sabato, novembre 30, 2024

Fil. 2:6-7 Svuotò sé stesso

Lettera ai Filippesi 2:6-7 NR06
[6] il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, [7] ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;

Come la mettiamo con con quelli che molto grossolanamente credono che Gesù riuscì a sopportare le torture e la croce perché "essendo Dio non sentiva niente"?

venerdì, novembre 29, 2024

Romani 12:1-2 Un sacrificio vivente

Lettera ai Romani 12:1-2 NR06
[1] Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. 
[2] Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

Consacrare a Dio la propria vita è un atto anticonformista rispetto al pensiero dominante nel mondo.
È una trasformazione totale dell'individuo, attraverso un totale rinnovamento di mentalità. 
Cos' è che reclama la nostra totale dedizione, secondo i dettami del mondo? A cosa ci stiamo offrendo come sacrificio vivente? Cosa assorbe il nostro tempo e le nostre energie?  A cosa stiamo dedicando la nostra  vita? Al lavoro? Al nostro hobby preferito? Al denaro? Al sesso?  Ai social? Ad una qualche forma di dipendenza? Siamo soddisfatti di tutto ciò?
Perché non rinnovare la nostra mente e non consacrare la nostra vita a Dio? Soltanto così potremmo conoscere la sua volontà, sulla quale probabilmente più volte ci siamo interrogati o addirittura contro la quale abbiamo inveito, per scoprire invece che Dio fa conoscere la sua volontà ai suoi figlioli, e che essa è buona, gradita e perfetta.

Mt. 22:36-40 Il gran comandamento

Vangelo secondo Matteo 22:36-40 NR06
[36] «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» [37] Gesù gli disse: «“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. [38] Questo è il grande e il primo comandamento. [39] Il secondo, simile a questo, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. [40] Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

giovedì, novembre 28, 2024

1 Cr. 16:8-36 Lodare e celebrare

Lodare e celebrare il Signore cosi come mi capita di fare ad esempio per un musicista che ammiro particolarmente.

Celebrare (Treccani): esaltare, glorificare, inneggiare (a), onorare, [per lo più in senso fig.] decantare.
elogiare, lodare. 



Primo libro delle Cronache 16:8-36 NR06
[8] «Lodate il Signore, invocate il suo nome; fate conoscere le sue gesta fra i popoli. [9] Cantategli, salmeggiategli, meditate su tutte le sue meraviglie. [10] Gloriatevi del suo santo nome; si rallegri il cuore di quelli che cercano il Signore! [11] Cercate il Signore e la sua forza, cercate sempre il suo volto! [12] Ricordatevi delle meraviglie che egli ha fatte, dei suoi miracoli e dei giudizi della sua bocca, [13] o voi, discendenza d’Israele, suo servo, figli di Giacobbe, suoi eletti! [14] Egli, il Signore, è il nostro Dio; i suoi giudizi si impongono su tutta la terra. [15] Ricordatevi per sempre del suo patto, della parola da lui data per mille generazioni, [16] del patto che fece con Abraamo, del suo giuramento fatto a Isacco [17] e che confermò a Giacobbe come uno statuto, a Israele come un patto eterno, [18] dicendo: “A te darò il paese di Canaan come tua parte di eredità”. [19] Non erano allora che poca gente, pochissimi e stranieri nel paese, [20] e andavano da una nazione all’altra, da un regno a un altro popolo. [21] Egli non permise a nessuno di opprimerli; anzi, castigò dei re per amor loro, [22] dicendo: “Non toccate i miei unti e non fate male ai miei profeti”. [23] Cantate al Signore, abitanti di tutta la terra, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza! [24] Raccontate la sua gloria fra le nazioni e le sue meraviglie fra tutti i popoli! [25] Perché il Signore è grande e degno di sovrana lode; egli è tremendo sopra tutti gli dèi. [26] Poiché tutti gli dèi dei popoli sono idoli vani, ma il Signore ha fatto i cieli. [27] Splendore e maestà sono davanti a lui, forza e gioia sono nella sua dimora. [28] Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e forza. [29] Date al Signore la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite in sua presenza. Prostratevi davanti al Signore vestiti di sacri ornamenti, [30] tremate davanti a lui, abitanti di tutta la terra! Il mondo è stabile e non sarà smosso. [31] Si rallegrino i cieli e gioisca la terra! Si dica fra le nazioni: “Il Signore regna”. [32] Risuoni il mare e quanto esso contiene; esulti la campagna e tutto quel che è in essa. [33] Gli alberi delle foreste esultino davanti al Signore, poiché egli viene a giudicare la terra. [34] Celebrate il Signore, perché egli è buono, perché la sua bontà dura per sempre. [35] E dite: “Salvaci, o Dio della nostra salvezza! Raccoglici fra le nazioni e liberaci, affinché celebriamo il tuo santo nome e mettiamo la nostra gloria nel lodarti”. [36] Benedetto sia il Signore, Dio d’Israele, d’eternità in eternità!» E tutto il popolo disse: «Amen!» e lodò il Signore.

