venerdì, aprile 25, 2025
Venerdì: Il valore dell' opera di Dio
giovedì, aprile 24, 2025
Salmo 112
Giovedì: Il sacrificio perfetto
mercoledì, aprile 23, 2025
Salmo 112
Mercoledì: Il sommo sacerdote
martedì, aprile 22, 2025
Martedì: Preparare il cuore
lunedì, aprile 21, 2025
Lunedì: Ammettere la propria debolezza
domenica, aprile 20, 2025
Domenica: Lui non è qui: perché è risorto
sabato, aprile 19, 2025
Sabato: Rallegrati
venerdì, aprile 18, 2025
Venerdì: L'amore di Dio
giovedì, aprile 17, 2025
Giovedì: Umiltà
mercoledì, aprile 16, 2025
Mercoledì: Le piccole cose
martedì, aprile 15, 2025
Martedì: Invocazione
lunedì, aprile 14, 2025
Lunedì: Cadere non significa sconfitta
domenica, aprile 13, 2025
Domenica: il Re mite
sabato, aprile 12, 2025
Sabato: Insoddisfazione
venerdì, aprile 11, 2025
Venerdì: La pazienza e la potenza di Dio
giovedì, aprile 10, 2025
Non dire "Sono un ragazzo"
Giovedì: Labbra pure
mercoledì, aprile 09, 2025
Mercoledì: Scegliere la gioia
martedì, aprile 08, 2025
Martedì: Appoggiarsi a Dio
lunedì, aprile 07, 2025
Lunedì: Il fallimento non è la fine
domenica, aprile 06, 2025
Domenica: I nostri occhi su di Te
sabato, aprile 05, 2025
Spera nel Signore!
Sabato: Dio al primo posto
venerdì, aprile 04, 2025
Venerdì: Santificazione
giovedì, aprile 03, 2025
Giovedì: Andare avanti
L' autorità di Pilato su Gesù
mercoledì, aprile 02, 2025
Mercoledì: Portare i dubbi a Gesù
martedì, aprile 01, 2025
Martedì: Le condizioni (im)perfette
lunedì, marzo 31, 2025
Lunedì: Con Dio
domenica, marzo 30, 2025
Domenica: Speranza
sabato, marzo 29, 2025
Sabato: La quieta voce di Dio
venerdì, marzo 28, 2025
Venerdì: Una guida silenziosa
giovedì, marzo 27, 2025
Giovedì: Strumenti nelle mani di Dio
mercoledì, marzo 26, 2025
Mercoledì: Un cuore ben disposto
martedì, marzo 25, 2025
Martedì: Resistenza e fede
lunedì, marzo 24, 2025
Lunedì: Indicare agli altri Gesù
domenica, marzo 23, 2025
Domenica: Il Signore dirige i miei passi
sabato, marzo 22, 2025
Sabato: La benedizione del riposo
venerdì, marzo 21, 2025
Venerdì: Sperare ad oltranza
Riassunto di Giobbe 13
Nel capitolo 13, Giobbe continua la sua risposta ai suoi amici, esprimendo il desiderio di parlare direttamente con Dio e criticando la mancanza di sincerità dei suoi interlocutori.
Struttura del Capitolo 13
-
(vv. 1-2) – Giobbe afferma la sua conoscenza
- Giobbe dichiara di avere la stessa comprensione dei suoi amici e non si sente inferiore a loro.
-
(vv. 3-12) – Accusa i suoi amici di falsità
- Vuole parlare direttamente con Dio.
- Accusa i suoi amici di difendere Dio con argomenti falsi e ingannevoli.
- Li chiama "medici da nulla", perché i loro discorsi non portano guarigione (v. 4).
-
(vv. 13-19) – Giobbe è disposto a rischiare la vita per parlare con Dio
- Decide di difendersi davanti a Dio, anche se questo dovesse costargli la vita.
