lunedì, marzo 31, 2025

Lunedì: Con Dio

Salmi 18:29 NR06
[29] Con te io assalgo tutta una schiera, con il mio Dio salgo sulle mura.

Davide non ha detto che potesse farlo da solo, sapeva che era la forza di Dio a renderlo inarrestabile. Se una sfida davanti a te sembra un muro troppo alto da scalare, ricorda questo: con Dio, non c'è ostacolo troppo grande, né nemico troppo forte. Avanza nella Sua forza.

domenica, marzo 30, 2025

Domenica: Speranza

Giobbe 14:7-9 NR06
[7] Per l’albero almeno c’è speranza; se è tagliato, rigermoglia e continua a mettere germogli. [8] Quando la sua radice è invecchiata sotto terra e il suo tronco muore nel suolo, [9] a sentir l’acqua, rinverdisce e mette rami come una giovane pianta.

Anche un albero che sembra morto può crescere di nuovo con solo un po' d'acqua. La speranza funziona allo stesso modo, a volte basta un piccolo ricordo della presenza di Dio per ravvivarti. Se ti senti abbattuto, non perdere il cuore. Anche il più piccolo "profumo d'acqua" da Dio può portare nuova vita.

sabato, marzo 29, 2025

Sabato: La quieta voce di Dio

Primo libro dei Re 19:12-13 NR06
[12] E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il Signore non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero. [13] Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con il mantello, andò fuori e si fermò all’ingresso della spelonca; e una voce giunse fino a lui e disse: «Che fai qui, Elia?»

Elia si aspettava Dio nel drammatico, ma Dio parlò attraverso un sussurro. Spesso cerchiamo grandi segni, eppure la voce di Dio si trova nella quiete. Se la vita sembra rumorosa e caotica, rallenta. Il suo sussurro è spesso dove si trova la vera direzione.

Sul monte Oreb, Elia sperimenta la presenza di Dio non attraverso eventi spettacolari come il vento, il terremoto o il fuoco, ma in un "sussurro di vento leggero" (1 Re 19:12). Questo passaggio è fondamentale per comprendere come Dio possa manifestarsi in modi inaspettati e intimi.

venerdì, marzo 28, 2025

Venerdì: Una guida silenziosa

Secondo libro di Samuele 5:24 NR06
[24] Quando udrai un rumore di passi tra le vette dei gelsi, lanciati subito all’attacco, perché allora il Signore marcerà davanti a te per sconfiggere l’esercito dei Filistei».

Dio diede a Davide una strategia di battaglia insolita: ascolta il suono del movimento negli alberi. A volte, la guida di Dio non è forte e ovvia; è sottile. Stai prestando attenzione ai modi silenziosi in cui potrebbe guidarti?

giovedì, marzo 27, 2025

Giovedì: Strumenti nelle mani di Dio

Giudici 3:31 NR06
[31] Dopo Eud, venne Samgar, figlio di Anat. Egli sconfisse seicento Filistei con un pungolo da buoi; anch’egli liberò Israele.

Shamgar non aveva una spada, solo un attrezzo agricolo, ma usò ciò che aveva per lo scopo di Dio. Non hai bisogno di qualcosa di straordinario per essere usato da Dio. Le tue abilità, il tuo lavoro, la tua voce, qualunque cosa tu abbia tra le mani in questo momento, è sufficiente perché Lui possa lavorare attraverso di te.

mercoledì, marzo 26, 2025

Mercoledì: Un cuore ben disposto

Esodo 35:21 NR06
[21] Tutti quelli che il proprio cuore spingeva e tutti quelli che il proprio spirito rendeva volenterosi vennero a portare l’offerta al Signore per l’opera della tenda di convegno, per tutto il suo servizio e per i paramenti sacri.

Dio non richiedeva donazioni forzate, ma muoveva i cuori, e le persone rispondevano. La generosità non riguarda l'obbligo, bensì la disponibilità interiore. E se dessimo non per dovere, ma perché desideriamo sinceramente far parte dell'opera di Dio? Un cuore disposto è ciò che Egli apprezza di più.  

martedì, marzo 25, 2025

Martedì: Resistenza e fede

Genesi 32:26 "Allora l'uomo disse: 'Lasciami andare, perché sta per albeggiare.' Ma Giacobbe rispose: 'Non ti lascerò andare, a meno che tu non mi benedica.' 
Giacobbe lottò con Dio per tutta la notte, rifiutandosi di lasciar andare finché non ricevette una benedizione. A volte, le svolte non arrivano da preghiere rapide, ma da un attaccamento perseverante e disperato a Dio. Se stai lottando, non mollare.

Genesi 32 è un capitolo cruciale nella narrazione della vita di Giacobbe. Qui, egli si prepara a incontrare suo fratello Esaù dopo molti anni di separazione, temendo una possibile vendetta per avergli sottratto la primogenitura e la benedizione paterna (Genesi 27). Il capitolo è ricco di tensione, strategie, preghiere e un misterioso incontro con Dio.

Riassunto e spiegazione

1. Preparazione all’incontro con Esaù (vv. 1-21)

Dopo aver lasciato Labano, Giacobbe si accampa e incontra "gli angeli di Dio" (v. 1), riconoscendo il luogo come Mahanaim ("due accampamenti"). Questo suggerisce una protezione divina.

Giacobbe invia messaggeri a Esaù per testare il suo stato d’animo. I messaggeri tornano riferendo che Esaù sta venendo con 400 uomini, il che spaventa Giacobbe.

Egli divide la sua famiglia e i beni in due gruppi, pensando che almeno uno possa sopravvivere in caso di attacco.

Giacobbe prega Dio, ricordando le Sue promesse di protezione e discendenza. Questa preghiera mostra la sua crescita nella fede.

Infine, invia doni ad Esaù come segno di pace, cercando di placarlo prima dell'incontro.



2. La lotta con l’angelo (vv. 22-32)

Durante la notte, Giacobbe rimane solo e lotta con un uomo misterioso fino all’alba. Questo "uomo" si rivela essere un angelo o una manifestazione di Dio.

L’angelo tocca l’anca di Giacobbe, provocandogli una zoppia permanente, ma Giacobbe si rifiuta di lasciarlo andare senza una benedizione.

L’angelo cambia il nome di Giacobbe in Israele, che significa "colui che lotta con Dio", segnando un cambiamento nella sua identità spirituale.