martedì, novembre 26, 2024

Is. 41:10 Non devo temere

Isaia 41:10 NR06
[10] Tu, non temere, perché io sono con te; 
non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; 
io ti fortifico
io ti soccorro
io ti sostengo con la destra della mia giustizia.

Seconda lettera ai Corinzi 5:17-20 Riconciliazione con Dio

Seconda lettera ai Corinzi 5:17-20 NR06
[17] Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. 
[18] E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. 
[19] Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. 
[20] Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio.


lunedì, novembre 25, 2024

Rom. 15:5-7 Pazienza e consolazione

Lettera ai Romani 15:4-7 NR06
[4] Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché, mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza.

L' Antico Testamento o meglio, la Bibbia Ebraica, fu scritta per istruirci, facendoci crescere nella pazienza e nella consolazione, ed aiutarci mantenere la speranza nelle promesse di Dio.

[5] Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di avere tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, 

Dio stesso mostra pazienza nei confronti di noi  peccatori e ci offre la sua consolazione rispetto agli affanno che la vita nella carne ci riserva.

[6] affinché di un solo animo e di una stessa bocca glorifichiate il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo. [7] Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.


domenica, novembre 24, 2024

Gv 1:14 Parlano i testimoni

Vangelo secondo Giovanni 1:14 NR06 [14] E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.  

Vangelo secondo Giovanni 1:1 NR06
[1] Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.

Dio si è fatto carne e per un periodo di tempo ha abitato tra gli uomini.

Dio fatto uomo, era pieno di grazia e di verità.

Vangelo secondo Giovanni 1:12 NR06
[12] ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome,

Vangelo secondo Giovanni 1:16 NR06
[16] Infatti dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.”».

Vangelo secondo Giovanni 1:17 NR06
[17] Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo.

Vangelo secondo Giovanni 14:6 NR06
[6] Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

sabato, novembre 23, 2024

4 modi per ottenere la saggezza di Dio

La nostra capacità di acquisire la saggezza di Dio non è tanto una questione di fare quanto di essere. Non è tanto un'attività quanto un atteggiamento.

UNO SPIRITO UMILE (PROV. 1:7, GIOBBE 28:28) 
Il fondamento della saggezza divina è uno spirito umile. Implica riconoscere i nostri limiti umani e riconoscere la supremazia di Dio. "Temere il Signore" non significa rannicchiarsi nel terrore, ma stare in riverente timore reverenziale, pienamente consapevoli della Sua grandezza e della nostra dipendenza da Lui. Questo atteggiamento apre la porta alla saggezza di Dio.

UN’ANIMA AFFAMATA (COL. 1:13) 
Quando accettiamo Cristo e passiamo al Suo regno, inizia il nostro viaggio spirituale. Proprio come un’anima affamata impara con entusiasmo una nuova cultura, noi dobbiamo essere affamati della saggezza di Dio. Ciò richiede la ricerca attiva del nutrimento spirituale attraverso la preghiera, lo studio e la comunione. Quanto più desideriamo la saggezza di Dio, tanto più abilmente percorriamo il cammino verso il Suo regno.

UN CUORE ASCOLTANTE (1 RE 3:9) 
Come la richiesta di Salomone di un cuore che ascolta, dobbiamo coltivare l'arte dell'ascolto. La saggezza di Dio è ovunque intorno a noi, disponibile attraverso la Sua Parola e la saggezza di coloro che hanno camminato con Lui prima di noi. I proverbi ci ricordano che ascoltare i saggi consigli arricchisce la nostra comprensione. Dobbiamo allenarci ad ascoltare attivamente e attentamente sia Dio che i suoi messaggeri.

