - Il Sacerdote non sposi una divorziata. - Lev. 21:7
  • 173-158NV - Il Sacerdote non sposi una prostituta. - Lev. 21:7
  • 174-159NV - Il Sacerdote non sposi una donna disonorata. - Lev. 21:7
  • 175-353NV - Non accostarti per aver piacere sessuale a una consanguinea. - Lev. 18:6
  • 176-149PVOD - Esamina i segni degli animali per valutare se sono kasher o non kasher. - Lev. 11:2
  • 177-150PVOD - Esamina i segni dei volatili per valutare se è kasher o non kasher. - Deut. 14:11
  • 178-152PVOD - Esamina i segni dei pesci per valutare se sono kasher o non kasher. - Lev. 11:9
  • 179-151PV - Esamina i segni degli insetti per valutare se sono kasher o non kasher. - Lev. 11:21
  • 180-172NV - Non mangiare animali non kasher. - Lev. 11:4
  • 181-174NV - Non mangiare volatili non casher. - Lev. 11:13
  • 182-173NV - Non mangiare pesci non casher. - Lev. 11:11
  • 183-175NV - Non mangiare insetti volanti non casher. - Deut. 14:19
  • 184-177NV - Non mangiare creature che strisciano sulla terra. - Lev. 11:41
  • 185-176NV - Non mangiare larve. - Lev. 11:44
  • 186-178NV - Non mangiare vermi trovati nei frutti della terra. - Lev. 11:42
  • 187-179NV - Non mangiare creature che vivono nell'acqua e non sono pesci. - Lev. 11:43
  • 188-180NV - Non mangiare la carne di animali che sono morti in maniera diversa dalla macellazione rituale. - Deut. 14:21
  • 189-188N - Non mangiare carne di un animale che abbia ucciso una persona. - Es. 21:28
  • 190-181NV - Non mangiare la carne di animali feriti a morte. - Es. 22:30
  • 191-182NV - Non mangiare parti di animali strappati ad animali ancora viventi. - Deut. 12:23
  • 192-184NV - Non mangiare sangue. - Lev. 3:17
  • 193-185NV - Non mangiare parti grasse di animali puri. - Lev. 3:17
  • 194-183NV - Non mangiare il nervo sciatico. - Gen. 32:33
  • 195-187NV - Non mangiare carne e latte cotti insieme. - Es. 23:19
  • 196-186NV - Non cuocere carne e latte insieme. - Es. 34:26
  • 197-189NV - Non mangiare pane ottenuto da grano fresco prima dell'offerta di un omer dovuta nel secondo giorno di Pesach. - Lev. 23:14
  • 198-190NV - Non mangiare grano abbrustolito prima dell'offerta di omer. - Lev. 23:14
  • 199-191NV - Non mangiare grano appena maturato prima dell'offerta di omer. - Lev. 23:14
  • 200-192NV - Non mangiare i frutti di alberi che non siano piantati da almeno tre anni. - Lev. 19:23
  • 201-193NV - Non mangiare frutti di semi differenti piantati in una stessa vigna (in Israele). - Deut. 22:9
  • 202-153N - Non mangiare i prodotti dai quail non siano state sottratte le decime. - Lev. 22:15
  • 203-194NV - Non mangiare o bere alcunché che sia stato offerto in sacrificio agli idoli. - Deut. 32:38
  • 204-146PVOD - Macella in maniera rituale un animale prima di mangiarlo. - Deut. 12:21
  • 205-101NV - Non macellare un animale e i suoi figli lo stesso giorno. - Lev. 22:28
  • 206-147PVOD - Ricopri con la terra il sangue di un animale macellato. - Lev. 17:13
  • 207-306NV - Se trovi un nido con uccellini o uova non staccare la madre dai propri figli. - Deut. 22:6
  • 208-148PV - Manda via la madre prima di svuotarle il nido. - Deut. 22:7
  • 209-61NV - Non giurare il falso in Nome del Signore. - Lev. 19:12
  • 210-62NV - Non nominare il Nome del Signore invano. - Es. 20:7
  • 211-244NV - Non rubare. - Lev. 19:11
  • 212-249NV - Non negare giurando di avere ricevuto un prestito monetario. - Lev. 19:11
  • 213-7PVOD - Giura nel Suo Nome solo per confermare la verità quando richiesto da una corte. - Deut. 10:20
  • 214-94PVOD - Mantieni quanto promesso e quanto dichiarato dalla tua bocca. - Deut. 23:24
  • 215-157NV - Non rompere giuramenti o voti. - Num. 30:3
  • 216-95PV - Per annullare un giuramento o un voto rispetta le leggi di annullamento specifiche della Torah. - Num. 30:3
  • 217-92PV - Chi ha fatto voto di Nazireato lasci crescere i propri capelli. - Num. 6:5
  • 218-209NV - Non si rada barba e capelli prima di aver svolto il suo periodo di Nazireato. - Num. 6:5
  • 219-202NV - Il nazireo non beva vino, aceto o liquori ottenuti dall'uva. - Num. 6:3
  • 220-203NV - Non mangi uva fresca. - Num. 6:3
  • 221-204NV - Non mangi uva passa. - Num. 6:3
  • 222-205NV - Non mangi semi di uva. - Num. 6:4
  • 223-206NV - Non mangi la buccia dell'uva. - Num. 6:4
  • 224-208NV - Non stia sotto lo stesso tetto di un defunto. - Num. 6:6
  • 225-207NV - Non entri in contatto con un cadavere. - Num. 6:7
  • 226-93P - Alla fine del voto, il nazireo tagli i capelli e presenti le offerte prescritte. - Num. 6:9
  • 227-114PV - Valuta il valore delle persone secondo quanto è scritto nella Torah. - Lev. 27:2
  • 228-115PV - Valuta il valore degli animali consacrati. - Lev. 27:12
  • 229-116P - Valuta il valore delle case consacrate. - Lev. 27:14
  • 230-117P - Valuta il valore dei campi consacrati. - Lev. 27:16
  • 231-145PV - Rispetta le leggi sul voto di sterminio (cherem). - Lev. 27:28