- Celebre dichiarazione: "Ecco, mi uccida pure! Io spererò in lui!" (v. 15).
- È certo della sua innocenza e spera in un giudizio giusto.
-
(vv. 20-28) – Giobbe implora Dio di rispondergli
- Chiede a Dio due cose:
- Di cessare di spaventarlo.
- Di rivelargli le sue colpe, se esistono.
- Si lamenta perché Dio sembra trattarlo come un nemico.
- Si paragona a una foglia spazzata dal vento e a una tignola distrutta nel nulla (v. 25).
- Chiede a Dio due cose:
Schema del Capitolo 13
Sezione | Contenuto |
---|---|
Giobbe afferma la sua conoscenza (vv. 1-2) | "Non sono inferiore a voi" |
Critica i suoi amici (vv. 3-12) | Difendono Dio con falsità, sono "medici da nulla" |
Decide di difendersi davanti a Dio (vv. 13-19) | "Mi uccida pure, io spererò in Lui" |
Implora Dio di rispondergli (vv. 20-28) | Chiede giustizia, si sente fragile e perseguitato |
Messaggi chiave
- La sofferenza non è sempre una punizione per il peccato.
- La relazione con Dio è più importante delle accuse umane.
- Giobbe mostra una fede incrollabile, anche nel dubbio.
giovedì, marzo 20, 2025
Giovedì: La gioia del Signore
mercoledì, marzo 19, 2025
Mercoledì: I nostri occhi su Dio
2Cronache 20:1-2
Vittoria di Giosafat sui Moabiti e sugli Ammoniti. Fine del suo regno
1 Dopo queste cose, i figli di Moab, e i figli di Ammon, e con loro dei Maoniti, marciarono contro Giosafat per fargli guerra. 2 Vennero dei messaggeri a informare Giosafat, dicendo: “Una grande moltitudine avanza contro di te dall'altra parte del mare, dalla Siria, ed è giunta ad Asason-Tamar”, che è En-Ghedi.
La paura di Giosafat e la ricerca di aiuto in Dio
2Cronache 20:3
3 Giosafat ebbe paura, si dispose a cercare l'Eterno, e bandì un digiuno per tutto Giuda.
Tutto il popolo di Giuda implora l'aiuto di Dio
2Cronache 20:4
4 Giuda si radunò per implorare aiuto dall'Eterno, e venivano gli abitanti da tutte quante le città di Giuda per cercare l'Eterno.
Giosafat riconosce la forza e la potenza di Dio e l'impotenza di Giuda di fronte al nemico e conclude di non poter far altro che guardare a Dio
2Cronache 20:5-12
5 Giosafat, stando in piedi in mezzo all'assemblea di Giuda e di Gerusalemme, nella casa dell'Eterno, davanti al cortile nuovo, disse: 6 “O Eterno, Dio dei nostri padri, non sei tu l'Iddio dei cieli? Non sei tu che domini su tutti i regni delle nazioni? Non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno ti può resistere? 7 O Dio nostro, non sei tu colui che scacciò gli abitanti di questo paese davanti al tuo popolo Israele, e lo desti per sempre alla discendenza di Abraamo, il quale ti amò? 8 E quelli lo hanno abitato e vi hanno costruito un santuario per il tuo nome, dicendo: 9 'Quando ci cadrà addosso qualche calamità, spada, giudizio, peste o carestia, noi ci presenteremo davanti a questa casa e davanti a te, poiché il tuo nome è in questa casa; e a te grideremo nella nostra tribolazione, e tu ci udrai e ci salverai'. 10 Ora ecco che i figli di Ammon e di Moab e quelli del monte Seir, nelle cui terre non permettesti a Israele di entrare quando veniva dal paese d'Egitto, ed egli li lasciò da parte e non li distrusse, 11 eccoli che ora ci ricompensano, venendo a scacciarci dalla eredità di cui ci hai dato il possesso. 12 Dio nostro, non giudicherai costoro? Poiché noi siamo senza forza di fronte a questa grande moltitudine che avanza contro di noi; non sappiamo cosa fare, ma i nostri occhi sono su di te!”.