UNA MENTE CHE ASCOLTA (DEUT. 4:5-6)
La vera saggezza è incompleta senza obbedienza. Comprendere il nostro bisogno di Dio, desiderare la Sua saggezza e ascoltare attivamente la Sua guida è vitale, ma la saggezza prende vita quando ci impegniamo a vivere la Sua Parola. Non basta possedere la Sua Parola; dobbiamo obbedirgli per essere veramente saggi. 


In sostanza, la saggezza di Dio ci dà il potere di navigare abilmente nelle complessità della vita. È l'arte di agire con saggezza con la conoscenza che abbiamo, affidando a Dio l'ignoto. Il viaggio per acquisire la saggezza di Dio è segnato da uno spirito umile, un'anima affamata, un cuore che ascolta e una mente attenta, e conduce a una vita caratterizzata da decisioni abili, obbedienti e guidate da Dio.


Prov. 18:10-11 Torri reali ed immaginarie

Proverbi 18:10-11 NR06
[10] Il nome del Signore è una forte torre; il giusto vi corre e vi trova un alto rifugio. 
[11] I beni del ricco sono la sua roccaforte; sono come un’alta muraglia, nella sua immaginazione.

giovedì, novembre 21, 2024

Perché Gesù è stato battezzato?

Prima che Gesù iniziasse il Suo ministero terreno di proclamazione del regno a venire, andò al fiume Giordano per essere battezzato da Giovanni Battista (Vangelo secondo Matteo 3:13 NR06
[13] Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato). 
Sapendo che Gesù era il Messia, Giovanni pensava che avrebbe dovuto essere battezzato da Gesù e non viceversa (Vangelo secondo Matteo 3:14 NR06
[14] Ma questi vi si opponeva dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?»).

Gesù dice a Giovanni di battezzarlo subito perché è la cosa giusta da fare per compiere ogni giustizia (Vangelo secondo Matteo 3:15 NR06
[15] Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare). 
Questa affermazione include due idee principali che si trovano nel Vangelo di Matteo: adempimento e giustizia. Allora, cosa intende Gesù con questo?

In primo luogo, Gesù mostra una giustizia perfetta seguendo i modelli e le predizioni bibliche sul Messia. Questo adempimento della Bibbia è chiaro quando Gesù viene battezzato, momento chiave in cui lui e Giovanni presentano il Messia al popolo di Israele. Questo atto santo, che dà inizio al ministero di Gesù, porta immediatamente al compimento delle profezie bibliche.

Quando lo Spirito scende su Gesù come una colomba (simile ai riferimenti in Isaia 11:1-2* e 42:1**, e paralleli in Matteo 12:18 e 28), e la voce di Dio dal cielo approva suo Figlio (simile ai Salmi 2 :7 e Isaia 42:1, con una scena simile in Matteo 17:5), è chiaro che Gesù adempie queste profezie.

In secondo luogo, durante il suo battesimo, Gesù, assumendo il ruolo del Servo sofferente, annuncia e mostra la giustizia che i profeti immaginavano. “Compiere ogni giustizia” significa che il battesimo di Gesù è molto importante per rivelare il piano di Dio e per instaurare il giusto rapporto tra il mondo e Dio.

Inoltre, il battesimo di Gesù è un modo per identificarsi con i giusti pentiti in Israele, come si vede in Matteo 3:5-6. ([5] Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la regione intorno al Giordano accorrevano a lui; [6] ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.)

Anche se non ha peccato, Gesù sceglie di essere battezzato come un modo per mostrare la sua umiltà, aspettando con ansia il suo ministero per persone umili ma pentite, come mostrato in Matteo 2:23, 11:19, 12:20 e 21: 5. Questo atteggiamento umile viene presto messo alla prova da Satana, che tenta Gesù con la gloria mondana, cercando di convincerlo ad abbandonare l'umile cammino iniziato con il suo battesimo. Tuttavia, i tentativi di Satana falliscono.