  • 232-110NV - Non vendere ciò che è stato consacrato secondo il cherem. - Lev. 27:28
  • 233-111NV - Non riscattare ciò che è stato consacrato secondo il cherem. - Lev. 27:28
  • 234-215NV - Non piantare insieme semi di due specie diverse (in Israele). - Lev. 19:19
  • 235-216NV - Non piantare in una vigna una miscela di semi diversi. - Deut. 22:9
  • 236-217NV - Non accoppiare bestie di specie differenti. - Lev. 19:19
  • 237-218NV - Non far lavorare insieme animali differenti allo stesso giogo. - Deut. 22:10
  • 238-42NV - Non indossare vestiti fatti di lana e lino insieme. - Deut. 22:11
  • 239-120P - Lascia un angolo del campo non raccolto per i poveri. - Lev. 19:10
  • 240-210N - Non mietere ai margini del tuo campo. - Lev. 19:9
  • 241-121P - Lascia al povero e allo straniero i fasci di spighe caduti. - Lev. 19:9
  • 242-211N - Non raccogliere la spigolatura. - Lev. 19:9
  • 243-123P - Lascia al povero e allo straniero i racimoli di una vigna. - Lev. 19:10
  • 244-212N - Non raccogliere i racimoli di una vigna. - Lev. 19:10
  • 245-124P - Lascia gli acini caduti dell'uva dopo la vendemmia. - Lev. 19:10
  • 246-213N - Non raccogliere gli acini caduti dell'uva. - Lev. 19:10
  • 247-122PV - Lascia i mannelli dimenticati nel campo. - Deut. 24:19
  • 248-214NV - Non tornare a riprendere i prodotti che hai dimenticato nel campo. - Deut. 24:19
  • 249-130P - Separa le decime per i poveri ogni terzo e sesto anno del ciclo settennale. - Deut. 14:28
  • 250-195PVOD - Fai la carità (tzedakà). - Deut. 15:8
  • 251-232NV - Non trattenere la carità per i poveri. - Deut. 15:7
  • 252-125P - Riserva al Sacerdote le primizie del tuo frumento, del tuo mosto e del tuo olio e le primizie della tosatura delle tue pecore (terumà gedula) - Es. 23:19; Deut. 18:4
  • 253-129P - I Leviti mettano da parte per il Sacerdote la decima parte della decima ricevuta. - Num. 18:26
  • 254-154NV - Non ritardare l'offerta da ciò che riempie il tuo granaio e stilla dal tuo frantoio. - Es. 22:28
  • 255-133N - Nessuno oltre il Sacerdote potrà mangiare le primizie consacrate al Signore. - Lev. 22:10
  • 256-134N - Né l'ospite del Sacerdote, né un suo salariato possono mangiare cose consacrate. - Lev. 22:10
  • 257-135N - Neanche il Sacerdote non circonciso mangia cose consacrate. - Es. 12:48
  • 258-136N - Il Sacerdote impuro non può mangiare cose consacrate. - Lev. 22:4
  • 259-137N - La figlia del Sacerdote sposata con un estraneo (chalalah) non può mangiare cose consacrate. - Lev. 22:12
  • 260-127P - Metti da parte ogni anno la decima parte di quanto piantato nell'anno (ma'aser) per darla ai Leviti. - Num. 18:24
  • 261-128P - Metti da parte la decima parte di quanto prodotto nel terzo anno dalla tua semente. - Deut. 14:22
  • 262-152N - Non mangiare durante il lutto, né togli nulla quando sei immondo e non dare nulla per un cadavere. - Deut. 26:14
  • 263-150N - Non mangiare la decima triennale se sei impuro. - Deut. 26:14
  • 264-151N - Non mangiare la decima triennale durante il lutto stretto. - Deut. 26:14
  • 265-141N - Non mangiare le decime di frumento al di fuori di Gerusalemme. - Deut. 12:17
  • 266-142N - Non mangiare le decime dei prodotti della vigna al di fuori di Gerusalemme. - Deut. 12:17
  • 267-143N - Non mangiare le decime dell'olio al di fuori di Gerusalemme. - Deut. 12:17
  • 268-119P - Ogni quattro anni tutti i frutti siano consacrati come offerta. - Lev. 19:24
  • 269-131P - Dichiara al Signore al quarto e al settimo anno quanto hai prelevato con le decime. - Deut. 26:13
  • 270-126P - Metti da parte i primi frutti raccolti e portali al Sacerdote, al Tempio. - Deut. 18:4
  • 271-144N - Il Sacerdote non mangi i primi frutti al di fuori di Gerusalemme. - Deut. 12:17
  • 272-132P - Leggi la sezione di Torah opportuna durante l'offerta delle primizie. - Deut. 26:5
  • 273-133P - Aggiungi una focaccia per offrirla al Sacerdote. - Num. 15:20
  • 274-143PVOD - Dài la spalla, le mascelle e lo stomaco degli animali macellati al Sacerdote. - Deut. 18:3
  • 275-144P - Dona le primizie della tosatura al Sacerdote. - Deut. 18:4
  • 276-80P - Riscatta il tuo primogenito offrendo dei soldi al Sacerdote. - Num. 18:15
  • 277-81PV - Riscatta il primogenito dell'asina dando del bestiame minuto al Sacerdote. - Es. 13:13
  • 278-82PV - Spezza il collo dell'asino primogenito che non intendi riscattare. - Es. 13:13
  • 279-135PV - Fai riposare la terra durante il settimo anno (anno sabbatico) non facendo nessun lavoro che ne permetta lo sviluppo. - Es. 34:21
  • 280-220NV - Non lavorare la terra durante il settimo anno. - Lev. 25:4
  • 281-223N - Non raccogliere dagli alberi che producono frutti durante il settimo anno. - Lev. 25:4
  • 282-222NV - Non mietere quello che si svilupperà in maniera spontanea in quell'anno. - Lev. 25:5
  • 283-221NV - Non vendemmiare l'uva della vigna che si sarà sviluppata in quell'anno. - Lev. 25:5
  • 284-134P - Permetti a tutti i prodotti della terra di crescere liberamente nell'anno sabbatico. - Es. 23:11