Giacobbe chiama il luogo Peniel ("faccia di Dio"), dicendo: "Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata."




Significato teologico e simbolico

La lotta con Dio: Simboleggia la trasformazione spirituale di Giacobbe. Egli passa da essere un uomo astuto e timoroso a uno che dipende interamente da Dio.

Il nuovo nome, Israele: Indica il suo nuovo ruolo come capostipite del popolo scelto da Dio.

La zoppia: È un segno fisico della sua esperienza con Dio, un promemoria della sua dipendenza dal Signore.


Applicazione spirituale

La preghiera e la dipendenza da Dio: Come Giacobbe, dobbiamo rivolgerci a Dio nei momenti di paura e incertezza.

Il cambiamento interiore: L’incontro con Dio ci trasforma e ci segna, proprio come ha fatto con Giacobbe.

La riconciliazione: Il capitolo prepara il terreno per il ricongiungimento con Esaù, mostrando come Dio può trasformare relazioni spezzate.


Genesi 32 è dunque un capitolo di transizione che segna la maturazione di Giacobbe e l’inizio della sua identità come padre del popolo d’Israele.


lunedì, marzo 24, 2025

Lunedì: Indicare agli altri Gesù

Giovanni 3:30 "Egli deve crescere; io devo diminuire." 

Giovanni Battista sapeva che la vita non riguardava fare di sé stesso qualcosa di importante, ma riguardava indicare agli altri Gesù. In un mondo che incoraggia l'auto-promozione, questo versetto ci ricorda di spostare il nostro focus. Più eleviamo Cristo nelle nostre vite, più ci avviciniamo al nostro vero scopo.

Giovanni 3:30 dice: "Egli deve crescere e io invece diminuire". Questo versetto si trova nel contesto in cui Giovanni Battista parla dei suoi discepoli riguardo a Gesù. Giovanni Battista riconosce il ruolo centrale di Cristo e comprende che la sua missione è quella di preparare la via per il Messia.

Il significato di questo versetto sottolinea l'umiltà e la consapevolezza di Giovanni riguardo al suo ruolo. Egli sa che la sua influenza deve diminuire affinché la missione e l'autorità di Gesù possano crescere. È un'espressione di sottomissione e riconoscimento della superiorità di Cristo.

Questa idea può essere applicata anche alla vita spirituale dei credenti oggi: mettere al centro Cristo e lasciare che la nostra volontà e il nostro ego diminuiscano per dare spazio alla volontà di Dio (Carson, D.A. "The Gospel According to John", 1991).

domenica, marzo 23, 2025

Domenica: Il Signore dirige i miei passi

Proverbi 16:9 "Il cuore dell'uomo progetta la sua via, ma il Signore dirige i suoi passi." 

Fare progetti è saggio, ma il controllo ultimo appartiene a Dio. A volte, la vita prende svolte inaspettate, ma ciò non significa che le cose siano fuori controllo. Abbi fiducia che Dio stia guidando i tuoi passi, anche quando non si allineano con la tua tabella di marcia.

sabato, marzo 22, 2025

Sabato: La benedizione del riposo

Vangelo secondo Marco 2:27 NR06
[27] Poi disse loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato;

Il Signore ha creato il riposo del sabato per noi, così come un genitore crea regole per il bene dei propri figli.

venerdì, marzo 21, 2025

Venerdì: Sperare ad oltranza

Giobbe 13:15 NR06
[15] Ecco, mi uccida pure! Oh, continuerò a sperare. Soltanto, io difenderò in faccia a lui il mio comportamento!

Giobbe 13:15 "Anche se mi uccidesse, io spererei in lui." La fede di Giobbe non dipendeva dalle sue circostanze: si fidava di Dio anche quando la vita non aveva senso. La vera fede non consiste nel credere quando le cose sono facili; riguarda il tenere duro anche quando tutto va in pezzi. Puoi ancora fidarti di Lui quando non capisci?

Riassunto di Giobbe 13

Nel capitolo 13, Giobbe continua la sua risposta ai suoi amici, esprimendo il desiderio di parlare direttamente con Dio e criticando la mancanza di sincerità dei suoi interlocutori.


Struttura del Capitolo 13

  1. (vv. 1-2) – Giobbe afferma la sua conoscenza

    • Giobbe dichiara di avere la stessa comprensione dei suoi amici e non si sente inferiore a loro.
  2. (vv. 3-12) – Accusa i suoi amici di falsità

    • Vuole parlare direttamente con Dio.
    • Accusa i suoi amici di difendere Dio con argomenti falsi e ingannevoli.
    • Li chiama "medici da nulla", perché i loro discorsi non portano guarigione (v. 4).
  3. (vv. 13-19) – Giobbe è disposto a rischiare la vita per parlare con Dio

    • Decide di difendersi davanti a Dio, anche se questo dovesse costargli la vita.
    • Celebre dichiarazione: "Ecco, mi uccida pure! Io spererò in lui!" (v. 15).
    • È certo della sua innocenza e spera in un giudizio giusto.
  4. (vv. 20-28) – Giobbe implora Dio di rispondergli

    • Chiede a Dio due cose:
      1. Di cessare di spaventarlo.
      2. Di rivelargli le sue colpe, se esistono.
    • Si lamenta perché Dio sembra trattarlo come un nemico.
    • Si paragona a una foglia spazzata dal vento e a una tignola distrutta nel nulla (v. 25).

Schema del Capitolo 13

Sezione Contenuto
Giobbe afferma la sua conoscenza (vv. 1-2) "Non sono inferiore a voi"
Critica i suoi amici (vv. 3-12) Difendono Dio con falsità, sono "medici da nulla"
Decide di difendersi davanti a Dio (vv. 13-19) "Mi uccida pure, io spererò in Lui"
Implora Dio di rispondergli (vv. 20-28) Chiede giustizia, si sente fragile e perseguitato

Messaggi chiave

  • La sofferenza non è sempre una punizione per il peccato.
  • La relazione con Dio è più importante delle accuse umane.
  • Giobbe mostra una fede incrollabile, anche nel dubbio.

giovedì, marzo 20, 2025

Giovedì: La gioia del Signore

Neemia 8:10 "Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza." 