*Isaia 11:1-2 NR06
[1] Poi un ramo uscirà dal tronco d’Isai, un rampollo spunterà dalle sue radici. [2] Lo Spirito del Signore riposerà su di lui: Spirito di saggezza e d’intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore.
** Isaia 42:1 NR06
[1] «Ecco il mio servo, io lo sosterrò; il mio eletto di cui mi compiaccio; io ho messo il mio Spirito su di lui, egli manifesterà la giustizia alle nazioni.

martedì, novembre 19, 2024

Sal. 31:19-20 Al riparo dalla maldicenza

Salmi 31:19-20 NR06
[19] Quant’è grande la bontà che tu riservi a quelli che ti temono e di cui dai prova in presenza dei figli degli uomini, verso quelli che confidano in te! [20] Tu li nascondi all’ombra della tua presenza, lontano dalle macchinazioni degli uomini; tu li custodisci in una tenda, al riparo dalla maldicenza.

lunedì, novembre 18, 2024

Mt 5:9 Adoperarsi per la pace

Vangelo secondo Matteo 5:9 NR06
[9] Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

I figli di Dio non possono non adoperarsi per la pace, la vera pace, la pace di Cristo.

Vangelo secondo Giovanni 14:27 NR06
[27] Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. (...)

domenica, novembre 17, 2024

sabato, novembre 16, 2024

Deu. 31:8 La nostra guida

Deuteronomio 31:8 NR06
[8] Il Signore cammina egli stesso davanti a te; 
egli sarà con te; 
non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti d’animo».

venerdì, novembre 15, 2024

Fil. 4:19 Siamo ricchi

Lettera ai Filippesi 4:19 NR06
[19] Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù.

mercoledì, novembre 13, 2024

Mc 4:39-41 L'Onnipotente

Vangelo secondo Marco 4:39-41 NR06
[39] Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia. 
[40] Egli disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?» 
[41] Ed essi furono presi da gran timore e si dicevano gli uni gli altri: «Chi è dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?»

"Il fatto che Gesù dorma esprime la sua fiducia totale e la sua autorità sulla creazione. I discepoli, invece, sono presi dal panico, dimostrando la loro mancanza di fede."

martedì, novembre 12, 2024

Sostiuisci la lamentela con la riconoscenza

https://www.notiziecristiane.com/sostituisci-la-lamentela-con-la-riconoscenza/

Sostituisci la Lamentela con la Riconoscenza
17 Marzo 2015
Lamentarsi è qualcosa che oggigiorno viene alquanto spontaneo. La lagnanza non produce nulla di positivo, anzi alimenta il problema e la veduta pessimistica della situazione. La maggior parte dei nostri problemi sono in realtà situazioni alterate dal nostro modo di vedere le cose, o dal pessimismo presente in noi.
Molte volte perché “danneggiati” da esperienze passate, si diventa oltremodo prevenuti verso quelle future.

La lamentela è molto presente purtroppo anche nella vita dei credenti, il più delle volte si crede di più nella “dea Lamentela” che in Gesù Cristo.
Solitamente chi si lamenta ha una visione delle cose molto limitata, una visione molto materialistica delle cose. Un atteggiamento lamentoso denota più una visione pessimistica che positiva.
Il lamento è contagioso, se ci si lascia andare, il parlare influisce molto sull’ambiente e rosicchia la positività di chi sta accanto.
Lagnarsi non cambia le cose, non è appropriato farlo perché non produce nulla di buono anzi influenza noi stessi e l’ambiente intorno a noi.

L’apostolo Paolo dirà: “In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”. 1 Tessalonicesi 5:18

Una storia ebraica narra di un uomo che va dal suo rabbino per lamentarsi.

“La vita è insopportabile. Viviamo in otto in una sola camera. Che possiamo fare?”.
Il rabbino risponde: “Avete una capra, no? Allora, portatela con voi nella vostra camera”.
L’uomo è incredulo del consiglio, ma il rabbino insiste: “Fai come ti dico, e poi torna fra una settimana”.
Una settimana più tardi l’uomo ritorna ed è ancora più affranto di prima. “Non possiamo più sopportare la cosa: la capra è sporca e puzza”.
Il rabbino, così, gli dice: “Torna a casa, e fanne uscire la capra. Poi torna da me fra una settimana!”.
Una settimana più tardi l’uomo ritorna tutto radiante, ed esclama: “Grazie a Dio! La vita è bella! Ora che non abbiamo più la capra in casa, ci godiamo ogni minuto della nostra vita, … noi nove da soli!”.