  • 285-230NV - Non esigere i crediti durante il settimo anno. - Deut. 15:2
  • 286-141PV - Nell'anno sabbatico rinuncia ai tuoi crediti. - Deut. 15:2
  • 287-231NV - Non astenerti dal prestare immediatamente prima del settimo anno per timore di perdere i soldi. - Deut. 15:9
  • 288-140P - Il Sinedrio conti sette cicli di sette anni per stabilire il giubileo. - Lev. 25:8
  • 289-136P - Il Sinedrio santifichi il cinquantesimo anno. - Lev. 25:10
  • 290-137P - Suona la Shofar il decimo giorno di Tishri (giorno di Yom Kippur), nell'anno del giubileo, per liberare gli schiavi. - Lev. 25:9
  • 291-224N - Non lavorare la terra durante il cinquantesimo anno. - Lev. 25:11
  • 292-225N - Non raccogliere quello che si svilupperà in maniera spontanea nel cinquantesimo anno. - Lev. 25:11
  • 293-226N - Non vendemmiare l'uva della vigna che si sviluppa durante il giubileo. - Lev. 25:11
  • 294-138P - Si permettano leggi per riscattare le proprietà rurali durante il cinquantesimo anno. - Lev. 25:24
  • 295-227N - Non vendere la terra in Israele durante il giubileo. - Lev. 25:23
  • 296-139P - Si permettano entro un anno dal giubileo leggi per riscattare le case familiari in città con mura. - Lev. 25:29
  • 297-169N - La Tribù di Levi non possieda terra in Israele. - Deut. 18:1
  • 298-170N - I Leviti non prendano alcuna parte del bottino di guerra. - Deut. 18:1
  • 299-183P - Si diano ai Leviti città da abitare con campi attorno. - Num. 35:2
  • 300-228N - Non vendere i campi delle città levitiche, resteranno ai Leviti sia prima sia dopo l'anno giubilare. - Lev. 25:34
  • 301-20P - Costruisci un Santuario. - Es. 25:8
  • 302-79N - Non costruire altari con pietre ottenute con utensili metallici. - Es. 20:23
  • 303-80N - Non salire gradini per arrivare all'altare. - Es. 20:26
  • 304-21PV - Abbi rispetto del Tempio. - Lev. 19:30
  • 305-22P - Custodisci la zona del Tempio. - Num. 18:2
  • 306-67N - Non lasciare incustodita l'area del Tempio. - Num. 18:5
  • 307-35P - Si tenga pronto l'olio per le unzioni sacre. - Es. 30:25,31
  • 308-83NV - Non riprodurre l'olio per le unzioni sacre. - Es. 30:32
  • 309-84NV - Non versare sul corpo di un uomo l'olio per le unzioni sacre. - Es. 30:32
  • 310-85NV - Non riprodurre la formula dell'incenso per uso personale. - Es. 30:37
  • 311-82N - Non bruciare altro che incenso sull'altare. - Es. 30:9
  • 312-34P - I Leviti trasportino l'arca Santa sulle proprie spalle - Num. 7:9
  • 313-86N - Non rimuovere le doghe dall'arca. - Es. 25:15
  • 314-23P - I Leviti prestino servizio nel Tempio. - Num. 18:23
  • 315-72N - Un Levita non faccia il lavoro di un Sacerdote e viceversa. - Num. 18:3
  • 316-32PVOD - Si consideri il Sacerdote come Santo, perché egli offre il pane del tuo Dio. - Lev. 21:8
  • 317-36P - I Sacerdoti tengano turni per il servizio al Signore. - Deut. 18:6
  • 318-33P - I Sacerdoti indossino i loro abiti sacerdotali durante il servizio al Tempio - Es. 28:2
  • 319-88N - Non stracciare i paramenti sacerdotali - Es. 28:32
  • 320-87N - Il pettorale non venga allontanato dall'Efod (abito dei Leviti). - Es. 28:28
  • 321-73N - Un Sacerdote non entri nel Tempio ubriaco - Lev. 10:9
  • 322-163N - Il Sacerdote non entri nel Tempio con i capelli incolti. - Lev. 10:6
  • 323-164N - Il Sacerdote non entri nel Tempio con gli abiti lacerati. - Lev. 10:6
  • 324-68N - Un Sacerdote entri nel Tempio solo nei momenti opportuni - Lev. 16:2
  • 325-165N - Il Sacerdote non lasci il Tempio durante il servizio. - Lev. 10:7
  • 326-31PV - Si allontani l'impuro dal Tempio. - Num. 5:2
  • 327-77NV - Le persone impure non accedano al Tempio. - Num. 5:3
  • 328-78NV - Le persone impure non accedano al campo del Leviti e nell'area del Monte del Tempio. - Deut. 23:11
  • 329-75N - I Sacerdoti ritualmente impuri non servano al Tempio. - Lev. 22:2
  • 330-76N - Un Sacerdote impuro, dopo l'immersione rituale, attenda fin dopo il tramonto per tornare al servizio. - Lev. 22:7
  • 331-24P - Un Sacerdote si lavi le mani e i piedi prima del servizio - Es. 30:19
  • 332-69N - Un Sacerdote con un'imperfezione fisica non si avvicini all'altare. - Lev. 21:23
  • 333-70N - Un Sacerdote con un'imperfezione non presti servizio. - Lev. 21:17
  • 334-71N - Un Sacerdote con un'imperfezione temporanea non presti servizio - Lev. 21:17
  • 335-74N - Chi non è Sacerdote non presti servizio. - Num. 18:4
  • 336-61P - Sacrifica solamente animali privi di imperfezioni. - Lev. 22:21
  • 337-91NV - Non sacrificare un animale imperfetto sull'altare. - Lev. 22:20
  • 338-92N - Non macellarlo in modo rituale. - Lev. 22:22
  • 339-93N - Non aspergere il suo sangue sull'altare. - Lev. 22:24
  • 340-94N - Non bruciare il suo grasso sull'altare. - Lev. 22:22
  • 341-95N - Non sacrificare un animale con un'imperfezione temporanea. - Deut. 17:1
  • 342-96N - Non sacrificare animali imperfetti, anche se offerti da non ebrei. - Lev. 22:25