La sorprendente risposta del Signore a tutto il popolo adunato
2Cronache 20:13-17
13 E tutto Giuda, perfino i bambini, le mogli, i figli, stavano in piedi davanti all'Eterno. 14 Allora lo Spirito dell'Eterno investì in mezzo all'assemblea Iaaziel, figlio di Zaccaria, figlio di Benaia, figlio di Ieiel, figlio di Mattania, il Levita, tra i figli di Asaf. 15 Iaaziel disse: “Porgete orecchio, voi tutti di Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme, e tu, o re Giosafat! Così vi dice l'Eterno: 'Non temete e non vi spaventate a causa di questa grande moltitudine; poiché questa battaglia non è vostra, ma di Dio. 16 Domani, scendete contro di loro; eccoli che vengono su per la salita di Sis, e voi li troverete all'estremità della valle, di fronte al deserto di Ieruel. 17 Questa battaglia non sarete voi a combatterla: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che l'Eterno vi darà. O Giuda, o Gerusalemme, non temete e non vi spaventate; domani, uscite contro di loro, e l'Eterno sarà con voi'”.
Adorazione e lode da parte di Giosafat e di tutto il popolo adunato
2Cronache 20:18-19
18 Allora Giosafat chinò la faccia a terra, e tutto Giuda e gli abitanti di Gerusalemme si prostrarono davanti al SIGNORE e l'adorarono. 19 I Leviti tra i figli dei Cheatiti e tra i figli dei Corachiti si alzarono per lodare a gran voce il SIGNORE, Dio d'Israele.
Giosafat ricorda al suo popolo che la fede in Dio è il presupposto della vittoria nella battaglia contro il nemico
2Cronache 20:20-21
20 La mattina seguente si alzarono presto e si misero in marcia verso il deserto di Tecoa; mentre si mettevano in cammino, Giosafat, stando in piedi, disse: «Ascoltatemi, o Giuda, e voi abitanti di Gerusalemme! Credete nel SIGNORE, vostro Dio, e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!» 21 E dopo aver tenuto consiglio con il popolo, stabilì dei cantori che, vestiti dei paramenti sacri, cantassero le lodi del SIGNORE e, camminando alla testa dell'esercito, dicessero: «Celebrate il SIGNORE, perché la sua bontà dura in eterno!»
Il Signore fa sì che il nemico si annienti da solo
2Cronache 20:22-23
22 Appena cominciarono i canti di gioia e di lode, il SIGNORE tese un'imboscata contro i figli di Ammon e di Moab e contro quelli del monte Seir che erano venuti contro Giuda; e rimasero sconfitti. 23 I figli di Ammon e di Moab assalirono gli abitanti del monte Seir per votarli allo sterminio e distruggerli; e quando ebbero annientato gli abitanti di Seir, si diedero a distruggersi a vicenda.
martedì, marzo 18, 2025
Martedì: Dio non guarda all'apparenza
lunedì, marzo 17, 2025
Lunedì: Pietà per i dubbiosi
domenica, marzo 16, 2025
Riepilogo della settimana
Lunedì: L'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo
Martedì: Vive e morire in Cristo
Mercoledì: Arrendersi alla volontà di Dio
Giovedì: Lo scopo di Dio per noi
Venerdì: La saggezza chiesta a Dio
Sabato: Essere misericordiosi
Domenica: Contemplazione
Domenica 16/03/2025 Contemplazione
sabato, marzo 15, 2025
Sabato 15/03/2025 Essere misericordiosi
venerdì, marzo 14, 2025
Venerdì 14/03/2025 La saggezza chiesta a Dio
giovedì, marzo 13, 2025
Giovedì 13/03/2025 Dio ha uno scopo per ciascuno di noi
mercoledì, marzo 12, 2025
Mercoledì 12/03/2025: La resa alla volontà di Dio
martedì, marzo 11, 2025
Martedì 11/03/2025: Vivere e morire
lunedì, marzo 10, 2025
Lunedì 10/03/2025: L'agnello di Dio
domenica, marzo 09, 2025
Il rifugio
sabato, marzo 08, 2025
Efesini 1 - Siamo ricchi e non ce ne rendiamo conto
Come credenti in Cristo, abbiamo tutto (Ef. 1:3-14). Siamo ricchissimi, di quella ricchezza non effimera perché spirituale, che viene da Dio e che dura in eterno. Spesso non ce ne rendiamo conto (Ef. 1:16-19).