La gioia non riguarda le circostanze, ma dove trovi la tua forza. Quando la vita sembra pesante, non cercare la gioia in cose temporanee. Trovala in Dio, perché la Sua gioia ti sosterrà anche nei momenti difficili. La forza non si trova nell'autosufficienza, ma nel sapere da dove proviene la vera gioia.

mercoledì, marzo 19, 2025

Mercoledì: I nostri occhi su Dio

Secondo libro delle Cronache 20:12 NR06
[12] Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; noi non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!»


"Non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono su di te." 
Il re Giosafat pregò così quando si trovò di fronte a un nemico potente. A volte, la preghiera più potente è semplicemente ammettere che non abbiamo le risposte ma scegliere di fidarci comunque di Dio. Se ti senti bloccato, sposta la tua attenzione dal tuo problema al potere di Dio.

Eserciti nemici che marciano contro Giosafat

2Cronache 20:1-2

Vittoria di Giosafat sui Moabiti e sugli Ammoniti. Fine del suo regno
1 Dopo queste cose, i figli di Moab, e i figli di Ammon, e con loro dei Maoniti, marciarono contro Giosafat per fargli guerra. 2 Vennero dei messaggeri a informare Giosafat, dicendo: “Una grande moltitudine avanza contro di te dall'altra parte del mare, dalla Siria, ed è giunta ad Asason-Tamar”, che è En-Ghedi.


La paura di Giosafat e la ricerca di aiuto in Dio

2Cronache 20:3

3 Giosafat ebbe paura, si dispose a cercare l'Eterno, e bandì un digiuno per tutto Giuda.

Tutto il popolo di Giuda implora l'aiuto di Dio

2Cronache 20:4

4 Giuda si radunò per implorare aiuto dall'Eterno, e venivano gli abitanti da tutte quante le città di Giuda per cercare l'Eterno.

Giosafat riconosce la forza e la potenza di Dio e l'impotenza di Giuda di fronte al nemico e conclude di non poter far altro che guardare a Dio

2Cronache 20:5-12

5 Giosafat, stando in piedi in mezzo all'assemblea di Giuda e di Gerusalemme, nella casa dell'Eterno, davanti al cortile nuovo, disse: 6 “O Eterno, Dio dei nostri padri, non sei tu l'Iddio dei cieli? Non sei tu che domini su tutti i regni delle nazioni? Non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno ti può resistere? 7 O Dio nostro, non sei tu colui che scacciò gli abitanti di questo paese davanti al tuo popolo Israele, e lo desti per sempre alla discendenza di Abraamo, il quale ti amò? 8 E quelli lo hanno abitato e vi hanno costruito un santuario per il tuo nome, dicendo: 9 'Quando ci cadrà addosso qualche calamità, spada, giudizio, peste o carestia, noi ci presenteremo davanti a questa casa e davanti a te, poiché il tuo nome è in questa casa; e a te grideremo nella nostra tribolazione, e tu ci udrai e ci salverai'. 10 Ora ecco che i figli di Ammon e di Moab e quelli del monte Seir, nelle cui terre non permettesti a Israele di entrare quando veniva dal paese d'Egitto, ed egli li lasciò da parte e non li distrusse, 11 eccoli che ora ci ricompensano, venendo a scacciarci dalla eredità di cui ci hai dato il possesso. 12 Dio nostro, non giudicherai costoro? Poiché noi siamo senza forza di fronte a questa grande moltitudine che avanza contro di noi; non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono su di te!”.

La sorprendente risposta del Signore a tutto il popolo adunato

2Cronache 20:13-17

13 E tutto Giuda, perfino i bambini, le mogli, i figli, stavano in piedi davanti all'Eterno. 14 Allora lo Spirito dell'Eterno investì in mezzo all'assemblea Iaaziel, figlio di Zaccaria, figlio di Benaia, figlio di Ieiel, figlio di Mattania, il Levita, tra i figli di Asaf. 15 Iaaziel disse: “Porgete orecchio, voi tutti di Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme, e tu, o re Giosafat! Così vi dice l'Eterno: 'Non temete e non vi spaventate a causa di questa grande moltitudine; poiché questa battaglia non è vostra, ma di Dio. 16 Domani, scendete contro di loro; eccoli che vengono su per la salita di Sis, e voi li troverete all'estremità della valle, di fronte al deserto di Ieruel. 17 Questa battaglia non sarete voi a combatterla: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che l'Eterno vi darà. O Giuda, o Gerusalemme, non temete e non vi spaventate; domani, uscite contro di loro, e l'Eterno sarà con voi'”.

Adorazione e lode da parte di Giosafat e di tutto il popolo adunato

2Cronache 20:18-19

18 Allora Giosafat chinò la faccia a terra, e tutto Giuda e gli abitanti di Gerusalemme si prostrarono davanti al SIGNORE e l'adorarono. 19 I Leviti tra i figli dei Cheatiti e tra i figli dei Corachiti si alzarono per lodare a gran voce il SIGNORE, Dio d'Israele.

Giosafat ricorda al suo popolo che la fede in Dio è il presupposto della vittoria nella battaglia contro il nemico

2Cronache 20:20-21

20 La mattina seguente si alzarono presto e si misero in marcia verso il deserto di Tecoa; mentre si mettevano in cammino, Giosafat, stando in piedi, disse: «Ascoltatemi, o Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme! Credete nel SIGNORE, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!» 21 E dopo aver tenuto consiglio con il popolo, stabilì dei cantori che, vestiti dei paramenti sacri, cantassero le lodi del SIGNORE e, camminando alla testa dell'esercito, dicessero: «Celebrate il SIGNORE, perché la sua bontà dura in eterno!»

Il Signore fa sì che il nemico si annienti da solo

2Cronache 20:22-23

22 Appena cominciarono i canti di gioia e di lode, il SIGNORE tese un'imboscata contro i figli di Ammon e di Moab e contro quelli del monte Seir che erano venuti contro Giuda; e rimasero sconfitti. 23 I figli di Ammon e di Moab assalirono gli abitanti del monte Seir per votarli allo sterminio e distruggerli; e quando ebbero annientato gli abitanti di Seir, si diedero a distruggersi a vicenda.





martedì, marzo 18, 2025

Martedì: Dio non guarda all'apparenza

Primo libro di Samuele 16:7 NR06
[7] Ma il Signore disse a Samuele: «Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l’ho scartato; infatti il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore».