  • 343-97NV - Non causare ferite ad animali offerti in sacrificio. - Lev. 22:21
  • 344-86P - Riscatta un animale che sia stato escluso dal sacrificio. - Deut. 12:15
  • 345-60P - Sacrifica solo animali che abbiano almeno 8 giorni. - Lev. 22:27
  • 346-100N - Non portare in dono il compenso di una prostituta né il ricavato per la vendita di un cane. - Deut. 23:19
  • 347-98N - Non bruciare miele o lievito sull'altare. - Lev. 2:11
  • 348-62P - Porta il sale con i sacrifici in offerta. - Lev. 2:13
  • 349-99N - Non omettere la salatura dai sacrifici. - Lev. 2:13
  • 350-63P - Esegui la procedura dell'incenerimento dei sacrifici secondo le prescrizioni della Torah. - Lev. 1:3
  • 351-146N - Non si mangi la carne da bruciare in sacrificio - Deut. 12:17
  • 352-64P - Immola la vittima per il peccato (sacrificio chiamato chattat). - Lev. 6:18
  • 353-139N - Non mangiare la vittima immolata per il sacrificio espiatorio. - Lev. 6:23
  • 354-112N - Non decapitare il volatile offerto come sacrificio espiatorio. - Lev. 5:8
  • 355-65P - Rispetta la legge per il sacrificio espiatorio (asham). - Lev. 7:1
  • 356-89P - I Sacerdoti mangino la carne sacrificale all'interno del Tempio. - Es. 29:33
  • 357-145N - Il Sacerdote non mangi la carne sacrificale al di fuori dei confini del Tempio. - Deut. 12:17
  • 358-149N - Chi non è Sacerdote non mangi nessun cibo sacrificale. - Es. 29:33
  • 359-66P - Rispetta la legge per l'offerta di pace (shelamim). - Lev. 7:11
  • 360-147N - Non mangiare la carne dei sacrifici minori prima di averne versato il sangue. - Deut. 12:17
  • 361-67P - Porta pasti in offerta come prescritto dalla Torah - Lev. 2:1
  • 362-102N - Non mettere l'olio nelle offerte di cibo per una trasgressione involontaria. - Lev. 5:11
  • 363-103N - Non mettere l'incenso nelle offerte di cibo per una trasgressione involontaria. - Lev. 5:11
  • 364-138N - Non mangiare le offerte che devono essere bruciate dal Sacerdote. - Lev. 6:16
  • 365-124N - Non offrire in sacrificio cibi lievitati. - Lev. 6:10
  • 366-88P - I Sacerdoti mangino ciò che rimane dei pasti offerti. - Lev. 6:9
  • 367-83P - Cerca il Signore nella sua dimora, stabilisciti nel Suo nome e solo a Lui presenta i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici. - Deut. 12:5-6
  • 368-155NV - Non tardare a soddisfare un voto fatto al Signore. - Deut. 23:22
  • 369-84P - Offri tutti i sacrifici solo nel Tempio. - Deut. 12:14
  • 370-85P - Se fuori d'Israele, porta i sacrifici nel luogo scelto dal Signore. - Deut. 12:26
  • 371-90N - Non consumare sacrifici senza presentarli all'ingresso della dimora del Signore. - Lev. 17:4
  • 372-89NV - Non offrire i tuoi sacrifici in un luogo qualsiasi. - Deut. 12:13
  • 373-39P - Si offrano due agnelli ogni giorno. - Num. 28:3
  • 374-29P - Si tenga sempre accesa una luce sull'altare. - Lev. 6:6
  • 375-81N - Non spegnere mai la fiamma sull'altare. - Lev. 6:6
  • 376-30P - Il Sacerdote rimuova la cenere dall'altare tutti i giorni. - Lev. 6:3
  • 377-28P - Il Sacerdote bruci l'incenso tutti i giorni. - Es. 30:7
  • 378-25P - Il Sacerdote accenda la Menorah tutti i giorni. - Es. 27:20
  • 379-40P - Il Sacedote porti una sua offerta tutti i giorni. - Lev. 6:13
  • 380-41P - Nel giorno di sabato si offrino altri due agnelli. - Num. 28:9
  • 381-27P - Si collochino i pani dell'offerta ben in vista sulla tavola. - Es. 25:30
  • 382-42P - Si portino ulteriori offerte nel primo giorno del mese (Rosh Chodesh) - Num. 28:11
  • 383-43P - Si portino ulteriori offerte per tutti i giorni di Pesach. - Num. 28:19
  • 384-44P - Si porti al Sacerdote un omer della primizia del raccolto nel secondo giorno di Pesach. - Lev. 23:10
  • 385-161PVO - Ogni uomo conti sette settimane dopo l'offerta del nuovo frumento. - Lev. 23:15
  • 386-45P - Si portino ulteriori offerte durante la festa delle settimane (Shavuot). - Num. 28:26
  • 387-46P - Si portino a Shavuot due pani con rito di agitazione. - Lev. 23:17
  • 388-47P - Si portino offerte specifiche nel primo giorno del settimo mese o capodanno (Rosh haShana). - Num. 29:2
  • 389-48P - Si portino ulteriori offerte durante il decimo giorno del settimo mese o Yom Kippur. - Num. 29:8
  • 390-50P - Si portino offerte ulteriori durante ciascuno dei 7 o 8 giorni della Festa delle capanne (Sukot). - Num. 29:13
  • 391-51P - Si portino ulteriori specifiche offerte per l'ottavo giorno di Sukot (Shemini Atzeret). - Num. 29:35
  • 392-140NV - Non mangiare carne di animali destinati al sacrificio e successivamente diventati inadatti a esso. - Deut. 14:3
  • 393-129N - Non mangiare da sacrifici offerti con intenzioni non rette. - Lev. 7:18
  • 394-132N - Non si mangi carne che sia dichiarata immonda (piggul). - Lev. 7:18
  • 395-131NV - Non si mangi carne avanzata da sacrifici. - Lev. 19:8
  • 396-130N - Non mangiare da sacrifici diventati impuri (contaminati). - Lev. 7:19
  • 397-120N - Non lasciare avanzi del sacrificio di ringraziamento (Todà) sino alla mattina successiva. - Lev. 7:16