Occorre essere riconoscenti, capire ed evidenziare sempre gli aspetti positivi delle cose e delle persone, mettendo in risalto il bene anziché il male.
La gioia non può essere messa in discussione dalle circostanze, l’equilibrio si trova nel ringraziare sempre Dio.
“Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.” Filippesi 4:4
Non deve essere una forzatura, nemmeno si deve essere spinti dal “pensiero positivo”, ma rallegrarsi in fede sapendo che siamo nelle mani di Dio e che tutto è sotto il Suo controllo:
“Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.” Ebrei 11:1

Paolo nella sua vita imparò questo: “So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza.” Filippesi 4:12
Il credente deve maturare dentro di se la gioia come frutto dello Spirito, cioè il carattere di Cristo, una gioia che supera ogni ostacolo, una gioia inalterabile.
La stessa gioia di cui sono possessori tanti credenti che pur essendo perseguitati e maltrattati, sono gioiosi e sperano nel Signore.
Lo stesso Giobbe quando fu colpito da diverse calamità abbattutesi sulla sua casa e sulla sua stessa vita disse: “Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; il SIGNORE ha dato, il SIGNORE ha tolto; sia benedetto il nome del SIGNORE” Giobbe 1:21

Durante alcuni viaggi missionari che ho fatto in paesi poveri nel mondo, ho potuto vedere cristiani vivere in profonda povertà, miseria, malattia, senzatetto, senza cibo, lebbrosi … eppure in loro la gioia era presente. Durante i loro incontri spirituali si sentiva in modo tangibile la loro gioia, il loro sorriso era contagioso, non c’era spazio per la lamentela.
Contrariamente in occidente, tanti cristiani che hanno tutto e fin troppo, sono lamentosi, scontenti e pessimisti … perché?
I nostri “fratelli” in miseria, sicuramente hanno sperimentato che Dio è tutto per loro, quando hanno Dio nel cuore ne sono appagati e felici, potrebbero perdere la stessa vita non ne farebbero un dramma, loro aspettano la vera vita quella Eterna che Dio ha preparato per tutti coloro che credono in Lui. Hanno realizzato che sono di “passaggio” su questa terra, sono pellegrini.
Il ringraziamento deve renderci capaci di sopravvivere a qualunque tempesta della vita.

Dobbiamo imparare ad essere grati a Dio per ciò che abbiamo e non farci scoraggiare da quello che non abbiamo.
C’è un grande lavoro da fare su se stessi. Parecchi cristiani stanno diventando sempre più materialisti, attaccati a tutto ciò che riguarda questa terra e non aspirano più alle cose di lassù come esorta l’apostolo Paolo.
“Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” Colossesi 3:2

L’ingratitudine è una delle più grandi carenze dell’uomo. Essa limita la benedizione di Dio nella nostra vita.
Nella Bibbia troviamo un racconto molto significativo a riguardo:
“Nel recarsi a Gerusalemme, Gesù passava sui confini della Samaria e della Galilea. Come entrava in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali si fermarono lontano da lui, e alzarono la voce, dicendo: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!» Vedutili, egli disse loro: «Andate a mostrarvi ai sacerdoti». E, mentre andavano, furono purificati. Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce; e si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo. Or questo era un Samaritano. Gesù, rispondendo, disse: «I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato nessuno che sia tornato per dare gloria a Dio tranne questo straniero?» E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato.” Luca 17:11-19

Tutti furono guariti dalla lebbra ma solo UNO ritorna da Gesù per ringraziarlo.