Quando Samuele pensava di sapere chi dovesse essere re, Dio gli ricordò che i Suoi standard sono diversi. Il mondo valorizza l'apparenza e lo status, ma Dio si preoccupa del carattere. Invece di sforzarti di impressionare le persone, concentrati sul coltivare un cuore che piaccia a Dio.

lunedì, marzo 17, 2025

domenica, marzo 16, 2025

Riepilogo della settimana

 Lunedì: L'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo

Martedì: Vive e morire in Cristo

Mercoledì: Arrendersi alla volontà di Dio

Giovedì: Lo scopo di Dio per noi

Venerdì: La saggezza chiesta a Dio

Sabato: Essere misericordiosi

Domenica: Contemplazione


Domenica 16/03/2025 Contemplazione

Salmi 27:4 NR06
[4] Una cosa ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e meditare nel suo tempio.

sabato, marzo 15, 2025

Sabato 15/03/2025 Essere misericordiosi

Vangelo secondo Luca 6:36 NR06
[36] Siate misericordiosi come è misericordioso {anche} il Padre vostro.

venerdì, marzo 14, 2025

Venerdì 14/03/2025 La saggezza chiesta a Dio

Lettera di Giacomo 1:5-8 NR06
[5] Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data. [6] Ma la chieda con fede, senza dubitare; perché chi dubita è simile a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. [7] Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore, [8] perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie.

Esattamente all'opposto di ciò che comunemente si pensa nel mondo, ossia che la saggezza si acquisisce attraverso studi e lunghi percorsi di crescita interiore, Giacomo ci avvisa invece che la saggezza deve essere chiesta a Dio.

giovedì, marzo 13, 2025

Giovedì 13/03/2025 Dio ha uno scopo per ciascuno di noi

Ester 4:10-16 NR06
[10] Allora Ester ordinò ad Atac di andare da Mardocheo e di dirgli: [11] «Tutti i servitori del re e il popolo delle sue province sanno che se qualcuno, uomo o donna che sia, entra dal re nel cortile interno, senza essere stato chiamato, per una legge che è uguale per tutti, deve essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d’oro; nel qual caso, ha salva la vita. E io sono già trenta giorni che non sono stata chiamata per andare dal re». [12] Le parole di Ester furono riferite a Mardocheo. [13] E Mardocheo fece dare a Ester questa risposta: «Non metterti in mente che tu sola scamperai fra tutti i Giudei perché sei nella casa del re. [14] Infatti se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche altra parte; ma tu e la casa di tuo padre perirete; e chi sa se non sei diventata regina appunto per un tempo come questo?» [15] Allora Ester ordinò che si rispondesse a Mardocheo: [16] «Va’, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se io debbo perire, che io perisca!»

mercoledì, marzo 12, 2025

Mercoledì 12/03/2025: La resa alla volontà di Dio

La storia di Giona ci insegna che è impossibile sottrarsi alla volontà di Dio

È un libro breve ma straordinariamente denso di significato, che parla della lotta all'obbedienza a Dio, della resa e della comprensione del fatto che la volontà di Dio è qualcosa di straordinario.

Anche quando Giona si ritrovò nel freddo ed umido ventre del pesce, quella che avrebbe potuto essere la cosa peggiore che gli fosse mai accaduta, nel momento in cui egli pregò arrendendosi a Dio, si rivelò essere la cosa migliore che gli potesse capitare.

Giona 2:1-8, 10-11 NR06
[1] Il Signore fece venire un gran pesce per inghiottire Giona. Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. [2] Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore, il suo Dio, e disse: [3] «Io ho gridato al Signore, dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato e tu hai udito la mia voce. [4] Tu mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare; la corrente mi ha circondato, tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi hanno travolto. [5] Io dicevo: “Sono cacciato lontano dal tuo sguardo! Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?” [6] Le acque mi hanno sommerso, l’abisso mi ha inghiottito; le alghe si sono attorcigliate alla mia testa. [7] Sono sprofondato fino alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre; ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa, o Signore, mio Dio! [8] Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato del Signore e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo.
[10] ma io ti offrirò sacrifici con canti di lode, adempirò i voti che ho fatto. La salvezza viene dal Signore». [11] E il Signore diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma.

Molte volte nella nostra vita può sembrare che l'unico modo per andare avanti sia ignorare i comandi di Dio.
Giona voleva soltanto proteggere sè stesso mentre la volontà di Dio era quella di portare alla gente di Ninive speranza, restaurazione ed una opportunità di pentirsi.

martedì, marzo 11, 2025

Martedì 11/03/2025: Vivere e morire

Lettera ai Filippesi 1:21 NR06
[21] Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno.

Cristo è la nostra vita. Morendo per il mondo e per il peccato, guadagniamo la vita in Cristo.

lunedì, marzo 10, 2025

Lunedì 10/03/2025: L'agnello di Dio

Vangelo secondo Giovanni 1:29 NR06
[29] Il giorno seguente Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! 

Pochi minuti prima di leggere questo versetto, avevo ascoltato alla radio la notizia di una ennesima strage di civili in Siria ed avevo pensato con tristezza a quanto male ci fosse nel mondo.
Con questo brano il Signore ha voluto ricordarmi che per tanto male c'è anche il rimedio.
Grazie Signore.

domenica, marzo 09, 2025

Il rifugio

Salmi 91:1-2 NR06
[1] Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente. 
[2] Io dico al Signore: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!»

"Non possiamo riposare alla Sua presenza se non passiamo del tempo alla Sua presenza."

Il fatto che il Signore sia per noi un rifugio, implica che andiamo da Lui a rifugiarci.

sabato, marzo 08, 2025

Efesini 1 - Siamo ricchi e non ce ne rendiamo conto

 Come credenti in Cristo, abbiamo tutto (Ef. 1:3-14). Siamo ricchissimi, di quella ricchezza non effimera perché spirituale, che viene da Dio e che dura in eterno. Spesso non ce ne rendiamo conto (Ef. 1:16-19).