  • 398-91P - I Sacerdoti brucino gli avanzi. - Lev. 7:17
  • 399-90P - I Sacerdoti brucino tutti i sacrifici impuri. - Lev. 7:19
  • 400-49P - Si esegui il rituale specifico dello Yom Kippur secondo quanto prescritto nella Parasha Acharei Mot. - Lev. 16:3
  • 401-118P - Chi abbia profanato una proprietà ripaghi ciò che ha profanato maggiorato di un quinto e offra un sacrificio. - Lev. 5:16
  • 402-113NV - Non mettere al lavoro animali primogeniti consacrati. - Deut. 15:19
  • 403-114NV - Non tosare il primogenito consacrato. - Deut. 15:19
  • 404-55P - Si macelli il sacrificio di Pesach all'ora serale stabilita. - Es. 12:6
  • 405-115N - Non eseguire la macellazione finché possiedi del lievito. - Es. 22:18; 23:18
  • 406-56P - Si mangi l'agnello pasquale durante la notte stessa. - Es. 12:8
  • 407-57P - Si macelli il secondo sacrificio di Pesach nel 14 di Iyar. - Num. 9:2-11
  • 408-58P - Si mangi l'agnello di Pesach con pane azimo e erbe amare nella notte del 15 di Nisan. - Es. 12:8
  • 409-116N - Non lasciare nulla del sacrificio di Pesach sino alla mattina successiva. - Num. 9:11
  • 410-125N - Non mangiare il pasto di Pesach crudo o bollito. - Es. 12:9
  • 411-123N - Non consumare il cibo pasquale al di fuori dei confini della tua casa. - Es. 12:46
  • 412-128N - L'apostata non mangi il pasto di Pesach. - Es. 12:43
  • 413-126N - Il lavoratore non ebreo assunto permanentemente o stagionale non ne mangi. - Es. 12:45
  • 414-127N - Il maschio non circonciso non ne mangi. - Es. 12:48
  • 415-121N - Non rompere alcun osso del sacrificio di Pesach. - Es. 12:46
  • 416-122N - Non rompere alcun osso neppure dal secondo sacrificio di Pesach. - Num. 9:12
  • 417-117N - Non lasciare avanzi del pasto di Pesach sino alla mattina successiva. - Es. 12:10
  • 418-119N - Non lasciare avanzi del pasto di Pesach shenì (seconda occasione pasquale, a un mese lunare dalla prima) sino alla mattina successiva. - Num. 9:12
  • 419-118N - Non lasciare nulla delle offerte festive del giorno 14 sino al giorno 16 (Nisan) - Deut. 16:4
  • 420-53P - Visita il Tempio a Pesach, Shavuot e Sukot. - Deut. 16:16
  • 421-52P - Santifica queste tre ricorrenze (shalosh regalim) portando offerte di pace. - Es. 23:14
  • 422-54PVOD - Sii allegro in occasione delle tre feste. - Deut. 16:14
  • 423-156N - Non presentarti al Tempio senza offerte. - Deut. 16:16
  • 424-229N - Non astenerti dal rallegrarti con i Leviti e offri loro doni durante il giubileo. - Deut. 12:19
  • 425-16P - Raduna il popolo al termine dell'anno sabatico affinché ascolti e metta in pratica le parole di questa legge. - Deut. 31:12
  • 426-79PV - Consacra il primogenito dell'uomo o di un animale. - Es. 13:12
  • 427-148N - Il Sacerdote non si cibi di animali puri primogeniti prima che siano deposti nella spianata del Tempio. - Deut. 12:17
  • 428-108NV - Non riscattare gli animali primogeniti. - Num. 18:17
  • 429-78P - Separa per la consacrazione le decime degli animali. - Lev. 27:32
  • 430-109NV - Non riscattare le decime. - Lev. 27:33
  • 431-69P - Ogni persona porti un'offerta per le proprie colpe involontarie. - Lev. 4:27
  • 432-70P - Offri i sacrifici per sospensione di colpa (asham talui) se non sei sicuro della colpevolezza. - Lev. 5:17-18
  • 433-71P - Si porti l'offerta di trasgressioni per colpa certa (asham vadaï). - Lev. 5:25
  • 434-72P - Si presenti l'offerta in proporzione alle proprie disponibilità economiche. - Lev. 5:7-11
  • 435-68P - Il Sinedrio porti un'offerta quando cade in errore. - Lev. 4:13
  • 436-75P - Una donna porti un'offerta dopo aver avuto mestruazioni irregolari. - Lev. 15:28-29
  • 437-76P - Una donna che abbia partorito porti un'offerta dopo essere andata al bagno rituale (Mikvé). - Lev. 12:6
  • 438-74P - Un uomo guarito dalla gonorrea presenti un'offerta prima di recarsi al bagno rituale. - Lev. 15:13-14
  • 439-77P - Un uomo guarito dalla tzara'at (lebbra) presenti un'offerta dopo essersi recato al bagno rituale. - Lev. 14:10
  • 440-106NV - Non sostituire l'animale destinato al sacrificio. - Lev. 27:10
  • 441-87PV - Il nuovo animale, aggiunto o al posto di un altro, è anch'esso consacrato. - Lev. 27:10
  • 442-107NV - Non cambiare tipo di animale destinato al sacrificio. - Lev. 27:26
  • 443-107P - Applica le leggi dell'impurità rituale per il contatto con un morto. - Num. 19:14
  • 444-113P - Rispetta il rituale della giovenca rossa (Para Aduma). - Num. 19:2
  • 445-108P - Applica le leggi dell'acqua aspersa per la purificazione di chi è entrato in contatto con un morto. - Num. 19:21
  • 446-110PV - Il rituale per la purificazione del lebbroso avvenga secondo determinate norme - Lev. 13:12
  • 447-308NV - Il lebbroso non rimuova i segni della sua impurità. - Deut. 24:8
  • 448-307NV - Il lebbroso non rada i segni dell'impurità dai suoi capelli. - Lev. 13:33