Gesù denuncia gli altri che non ringraziarono, esclamò: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?” Sono parole molto forti quelle di Gesù.
Molta gente vive come se tutto gli è dovuto, e lo stesso atteggiamento si riflette su Dio, infatti quando qualcosa non va, o avviene qualche catastrofe ecco che le imprecazioni sono subito contro Dio.
In realtà Dio non ci deve nulla, e tutto quello che abbiamo, poco o tanto che sia è un dono della Sua mano e per questo dovremmo essere riconoscenti.
Quei lebbrosi non tornarono a ringraziare Gesù, eppure avevano ricevuto una grande guarigione e liberazione.
La lebbra a quei tempi era una malattia tremenda… ed anche oggi un po’ spaventa.
Personalmente ho incontrato gente colpita dalla lebbra … è una malattia cruenta e spietata.
Inoltre a quei tempi la gente colpita da questa patologia veniva allontanata, discriminata, separata dai propri famigliari per il rischio di contagio. Erano destinati a una morte lenta e solitaria.
I nove lebbrosi che realizzarono questa potente guarigione per mano di Gesù non sentirono il bisogno e la necessità di ringraziarlo.
Gesù si aspetta da ciascuno di noi riconoscenza.
Nel momento in cui siamo riconoscenti un’ulteriore benedizione scende sulla nostra vita. Infatti l’unico che ritorna a ringraziare ottiene anche la Salvezza mediante la fede: “E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”.

Questa storia mostra un po’ la percentuale del mondo di allora, uno su dieci, chissà al giorno d’oggi a quanto corrisponde la percentuale visto che la Bibbia stessa afferma: “Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio” 2 Timoteo 3:1-4

Come potete leggere, in questo triste ma reale elenco ci sono anche gli ingrati.

Non c’è un comandamento preciso sul ringraziamento perché il comandamento deve partire dall’uomo, dal suo interiore; non avrebbe senso un comandamento che ti impone di ringraziare, che ringraziamento sarebbe? Chi accetterebbe un tale ringraziamento non spontaneo, non sentito?

Se abbiamo ricevuto qualcosa da Dio è giusto che noi mostriamo riconoscenza al di là che sentiamo di farlo o meno, anche se il non sentire tale bisogno è un campanello di allarme.
La gratitudine è la logica dell’intelligenza e del cuore retto, chi comprende e possiede un cuore onesto, non può fare a meno di ringraziare.

Se diamo un’occhiata al sistema sacrificale nell’Antico Testamento, possiamo fare una suddivisione:
• Sacrifici volontari, o di “odore soave”: Olocausto, oblazione e sacrificio di riconoscenza. Bruciati sull’altare, figura della consacrazione volontaria di Cristo.
• Sacrifici espiatori: Per il peccato e per colpa. Figura espiatoria di Cristo.

Come potete notare il sacrificio di riconoscenza era compreso nei sacrifici VOLONTARI, spontanei, sacrifici che Dio si aspettava ma che dovevano partire dal cuore dell’uomo in risposta alla provvidenza e misericordia divina.

Per chi conosce Dio il rimedio alla lamentela esiste, la lamentela va sostituita con la riconoscenza e con la preghiera.
“Essi non gridano a me con il loro cuore, ma si lamentano sui loro letti” Osea 7:14
Se ci sono delle cose che di fatto non vanno, invece di lamentarti dovresti gridare a Dio, invocare Colui che può sostenerti e può trasformare le circostanze intorno a te.

Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com

Sal 68:19 Sostituisci la preoccupazione con la benedizione

Salmi 68:19 NR06
[19] Sia benedetto il Signore! 
Giorno per giorno porta per noi il nostro peso, 
il Dio della nostra salvezza. [Pausa]

A prescindere da ogni altra cosa, anche se guardando in avanti vediamo pesi da portare, dobbiamo ugualmente benedire il Signore. 
Questo perché sappiamo che quei pesi, per noi impossibili da sollevare, li porterà Lui per noi.
E questo abbiamo certezza che avverrà giorno per giorno, per cui non vi è motivo di pre-occuparsi. Perché Egli è il Dio della nostra salvezza e solleverà ogni giorno, giorno per giorno, quei pesi per noi.
Sostituiamo quindi la preoccupazione con la benedizione, così come dobbiamo sostituire la lamentela con la riconoscenza.
Quindi, ogni volta che vedremo un peso da portare davanti a noi, potremo esclamare riconoscenti: "Benedetto sia il Signore che porterà per noi il nostro peso!"

lunedì, novembre 11, 2024

2 Cor. 12:10 La forza nella debolezza

Seconda lettera ai Corinzi 12:10 NR06
[10] Per questo mi compiaccio 
in debolezze, 
in ingiurie, 
in necessità, 
in persecuzioni, 
in angustie per amore di Cristo; 
perché quando sono debole, 
allora sono forte.

domenica, novembre 10, 2024

Proverbi 22:4 Coltivazioni spirituali

Proverbi 22:4 NR06
[4] Il frutto dell’umiltà e del timore del Signore è ricchezza, gloria e vita.