Schema Generale di Efesini Capitolo 1

  1. Saluto e Benedizione (Ef 1:1-2)

    • Paolo si presenta come apostolo di Cristo e saluta i credenti di Efeso con grazia e pace.
  2. Benedizioni Spirituali in Cristo (Ef 1:3-14)

    • (v. 3) Lode a Dio per le benedizioni spirituali nei luoghi celesti.
    • (v. 4-6) Elezione e predestinazione in Cristo per essere santi e irreprensibili.
    • (v. 7-10) La redenzione per mezzo del sangue di Cristo e il mistero della sua volontà.
    • (v. 11-14) L’eredità in Cristo e il sigillo dello Spirito Santo come garanzia della salvezza.
  3. Preghiera di Paolo per i credenti (Ef 1:15-23)

    • (v. 15-16) Paolo ringrazia Dio per la fede e l’amore dei credenti.
    • (v. 17-19) Preghiera per la sapienza, la rivelazione e la conoscenza di Dio.
    • (v. 20-23) L’elevazione di Cristo al di sopra di ogni potenza e il suo ruolo come capo della Chiesa.

Commento Dettagliato di Efesini Capitolo 1

Saluto e Benedizione (Ef 1:1-2)

  • Ef 1:1 – Paolo si presenta come “apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio”, affermando la sua autorità e missione. Non è un incarico che ha scelto autonomamente, ma è stato chiamato da Dio. Il destinatario della lettera è la comunità di Efeso, ma il messaggio si applica a tutti i santi, cioè i credenti che vivono in fedeltà a Cristo.
  • Ef 1:2 – Il saluto paolino unisce due elementi fondamentali della vita cristiana: grazia e pace. La grazia è il dono immeritato di Dio, mentre la pace è la conseguenza della riconciliazione con Lui attraverso Cristo.

Benedizioni Spirituali in Cristo (Ef 1:3-14)

  • Ef 1:3 – Paolo esordisce con una lode a Dio per le benedizioni spirituali concesse ai credenti. Queste benedizioni non sono materiali ma appartengono alla dimensione celeste, ovvero sono legate alla nostra unione con Cristo e alla nostra posizione in Lui.
  • Ef 1:4 – Dio ci ha scelti “prima della creazione del mondo” per essere santi e irreprensibili. Questa elezione non è casuale ma parte di un piano eterno. Essere santi significa essere messi da parte per Dio, mentre essere irreprensibili indica una vita trasformata dalla grazia.
  • Ef 1:5 – La predestinazione è l’atto attraverso cui Dio ha deciso di adottarci come suoi figli tramite Cristo. Questo non è un atto arbitrario, ma è motivato dall’amore di Dio, che desidera una relazione familiare con noi.
  • Ef 1:6 – L’obiettivo di tutto ciò è la gloria della grazia divina. Dio non salva le persone per merito loro, ma affinché la sua grazia sia rivelata e lodata.
  • Ef 1:7 – La redenzione è resa possibile dal sangue di Cristo, un concetto che richiama il sacrificio espiatorio dell’Antico Testamento. Grazie a questo sacrificio, riceviamo il perdono dei peccati, secondo la ricchezza della grazia di Dio.
  • Ef 1:8-9 – Dio non ha agito con parsimonia, ma ha riversato su di noi abbondante sapienza e intelligenza spirituale, rivelandoci il mistero della sua volontà. Questo mistero non è qualcosa di nascosto per sempre, ma è stato rivelato pienamente in Cristo.
  • Ef 1:10 – Il piano di Dio consiste nel ricapitolare ogni cosa in Cristo, sia in cielo che sulla terra. Ciò significa che Cristo è il centro della storia e che tutto il creato sarà un giorno sottomesso a Lui.
  • Ef 1:11 – Essendo uniti a Cristo, i credenti ricevono un’eredità. Questa eredità non è solo futura (la vita eterna), ma è anche presente: la nostra posizione in Cristo ci dà sicurezza e scopo.
  • Ef 1:12 – Lo scopo di questa elezione è che i credenti siano a lode della gloria di Dio. La nostra vita deve essere una testimonianza che riflette la grandezza di Dio.
  • Ef 1:13 – Quando abbiamo ascoltato il Vangelo e abbiamo creduto, siamo stati sigillati con lo Spirito Santo. Il sigillo era un marchio di autenticità e appartenenza: Dio ci ha marchiati come suoi.
  • Ef 1:14 – Lo Spirito Santo è una caparra della nostra eredità, cioè un anticipo della redenzione finale. Questo ci garantisce che Dio porterà a compimento la nostra salvezza.

Preghiera di Paolo per i credenti (Ef 1:15-23)

  • Ef 1:15-16 – Paolo ha sentito parlare della fede dei credenti di Efeso e del loro amore per i santi. Questo lo spinge a ringraziare Dio per loro e a intercedere costantemente nella preghiera.
  • Ef 1:17 – La sua richiesta principale è che Dio conceda ai credenti uno spirito di sapienza e rivelazione, affinché possano conoscerlo più profondamente. La conoscenza di Dio non è solo intellettuale, ma è una rivelazione che cambia la vita.
  • Ef 1:18 – Paolo prega affinché gli occhi del loro cuore siano illuminati, cioè che possano comprendere spiritualmente la speranza della loro chiamata, l’immensa ricchezza dell’eredità che Dio ha preparato per i santi.
  • Ef 1:19 – Egli desidera che conoscano la straordinaria potenza di Dio, la stessa potenza che ha risuscitato Cristo dai morti. Questa potenza è a disposizione dei credenti e li sostiene nella loro vita di fede.
  • Ef 1:20 – Dio ha manifestato questa potenza risuscitando Cristo e facendolo sedere alla sua destra nei cieli, una posizione di suprema autorità.
  • Ef 1:21 – Cristo è superiore a ogni principato, autorità, potenza e dominazione, non solo nel presente ma anche nel futuro. Paolo sta affermando che Cristo ha autorità su ogni potere, sia umano che spirituale.
  • Ef 1:22 – Tutte le cose sono state sottomesse a Cristo, che è stato costituito capo della Chiesa. La Chiesa non è un’istituzione umana, ma è sotto l’autorità di Cristo stesso.
  • Ef 1:23 – La Chiesa è il corpo di Cristo, cioè il mezzo attraverso cui Egli opera nel mondo. Cristo riempie ogni cosa e porta a compimento il piano di Dio attraverso il suo popolo.