  • 449-112PV - Il lebbroso renda nota la sua condizione stracciandosi le vesti, lasciandosi crescere i capelli e coprendo il suo labbro. - Lev. 13:45
  • 450-101PV - Rispetta il rituale prescritto per la purificazione del lebbroso. - Lev. 14:2
  • 451-111PV - Il lebbroso rada tutti i suoi peli il settimo giorno prima della purificazione. - Lev. 14:9
  • 452-102PV - Rispetta il rituale della lebbra per il vestiario. - Lev. 13:47
  • 453-103P - Rispetta il rituale della lebbra per le abitazioni. - Lev. 13:34
  • 454-99PV - Osserva le leggi sull'impurità rituale del flusso mestruale. - Lev. 15:19
  • 455-100PV - Osserva le leggi sull'impurità rituale della gravidanza. - Lev. 12:2
  • 456-106PV - Osserva le leggi sull'impurità rituale causata da perdite femminili irregolari. - Lev. 15:25
  • 457-104P - Osserva le leggi sull'impurità rituale causata dalla gonorrea. - Lev. 15:3
  • 458-96P - Osserva le leggi sull'impurità rituale provocata da un animale morto (chi tocca una carcassa sarà impuro fino a sera). - Lev. 11:39
  • 459-97P - Osserva le leggi sull'impurità rituale causata dagli otto animali immondi. - Lev. 11:29
  • 460-105P - Osserva le leggi sull'impurità dell'emissione del seme maschile. - Lev. 15:16
  • 461-98P - Osserva le leggi sull'impurità rituale riguardanti i cibi liquidi e solidi. - Lev. 11:34
  • 462-109PV - Ogni persona contaminata osservi una purificazione con un'immersione rituale nel Mikvé. - Lev. 15:16
  • 463-237P - Il tribunale valuti i danni provocati dall'incornata di un bue. - Es. 21:28
  • 464-240P - Il tribunale valuti i danni provocati da animali d'allevamento. - Es. 22:4
  • 465-238PV - Il tribunale valuti i danni provocati da un fosso o una cisterna scoperti. - Es. 21:33
  • 466-241PV - Il tribunale valuti i danni provocati dal fuoco. - Es. 22:5
  • 467-248NV - Non mancare di ripagare i tuoi debiti. - Lev. 19:11
  • 468-239PV - Il tribunale infligga al ladro la giusta punizione e al derubato il giusto indennizzo. - Es. 21:37
  • 469-208PVOD - Ognuno verifichi che i propri metri e misure siano accurati. - Lev. 19:36
  • 470-271NV - Non commettere ingiustizia secondo misure e pesi diversi. - Lev. 19:35
  • 471-272NV - Non possedere metri e pesi imprecisi anche se non sono utilizzati. - Deut. 25:13
  • 472-246N - Non spostare i limiti del campo illegalmente. - Deut. 19:14
  • 473-243NV - Non rapire. - Es. 20:13
  • 474-245NV - Non rapinare. - Lev. 19:13
  • 475-238NV - Non ritardare il pagamento di un salariato oltre il giorno. - Lev. 19:13
  • 476-265NV - Non desiderare e non tramare per ottenere i beni altrui. - Es. 20:14
  • 477-266NV - Non essere invidioso o geloso dei possedimenti altrui. - Deut. 5:18
  • 478-194PV - Restituisci gli oggetti rubati e, se non puoi, almeno il loro controvalore. - Lev. 5:23
  • 479-269N - Non ignorare un oggetto smarrito. - Deut. 22:3
  • 480-204PV - Restituisci gli oggetti smarriti. - Deut. 22:1
  • 481-236P - Il tribunale realizzi leggi contro colui che aggredisce il prossimo o danneggia l'altrui proprietà. - Es. 21:18
  • 482-289NV - Non uccidere. - Es. 20:13
  • 483-296N - Non accettare risarcimento economico quale espiazione di un omicida. - Num. 35:31
  • 484-225P - Il tribunale esilii l'assassino involontario in una città di rifugio. - Num. 35:25
  • 485-295N - Non accettare riscatto da un omicida involontario. - Num. 35:32
  • 486-292NV - Non uccidere l'assassino prima che abbia avuto un processo. - Num. 35:12
  • 487-247PV - Cerca di salvare chi è inseguito da qualcuno per essere ucciso. - Deut. 25:12
  • 488-293NV - Non avere pietà del persecutore. - Deut. 25:12; Num. 35:30
  • 489-297NV - Non rimanere ozioso se la vita di qualcuno è in pericolo. - Lev. 19:16
  • 490-182P - Si stabiliscano le sei città rifugio (per colpevoli involontari) e le strade per raggiungerle. - Deut. 19:3
  • 491-181P - Si spezzi il collo a un vitello presso la valle del fiume quando non si trovano colpevoli di un omicidio. - Deut. 21:4
  • 492-309N - Non lavorare né piantare presso la valle del fiume dove è stata compiuta la cerimonia di espiazione per un omicidio irrisolto. - Deut. 21:4
  • 493-298NV - Non lasciare buche o ostacoli sulla tua proprietà. - Deut. 22:8
  • 494-184PVOD - Costruisci un parapetto attorno al tuo terrazzo, perché non sia di pericolo ad altri. - Deut. 22:8
  • 495-299NV - Non porre ostacoli davanti ad un cieco (né dare consigli dannosi) (Lifnei iver). - Lev. 19:14
  • 496-202PV - Aiuta chiunque a togliere il peso da un animale che è caduto e non può più trasportarlo. - Es. 23:5
  • 497-203PV - Aiuta chiunque a risistemare il carico sulle proprie bestie. - Deut. 22:4
  • 498-270NV - Non lasciare che gli altri si estenuino con i propri carichi (piuttosto aiutali a caricare oppure scaricare). - Deut. 22:4
  • 499-245PV - Vendi ed acquista secondo la legge della Torah. - Lev. 25:14
  • 500-250NV - Non sopravvalutare o sottostimare un oggetto a tuo vantaggio. - Lev. 25:14
  • 501-251NV - Non insultare gli altri e non nuocere loro con le parole. - Lev. 25:17