Come fosse una pianta, coltiviamo l'umiltà ed il timore del Signore.
Raccoglieremo ricchezza spirituale e materiale (nel senso che non ci mancherà mai nulla del necessario per vivere), buona reputazione ed una vita ricca di soddisfazioni.

sabato, novembre 09, 2024

Colossesi 3:12 I nostri abiti

Lettera ai Colossesi 3:12 NR06
[12] Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, 
di sentimenti di 
misericordia
di benevolenza
di umiltà
di mansuetudine
di pazienza.

Così come fanno molti lavoratori quando indossano una uniforme di servizio che li qualifica per il lavoro che fanno o li identifica come dipendenti di una certa azienda, così anche noi, scelti da Dio, dobbiamo vestirci metaforicamente con sentimenti di misericordia, di benevolenza, di mansuetidine e di pazienza. Sono questi infatti gli elementi che hanno caratterizzato il comportamento di Gesù nella sua vita terrena. E con il nostro comportamento quotidiano dobbiamo ricordarlo così come milioni di lavoratori che ogni giorno indossano una divisa ci fanno sapere a chi appartengono e cosa fanno.

venerdì, novembre 08, 2024

Fil. 2:3-8 Servire

Lettera ai Filippesi 2:3-4 NR06
[3] Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso, [4] cercando ciascuno non il proprio interesse, ma {anche} quello degli altri.

Servire, cercando non il proprio interesse, ma quello degli altri. Ma fino a che punto?

Lettera ai Filippesi 2:5-8 NR06
[5] Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, 

In noi vi deve essere lo stesso sentimento che è stato in Cristo.
Cioè?

[6] il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, 
[7] ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; 
[8] trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

giovedì, novembre 07, 2024

Rm 8:1 Graziati!

Lettera ai Romani 8:1 NR06
[1] Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù,


mercoledì, novembre 06, 2024

Gv. 14:27 La pace di Cristo

Vangelo secondo Giovanni 14:27 NR06
[27] Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.

Gesù dona pace senza secondi fini. Il suo donare e donarsi non è frutto di calcoli, ma del suo infinito amore per gli uomini.
Non turbiamoci e non rattristiamoci perché Egli ci ha abbandonati morendo sulla croce, ma è risorto ed è vivente!

martedì, novembre 05, 2024

Salmo 133 Comunione fraterna

Salmi 133:1 NR06
[1] Canto dei pellegrinaggi. Di Davide. Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme!

lunedì, novembre 04, 2024

Fil. 4-8 L'oggetto dei nostri pensieri

Lettera ai Filippesi 4:4-8 NR06

[4] Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. 
[5] La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. 
[6] Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. 
[7] E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. 
[8] Quindi, fratelli, 
tutte le cose vere
tutte le cose onorevoli
tutte le cose giuste
tutte le cose pure
tutte le cose amabili
tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù 
e qualche lode
siano oggetto dei vostri pensieri.

Quel "quindi" presuppone che ciò che segue sia la conclusione di un ragionamento espresso precedentemente o la conseguenza di una premessa che Paolo ha già espresso.

Capiamo infatti dai versetti precedenti che quelle cose vere, nobili, giuste, pure, amabili, di buona fama, virtuose e lodevoli devono essere oggetto dei nostri pensieri, perché se il Signore ci è vicino (v.5), se Egli ascolta le nostre preghiere e suppliche e la risposta arriva certamente portando con sé una pace che va aldilà delle aspettative, allora non c'è possibilità né ragione per cui dobbiamo continuare a rimuginare pensieri negativi o un contrasto con la luminosa realtà che ci è stata rappresentata da Paolo.

domenica, novembre 03, 2024

1 Tess. 5:1-10 Il giorno del Signore

Prima lettera ai Tessalonicesi 5:1-10 NR06
[1] Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 
[2] perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.