Conclusione

Efesini 1 è un capitolo straordinario che rivela il grande piano di Dio per la salvezza, la sovranità di Cristo e la posizione privilegiata dei credenti in Lui. Paolo esalta la grazia divina, l’elezione, la redenzione e il sigillo dello Spirito Santo, per poi concludere con una preghiera intensa per la crescita spirituale della Chiesa. Il messaggio principale è che tutto converge in Cristo, e chi crede in Lui ha una speranza certa e una posizione sicura nel piano eterno di Dio.

 

venerdì, marzo 07, 2025

Apprendimento e messa in pratica

Lettera ai Filippesi 4:9 NR06
[9] Le cose che avete 
imparate, 
ricevute, 
udite da me e 
viste in me, 
fatele; 
e il Dio della pace sarà con voi.

1. Le cose "imparate" da Paolo

  • Filippesi 3:17"Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi."
    • I Filippesi hanno imparato da Paolo un modello di vita cristiana da seguire.
  • Filippesi 2:5"Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù."
    • Paolo ha insegnato che il credente deve adottare la stessa umiltà e obbedienza di Cristo.

2. Le cose "ricevute" da Paolo

  • Filippesi 1:27"Soltanto comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo..."
    • Paolo aveva trasmesso ai Filippesi il messaggio del Vangelo, che loro hanno ricevuto.
  • Filippesi 2:16"Mantenendo ferma la parola della vita, così da potermi vantare nel giorno di Cristo di non aver corso invano né faticato invano."
    • I Filippesi hanno ricevuto la "parola della vita" da Paolo e sono chiamati a rimanervi fedeli.

3. Le cose "udite" da Paolo

  • Filippesi 1:14"E la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno più ardire nell’annunciare senza paura la Parola."
    • Hanno udito il Vangelo predicato da Paolo e sono stati incoraggiati dalla sua testimonianza.
  • Filippesi 1:30"Sostenendo voi la stessa lotta che mi avete visto sostenere e nella quale ora sentite dire che mi trovo."
    • I credenti hanno udito delle sofferenze di Paolo e della sua fedeltà.

4. Le cose "viste" in Paolo

  • Filippesi 1:12-13"Desidero che sappiate, fratelli, che le cose che mi sono accadute hanno piuttosto contribuito al progresso del vangelo, al punto che a tutta la guardia pretoriana e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo."
    • I Filippesi hanno visto come Paolo affrontava la prigionia con fede.
  • Filippesi 4:11-12"Io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo... so vivere nell’umiltà e so vivere nell’abbondanza."
    • Paolo stesso è un esempio di fiducia in Dio in ogni circostanza.

Conclusione

I Filippesi sono chiamati a seguire l’insegnamento e l’esempio di Paolo, mettendo in pratica ciò che hanno imparato, ricevuto, udito e visto in lui. Questo li condurrà a sperimentare la pace di Dio nella loro vita (Filippesi 4:9).

giovedì, marzo 06, 2025

mercoledì, marzo 05, 2025

Romani 3:23-24 Giustificazione gratuita

Lettera ai Romani 3:23-24 NR06
[23] tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, [24] ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.

Romani 3:25-26

25 il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; 26 per dimostrare, dico, la sua giustizia nel tempo presente; ond'Egli sia giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù.


L'espressione "tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza" in Romani 3:25-26 si riferisce al modo in cui Dio ha gestito il peccato umano prima della venuta di Cristo.

Analisi del significato

  1. "Tolleranza verso i peccati commessi in passato"

    • Indica che Dio, pur essendo giusto, non ha subito eseguito la piena punizione per i peccati dell'umanità prima della venuta di Cristo.
    • Questo non significa che Dio abbia ignorato il peccato, ma che ha temporaneamente sospeso il giudizio finale, rimandandolo alla croce di Cristo.
  2. "Al tempo della sua divina pazienza"

    • Indica il periodo dell'Antico Testamento in cui Dio ha mostrato pazienza nei confronti del peccato, permettendo agli uomini di vivere senza subire immediatamente il castigo definitivo.
    • Dio ha dato tempo affinché il Suo piano di salvezza si compisse pienamente in Cristo.

Collegamenti con l'Antico Testamento

  • Nel periodo dell'Antico Testamento, Dio ha accettato sacrifici animali come copertura temporanea per il peccato, ma questi non lo rimuovevano definitivamente (Ebrei 10:4).
  • Tuttavia, il peccato doveva ancora essere giustamente punito: Cristo ha portato quella punizione al posto dell'umanità.

Il senso complessivo del passo

  • Dio ha trattenuto il Suo giudizio sui peccati passati, aspettando il momento in cui Cristo sarebbe morto per espiare quei peccati.
  • La croce di Cristo è la dimostrazione della giustizia di Dio, perché attraverso di essa Dio ha soddisfatto la Sua giustizia senza compromettere la Sua misericordia.
  • In questo modo, Dio si rivela "giusto e giustificante": Egli è giusto perché il peccato viene punito, ma è anche colui che giustifica perché offre il perdono a chi ha fede in Gesù.

Conclusione

Dio ha usato pazienza prima della venuta di Cristo, non punendo immediatamente i peccati, ma aspettando il momento in cui Cristo avrebbe offerto il vero sacrificio espiatorio. Questo mostra sia la giustizia che l'amore di Dio: il peccato non è stato ignorato, ma il perdono è stato reso possibile attraverso la croce.

martedì, marzo 04, 2025

Apocalisse 12

 

Commento al capitolo 12 dell'Apocalisse

Il capitolo 12 introduce una visione altamente simbolica, presentando una donna, un drago e un bambino maschio. Questa scena descrive il conflitto cosmico tra il bene e il male, rivelando il ruolo di Dio nella protezione del suo popolo e nella vittoria finale sul male.


1. La donna e il drago (Apocalisse 12:1-6)

Giovanni vede nel cielo un grande segno:

  • Una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle. È incinta e grida per le doglie del parto.
  • Un grande drago rosso, con sette teste, dieci corna e sette diademi. La sua coda trascina un terzo delle stelle del cielo e le scaglia sulla terra.

Il drago si pone davanti alla donna per divorare il bambino appena nato. Tuttavia, il bambino maschio – destinato a governare tutte le nazioni – viene rapito presso Dio e il suo trono, mentre la donna fugge nel deserto, dove Dio le ha preparato un rifugio per 1260 giorni.