  • 502-253NV - Non ingannare un convertito su questioni di soldi. - Es. 22:20
  • 503-252NV - Non insultare né ferire con le tue parole un convertito. - Es. 22:20
  • 504-232P - Se si acquista uno schiavo ebreo, farlo secondo le leggi prescritte. - Es. 21:2
  • 505-258N - Non venderlo come viene venduto uno schiavo comune. - Lev. 25:42
  • 506-259N - Non farlo lavorare in maniera oppressiva e se non necessario. - Lev. 25:43
  • 507-260N - Non permettere che un non ebreo lo faccia lavorare in maniera oppressiva. - Lev. 25:53
  • 508-257N - Non far lavorare un tuo fratello ebreo come schiavo. - Lev. 25:39
  • 509-196PV - Consegna doni mentre liberi uno schiavo. - Deut. 15:14
  • 510-233NV - Non mandare via un servo a mani vuote. - Deut. 15:13
  • 511-234P - Riscatta la schiava ebrea. - Es. 21:8
  • 512-233P - Se si destina una schiava ebrea a sé o al proprio figlio, la si sposi. - Es. 21:8
  • 513-261N - Non vendere una donna ebrea come straniera. - Es. 21:8
  • 514-235PV - Trattare gli schiavi Cananei senza asprezza. - Lev. 25:46
  • 515-254NV - Non riconsegnare al padrone un ebreo rifugiato presso di te. - Deut. 23:16
  • 516-255NV - Non molestare uno schiavo fuggito e rifugiato presso di te. - Deut. 23:15-17
  • 517-243PV - Il tribunale legiferi sui rischi provenienti dal lavoro di guardiano. - Es. 22:9
  • 518-200PV - Paga il salario il giorno stesso che è guadagnato. - Deut. 24:15
  • 519-247NV - Non trattenere i salari ai lavoratori. - Lev. 19:13
  • 520-201PV - Il lavoratore salariato può mangiare, senza portarne via, dalla vigna del suo padrone. - Deut. 23:25
  • 521-267NV - Il lavoratore non mangi mentre presta servizio. - Deut. 23:26
  • 522-268NV - Il lavoratore non prenda più di quanto possa mangiare. - Deut. 23:25
  • 523-219NV - Non mettere la museruola al bue durante la trebbiatura. - Deut. 25:4
  • 524-244PV - Il tribunale legiferi su perdita o danneggiamento di beni presi in prestito. - Es. 22:13
  • 525-242PV - Il tribunale legiferi sul furto di beni presi in prestito. - Es. 22:6
  • 526-197PVOD - Concedi prestiti ai poveri. - Es. 22:24
  • 527-234NV - Non insistere per essere pagato se sai che non hanno denaro. - Es. 22:24
  • 528-142PV - Nell'anno sabbatico puoi insistere con l'idolatra perché ti paghi. - Deut. 15:3
  • 529-239NV - Il creditore non prenda pegno dal debitore. - Deut. 24:10
  • 530-199PV - Restituisci il pegno al debitore quando ne ha bisogno. - Deut. 24:13
  • 531-240NV - Non ritardarne la restituzione quando necessaria. - Deut. 24:12
  • 532-241NV - Non chiedere pegno a una vedova. - Deut. 24:17
  • 533-242NV - Non prendere in pegno utensili atti a preparare il cibo. - Deut. 24:6
  • 534-235NV - Non prestare a usura. - Lev. 25:37
  • 535-237NV - Non prendere a prestito a usura. - Deut. 23:20
  • 536-236NV - Non prestare a usura a gente del tuo popolo. - Es. 22:24
  • 537-198PV - Presta e prendi a prestito dagli idolatri con l'interesse. - Deut. 23:21
  • 538-246PV - Il tribunale legiferi in materia di frode e querela. - Es. 22:8
  • 539-248PV - Il tribunale legiferi in materia di eredità. - Num. 27:8
  • 540-176P - Si nominino dei giudici. - Deut. 16:18
  • 541-284NV - Non nominare giudici che non abbiano conoscenza delle procedure giudiziarie secondo la Torah. - Deut. 1:17
  • 542-175PVOD - Si decida a maggioranza in caso di disaccordo legale. - Es. 23:2
  • 543-282N - Il tribunale, al fine di emettere una sentenza di morte, non si accontenti della maggioranza per un solo voto. - Es. 23:2
  • 544-283N - Il giudice non valuti sulla base di un altro giudizio, né secondo la maggioranza - Es. 23:2
  • 545-229P - Il tribunale applichi la pena di morte per lapidazione, secondo la colpa. - Deut. 22:24
  • 546-228P - Il tribunale applichi la pena di morte tramite rogo, secondo la colpa. - Lev. 20:14
  • 547-226P - Il tribunale applichi la pena di morte per trafittura da spada, secondo la colpa. - Es. 21:20
  • 548-227P - Il tribunale applichi la pena di morte per strangolamento, secondo la colpa. - Lev. 20:10
  • 549-230P - Il tribunale appenda i lapidati per blasfemia o idolatria. - Deut. 21:22
  • 550-231PV - Si seppellisca il condannato a morte il giorno stesso in cui è stato ucciso. - Deut. 21:23
  • 551-66NV - Non rimandare la sepoltura oltre la notte. - Deut. 21:23
  • 552-310N - Il tribunale non lasci in vita lo stregone. - Es. 22:17
  • 553-224P - Il tribunale infligga frustate al malfattore. - Es. 25:2
  • 554-300NV - Il tribunale non infligga un numero maggiore di frustate rispetto a quanto prescritto. - Deut. 25:3
  • 555-290N - Il tribunale non condanni a morte alcuno sulla base di prove circostanziali. - Es. 23:7
  • 556-294NV - Il tribunale non punisca chi sia stato costretto a compiere un delitto. - Deut. 22:26
  • 557-279N - Il giudice non abbia pietà di un assassino o di un aggressore durante un processo. - Deut. 19:13
  • 558-277NV - Il giudice non abbia compassione del povero durante un processo. - Lev. 19:15