Paolo afferma che non è necessario con dei credenti trattare l'argomento di quando verrà il giorno del Signore. Egli dichiara con estrema fermezza che il giorno del Signore verrà per molti in maniera del tutto inattesa, come una visita notturna dei ladri. E come tale, per molti sarà anche indesiderato.

[3] Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno. 

Per rimarcare il clima di sorpresa nel quale il Signore si manifesterà a tutti, Paolo afferma che ciò avverrà quando molti finalmente si sentiranno al sicuro, in un contesto di pseudo pace e sicurezza, che gli uomini cercheranno invano di ottenere senza Cristo.

[4] Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; 
[5] perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre.
[6] Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 
[7] poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. 
[8] Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore e preso per elmo la speranza della salvezza. 

Quindi, mentre per molti, ossia per coloro che sono nelle tenebre e che spiritualmente dormono, il giorno del Signore verrà improvvisamente e sarà come una spiacevole sorpresa, così non sarà per i credenti, i quali camminano nella luce di Cristo e sono spiritualmente svegli e sobri.

[9] Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, 
[10] il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. 

Il destino dei credenti infatti non consiste nell'ira di Dio che verrà riversata sugli empi nel giorno del Signore, ma nella salvezza che Egli porterà con sé per quanto hanno creduto nel nome del Signore Gesù Cristo. Siano essi vivi (svegli) o morti (dormienti), riceveranno in Cristo Gesù la vita eterna.

sabato, novembre 02, 2024

1 Cor. 1:10 Unità in Cristo

Prima lettera ai Corinzi 1:10 NR06
[10] Ora, fratelli, 
vi esorto
nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, 
ad avere tutti un medesimo parlare 
e a non avere divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire. 

Cosa sta succedendo ai cristiani di Corinto? Perché Paolo scrive loro e, dopo essersi presentato come apostolo chiamato direttamente da Cristo (v.1), dopo aver ringraziato Dio per la grazia che ha loro elargito (v.4) e per i doni spirituali che hanno ricevuto (v.5-7) e dopo aver ricordato loro che il Signore Gesù Cristo renderà salda la loro fede fino alla fine (v. 8-9), passa subito ad una forte esortazione all'unità, criticando le divisioni ed addirittura le contese che esistono all'interno della loro comunità? Comunità che a questo punto non è più tale, dato che i cristiani di Corinto, anziché guardare a tutto ciò che dovrebbe unirli e che Paolo ricorda loro in premessa nella sua epistola, tengono a rimarcare insensate appartenenze a fazioni contrapposte.
Paolo rivolge quindi ai cristiani di Corinto questa esortazione all'unità, rafforzandola con la richiesta di esserlo nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Nei versetti 13-16 evidenzia con sarcasmo la stoltezza di coloro che essendo stati battezzati da Paolo, o da Apollo o da Cefa, si dichiarano appartenenti ad essi anziché a Cristo.
Quanti esempi di questo tipo possiamo trovare nella cristianità odierna?

venerdì, novembre 01, 2024

Purificazione

Prima lettera di Giovanni 1:5-7 NR06
[5] Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunciamo: 
Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre. 

Ci è stato consegnato un messaggio, un vangelo, una buona notizia, dal Gesù Cristo, il Figlio di Dio. E questo è il messaggio: Dio è luce ed in Lui non ci sono tenebre. Ciò significa che se entriamo in comunione con Lui, usciamo dalle tenebre.

[6] Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. 

Ma esiste la possibilità per l'uomo, non per Dio, di mentire. La menzogna è questa: affermare di essere in comunione con Dio e continuare nelle tenebre. Una cosa esclude l'altra.

[7] Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.

Camminare nella luce, alla Sua presenza, significa che abbiamo davvero comunione con Lui e Lui con noi. Significa non brancolare più nelle tenebre che così facilmente ci avvolgono lontano dalla Sua presenza. Significa che per mezzo del sangue versato da Suo Figlio Gesù, abbiamo la purificazione da ogni nostro peccato.

Sal. 139:9-10 Ovunque

Salmi 139:9-10 NR06 [9] Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, [10] anche là mi condurrà la tua mano e mi affe...