Elementi chiave:

  • La donna → Simboleggia il popolo di Dio (Israele e, in senso più ampio, la Chiesa).
  • Il bambino maschio → È identificato con Cristo, il Messia che governerà tutte le nazioni.
  • Il drago → È Satana, che cerca di distruggere il piano di Dio.
  • Il deserto e i 1260 giorni → Indicano protezione divina e un periodo di tribolazione.

2. La battaglia in cielo e la caduta di Satana (Apocalisse 12:7-12)

Scoppia una guerra in cielo:

  • Michele e i suoi angeli combattono contro il drago, che viene sconfitto e precipitato sulla terra insieme ai suoi angeli.
  • Si ode una voce potente che proclama la vittoria di Dio: il regno di Dio e l’autorità di Cristo sono stabiliti, perché l’accusatore dei fratelli è stato gettato giù.

Satana, consapevole di avere poco tempo, si scatena con furia sulla terra.

Elementi chiave:

  • Michele → L’arcangelo che guida le schiere celesti nella battaglia contro Satana.
  • La caduta di Satana → Indica la sua sconfitta definitiva e la sua limitazione nel poter agire liberamente.
  • L’accusatore dei fratelli → Satana è colui che accusa i fedeli davanti a Dio, ma la sua autorità è ormai spezzata.

3. La persecuzione della donna (Apocalisse 12:13-17)

Dopo essere stato gettato sulla terra, il drago perseguita la donna, ma:

  • Dio le dona due ali di grande aquila, permettendole di fuggire nel deserto per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo (3 anni e mezzo).
  • Il drago tenta di sopraffarla con un fiume d’acqua, ma la terra lo inghiotte.
  • Furioso, il drago si rivolge a combattere il resto della discendenza della donna, coloro che osservano i comandamenti di Dio e testimoniano Gesù.

Elementi chiave:

  • Le ali d’aquila → Simbolo della protezione divina e della provvidenza.
  • Il fiume del drago → Possibile riferimento a tentativi di distruggere la Chiesa con persecuzioni o inganni.
  • Il resto della discendenza → Indica i credenti fedeli a Cristo, che affrontano l’ostilità del nemico.

Interpretazione

Il capitolo 12 presenta una visione del conflitto spirituale che si svolge dietro gli eventi terreni. Satana tenta di distruggere il piano di Dio, prima cercando di eliminare il Messia e poi perseguitando il popolo di Dio. Tuttavia, la protezione divina garantisce che il suo piano non abbia successo.


Temi principali

  1. Il conflitto tra Dio e Satana → La ribellione del drago rappresenta l’opposizione costante al piano divino.
  2. La protezione divina → La donna è preservata nonostante gli attacchi del drago, mostrando la cura di Dio per il suo popolo.
  3. La vittoria finale → La caduta di Satana anticipa la sua sconfitta definitiva alla fine dei tempi.

Questo capitolo fornisce un messaggio di incoraggiamento ai credenti: nonostante le persecuzioni e le difficoltà, Dio è sovrano e protegge i suoi fedeli, assicurando la vittoria finale su ogni potenza del male.

Apocalisse 12:18 – Il drago sulla riva del mare

Il versetto 18 afferma:

"E il drago si fermò sulla riva del mare."

Questa breve frase serve da transizione al capitolo successivo e introduce una nuova fase della visione di Giovanni. Il drago, che ha fallito nel distruggere la donna e il suo discendente, ora si prepara a intensificare la sua guerra contro i fedeli.


Significato simbolico

  1. La riva del mare → Nella Bibbia, il mare rappresenta spesso le nazioni pagane e il caos (cfr. Daniele 7:2-3). Il drago si pone in questa posizione, pronto a evocare nuove forze per il suo attacco contro il popolo di Dio.
  2. Introduzione alle due bestie (capitolo 13) → Il drago sta per chiamare due alleati:
    • La bestia che sale dal mare (Ap 13:1) → Simbolo del potere politico oppressivo.
    • La bestia che sale dalla terra (Ap 13:11) → Simbolo del potere religioso corrotto.

Questo versetto segna quindi il passaggio dalla lotta diretta del drago alla formazione di un sistema di poteri ostili a Dio, che saranno approfonditi nel capitolo successivo.


Eb. 13:8 Immutabile in un mondo in continuo mutamento

Lettera agli Ebrei 13:8 NR06
[8] Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.

lunedì, marzo 03, 2025

Voi dunque pregate così

Vangelo secondo Matteo 6:9-13 NR06
[9] Voi dunque pregate così: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 
[10] venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra. [11] Dacci oggi il nostro pane quotidiano; 
[12] rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; [13] e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno”.

Primo libro delle Cronache 16:11 NR06
[11] Cercate il Signore e la sua forza, cercate sempre il suo volto!

Lettera agli Efesini 6:18 NR06
[18] pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi,

Geremia 29:12-13 NR06
[12] Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. [13] Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore;

La via più difficile

Vangelo secondo Matteo 7:13-14 NR06
[13] Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. [14] Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano.

domenica, marzo 02, 2025

Apocalisse 11

 

Commento ad Apocalisse 11

Il capitolo 11 dell’Apocalisse introduce due elementi centrali nella narrazione profetica: la misurazione del tempio e la testimonianza dei due testimoni. Segue poi la settima tromba, che annuncia il regno definitivo di Dio.


1. La misurazione del tempio (Apocalisse 11:1-2)

Giovanni riceve una canna per misurare il tempio di Dio, l’altare e i suoi adoratori, ma gli viene detto di non misurare il cortile esterno, che sarà dato in balia delle nazioni per 42 mesi.

Elementi chiave:

  • Misurare il tempio → Simbolo di protezione e distinzione tra il vero popolo di Dio e gli altri.
  • Cortile esterno escluso → Indica che i pagani avranno temporaneamente dominio sulla città santa.
  • 42 mesi (1260 giorni) → Un periodo simbolico che appare anche in Daniele e in altre parti dell’Apocalisse, associato a persecuzione e oppressione.

2. I due testimoni (Apocalisse 11:3-13)

Dio concede a due testimoni di profetizzare per 1260 giorni, vestiti di sacco. Sono descritti come due ulivi e due candelabri, e hanno il potere di fermare la pioggia, trasformare l’acqua in sangue e colpire la terra con flagelli.

Alla fine del loro ministero, la “bestia che sale dall’abisso” li uccide, e i loro corpi rimangono esposti nella grande città per tre giorni e mezzo. Le nazioni gioiscono per la loro morte, ma dopo questo periodo i due testimoni risorgono e salgono al cielo davanti a tutti. Segue un grande terremoto che distrugge parte della città e provoca molte morti.