  • 559-275NV - Il giudice non abbia riguardo per un grand'uomo durante un processo. - Lev. 19:15
  • 560-278NV - Il giudice non giudichi in maniera iniqua un criminale abituale o tale ritenuto. - Es. 23:6
  • 561-273NV - Il giudice non distorca la legge. - Lev. 19:15
  • 562-280NV - Il giudice non distorca un caso che coinvolga un convertito od un orfano. - Deut. 24:17
  • 563-177PV - Un giudice lavori con correttezza. - Lev. 19:15
  • 564-276NV - Il giudice non si faccia intimorire da una persona violenta durante il giudizio. - Deut. 1:17
  • 565-274NV - Il giudice non accetti tangenti. - Es. 23:8
  • 566-281NV - Il giudice non accetti testimonianze se non sono presenti entrambe le parti. - Es. 23:1
  • 567-315NV - Non maledire i giudici. - Es. 22:27
  • 568-316N - Non maledire un re o capo di Stato o il capo del Sinedrio. - Es. 22:27
  • 569-317N - Non maledire alcun ebreo onesto. - Lev. 19:14
  • 570-178PV - Chiunque possieda prove testimonii in tribunale. - Lev. 5:1
  • 571-179PV - Si interroghino con attenzione i testimoni. - Deut. 13:15
  • 572-291N - Un testimone non faccia da giudice in un processo per un crimine capitale. - Deut. 19:17
  • 573-288N - Non considerare sufficiente il racconto di un solo testimone. - Deut. 19:15
  • 574-286NV - I colpevoli non siano chiamati a testimoniare sotto giuramento. - Es. 23:1
  • 575-287NV - I parenti dei contendenti non testimonino. - Deut. 24:16
  • 576-285NV - Non testimoniare il falso. - Es. 20:13
  • 577-180P - Si puniscano le false testimonianze con le stesse pene dell'imputato. - Deut. 19:19
  • 578-174PV - Ci si comporti secondo le regole dettate dal Sinedrio. - Deut. 17:11
  • 579-312NV - Non contravvenire a quanto deciso dal Sinedrio. - Deut. 17:11
  • 580-313NV - Non aggiungere precetti ai comandamenti della Torah scritta o orale. - Deut. 13:1
  • 581-314NV - Non cancellare la Torah di alcun comandamento, per intero o in parte. - Deut. 13:1
  • 582-318NV - Non maledire tuo padre e tua madre. - Es. 21:17
  • 583-319NV - Non picchiare tuo padre e tua madre. - Es. 21:15
  • 584-210PVOD - Rispetta tuo padre e tua madre. - Es. 20:12
  • 585-211PVOD - Abbi timore reverenziale per tua madre e tuo padre. - Lev. 19:3
  • 586-195NV - Non mangiare o bere più di quanto sia necessario. - Lev. 19:26
  • 587-37PV - Il Sacerdote osservi il lutto rendendosi impuro - Lev. 21:3
  • 588-168N - Il Sommo Sacerdote non si renda immondo neppure per suo padre o per sua madre. - Lev. 21:11
  • 589-167N - Il Sommo Sacerdote non si avvicini ad alcun cadavere. - Lev. 21:11
  • 590-166NV - Il Sacerdote non si renda immondo per il contatto con un cadavere se non quello di un parente stretto. - Lev. 21:1
  • 591-173P - Si nomini un re a capo d'Israele. - Deut. 17:15
  • 592-362N - Non nominare re un non ebreo né un convertito. - Deut. 17:15
  • 593-364N - Il re non abbia troppe mogli. - Deut. 17:17
  • 594-363N - Il re non possieda troppi cavalli. - Deut. 17:16
  • 595-365N - Il re non possieda troppo oro e argento. - Deut. 17:17
  • 596-187P - Distruggi le sette nazioni idolatre di Canaan. - Deut. 20:17
  • 597-49N - Non permettere che alcuno di loro rimanga in vita. - Deut. 20:16
  • 598-188PV - Distruggi l'intera discendenza di Amalek. - Deut. 25:19
  • 599-189PV - Ricorda ciò che Amalek fece al popolo ebraico quando uscì dall'Egitto. - Deut. 25:17
  • 600-59N - Non dimenticare le atrocità e gli agguati di Amalek durante il viaggio dall'Egitto attraverso il deserto. - Deut. 25:19
  • 601-46NV - Non risiedere permanentemente in Egitto. - Deut. 17:16
  • 602-190P - Offri condizioni di pace agli abitanti di una città durante l'assedio, e trattali secondo le leggi della Torah se essi le accetteranno. - Deut. 20:10
  • 603-56N - Non offrire la pace agli Ammoniti ed ai Moabiti durante l'assedio. - Deut. 23:7
  • 604-57NV - Non abbattere alberi da frutto neppure durante una battaglia. - Deut. 20:19
  • 605-192P - Organizza delle latrine al di fuori degli accampamenti. - Deut. 23:13
  • 606-193P - Predisponi un badile per ogni soldato, col quale egli possa scavare. - Deut. 23:14
  • 607-191P - Nomina un Sacerdote che parli coi soldati durante la guerra. - Deut. 20:2
  • 608-214PVO - Colui che ha preso moglie, costruito casa o piantato una vigna, abbia un anno per rallegrarsi di ciò che possiede. - Deut. 24:5
  • 609-311NV - Non esigere da uno sposo al suo primo anno di matrimonio alcun obbligo civile né militare. - Deut. 24:5
  • 610-58N - Non temere il nemico in tempo di guerra. - Deut. 20:1
  • 611-221P - Rispetta le leggi della donna catturata in battaglia. - Deut. 21:11
  • 612-263N - Non vendere una donna come schiava quando non la desideri più. - Deut. 21:14
  • 613-264N - Non ridurre in schiavitù la donna con cui hai avuto una relazione. - Deut. 21:14

Sal. 139:9-10 Ovunque

Salmi 139:9-10 NR06 [9] Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, [10] anche là mi condurrà la tua mano e mi affe...