Elementi chiave:

  • Due testimoni → Diverse interpretazioni li vedono come due individui specifici, due gruppi (Israele e la Chiesa), o come simboli della testimonianza della verità di Dio nel mondo.
  • Vestiti di sacco → Indicano una missione profetica di richiamo al pentimento.
  • Poteri simili a Mosè ed Elia → Indicano la continuità con i grandi profeti del passato.
  • Uccisione e resurrezione → Simbolo della persecuzione della testimonianza cristiana e della sua vittoria finale.
  • Grande terremoto → Giudizio divino che segue la risurrezione dei testimoni.

3. La settima tromba (Apocalisse 11:14-19)

Dopo la seconda “sventura” causata dal terremoto, suona la settima tromba. Grandi voci proclamano:

“Il regno del mondo è divenuto del Signore nostro e del suo Cristo, ed Egli regnerà nei secoli dei secoli.” (Ap 11:15)

I ventiquattro anziani lodano Dio perché ha preso il suo potere e ha iniziato a regnare. Viene annunciato il giudizio sulle nazioni e la ricompensa ai servi fedeli. Si apre il tempio di Dio nel cielo, rivelando l'arca dell’alleanza, seguita da lampi, voci, tuoni, terremoto e grandine.

Elementi chiave:

  • Settima tromba → Annuncia l’instaurazione definitiva del regno di Dio.
  • Adorazione celeste → Riconosce il trionfo di Dio sulla storia.
  • Arca dell’alleanza nel cielo → Simbolo della fedeltà di Dio alle sue promesse e della sua presenza con il suo popolo.
  • Manifestazioni cosmiche → Segni della potenza divina e della fine del tempo della pazienza di Dio.

Interpretazione

Questo capitolo rappresenta un punto di svolta nell’Apocalisse, con un chiaro contrasto tra la persecuzione della testimonianza di Dio e il suo trionfo finale.

Temi principali:

  1. Persecuzione e protezione → Il tempio è misurato, segno che Dio protegge i suoi fedeli, ma la città è calpestata dalle nazioni.
  2. Testimonianza e martirio → I due testimoni annunciano il messaggio divino, subiscono persecuzione e morte, ma vengono rivendicati da Dio.
  3. Giudizio e vittoria → La settima tromba segna la fine dei regni umani e l’instaurazione definitiva del regno di Dio.

Questo capitolo trasmette speranza ai credenti perseguitati, mostrando che, nonostante la sofferenza e l’apparente vittoria del male, Dio ha il pieno controllo della storia e la sua giustizia trionferà.

Apocalisse 10

 

Commento ad Apocalisse 10

Il capitolo 10 dell’Apocalisse introduce una pausa tra il sesto e il settimo squillo di tromba. In questa sezione, Giovanni vede un angelo possente e riceve un piccolo libro che deve mangiare. Questa visione evidenzia il ruolo della rivelazione profetica e il suo impatto.


1. L’Angelo possente (Apocalisse 10:1-4)

Giovanni vede un angelo potente scendere dal cielo, avvolto in una nube, con un arcobaleno sulla testa, il volto come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Nella mano tiene un piccolo libro aperto. Egli poggia il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra e grida con voce potente, seguita da sette tuoni.

Quando Giovanni sta per scrivere ciò che i sette tuoni hanno detto, una voce dal cielo gli ordina di non scrivere, ma di sigillare il messaggio.

Elementi chiave:

  • L’angelo possente → La sua descrizione ricorda Cristo o un alto messaggero divino, indicando autorità e gloria.
  • Piccolo libro aperto → Simboleggia una rivelazione destinata a Giovanni.
  • Piede su mare e terra → Dimostra il dominio universale dell’angelo.
  • Sette tuoni → Rappresentano una rivelazione che resta segreta, mostrando che non tutto è rivelato.

2. Il giuramento dell’angelo (Apocalisse 10:5-7)

L’angelo alza la mano al cielo e giura per il Dio eterno che il tempo della pazienza divina è terminato: quando suonerà la settima tromba, il mistero di Dio si compirà.

Elementi chiave:

  • Il giuramento → Sottolinea la solennità del messaggio e la certezza dell’adempimento divino.
  • "Non vi sarà più indugio" → Indica che il tempo della fine sta per arrivare.
  • Il compimento del mistero di Dio → Fa riferimento alla realizzazione del piano divino, già annunciato ai profeti.

3. Giovanni mangia il piccolo libro (Apocalisse 10:8-11)

Una voce dal cielo ordina a Giovanni di prendere il piccolo libro dalla mano dell’angelo. Giovanni lo prende e lo mangia: in bocca è dolce come miele, ma nello stomaco diventa amaro. Gli viene poi detto che dovrà profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re.

Elementi chiave:

  • Mangiare il libro → Simboleggia l’assimilazione della parola profetica.
  • Dolcezza e amarezza → Il messaggio divino porta gioia perché è verità, ma anche amarezza perché implica giudizi severi.
  • Nuova missione profetica → Giovanni deve continuare ad annunciare la volontà di Dio, coinvolgendo il mondo intero.

Interpretazione

Questo capitolo evidenzia la sovranità di Dio sulla storia e la certezza del compimento dei Suoi progetti. Il piccolo libro indica una rivelazione specifica per Giovanni, che deve interiorizzarla e trasmetterla. Il contrasto tra dolcezza e amarezza mostra che il messaggio profetico non è solo di speranza, ma include anche giudizi inevitabili.


Temi principali

  1. La sovranità di Dio → L’angelo possente mostra l’autorità divina su tutta la creazione.
  2. Il compimento del piano divino → Con la settima tromba, il mistero di Dio sarà completato.
  3. La missione profetica → Giovanni deve accettare e trasmettere il messaggio, con tutte le sue implicazioni.

Questo capitolo rafforza l’idea che il piano di Dio procede inesorabilmente verso il suo compimento, anche se alcuni dettagli rimangono nascosti fino al tempo stabilito.

Martedì: La pazienza di Dio

**Genesi 18:32 (NR06)**   "Poi disse: «Deh, non si adiri il Signore, e io parlerò ancora questa volta soltanto: se se ne troveranno die...