Schema Generale di Efesini Capitolo 1
Saluto e Benedizione (Ef 1:1-2)
- Paolo si presenta come apostolo di Cristo e saluta i credenti di Efeso con grazia e pace.
Benedizioni Spirituali in Cristo (Ef 1:3-14)
- (v. 3) Lode a Dio per le benedizioni spirituali nei luoghi celesti.
- (v. 4-6) Elezione e predestinazione in Cristo per essere santi e irreprensibili.
- (v. 7-10) La redenzione per mezzo del sangue di Cristo e il mistero della sua volontà.
- (v. 11-14) L’eredità in Cristo e il sigillo dello Spirito Santo come garanzia della salvezza.
Preghiera di Paolo per i credenti (Ef 1:15-23)
- (v. 15-16) Paolo ringrazia Dio per la fede e l’amore dei credenti.
- (v. 17-19) Preghiera per la sapienza, la rivelazione e la conoscenza di Dio.
- (v. 20-23) L’elevazione di Cristo al di sopra di ogni potenza e il suo ruolo come capo della Chiesa.
Commento Dettagliato di Efesini Capitolo 1
Saluto e Benedizione (Ef 1:1-2)
- Ef 1:1 – Paolo si presenta come “apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio”, affermando la sua autorità e missione. Non è un incarico che ha scelto autonomamente, ma è stato chiamato da Dio. Il destinatario della lettera è la comunità di Efeso, ma il messaggio si applica a tutti i santi, cioè i credenti che vivono in fedeltà a Cristo.
- Ef 1:2 – Il saluto paolino unisce due elementi fondamentali della vita cristiana: grazia e pace. La grazia è il dono immeritato di Dio, mentre la pace è la conseguenza della riconciliazione con Lui attraverso Cristo.
Benedizioni Spirituali in Cristo (Ef 1:3-14)
- Ef 1:3 – Paolo esordisce con una lode a Dio per le benedizioni spirituali concesse ai credenti. Queste benedizioni non sono materiali ma appartengono alla dimensione celeste, ovvero sono legate alla nostra unione con Cristo e alla nostra posizione in Lui.
- Ef 1:4 – Dio ci ha scelti “prima della creazione del mondo” per essere santi e irreprensibili. Questa elezione non è casuale ma parte di un piano eterno. Essere santi significa essere messi da parte per Dio, mentre essere irreprensibili indica una vita trasformata dalla grazia.
- Ef 1:5 – La predestinazione è l’atto attraverso cui Dio ha deciso di adottarci come suoi figli tramite Cristo. Questo non è un atto arbitrario, ma è motivato dall’amore di Dio, che desidera una relazione familiare con noi.
- Ef 1:6 – L’obiettivo di tutto ciò è la gloria della grazia divina. Dio non salva le persone per merito loro, ma affinché la sua grazia sia rivelata e lodata.
- Ef 1:7 – La redenzione è resa possibile dal sangue di Cristo, un concetto che richiama il sacrificio espiatorio dell’Antico Testamento. Grazie a questo sacrificio, riceviamo il perdono dei peccati, secondo la ricchezza della grazia di Dio.
- Ef 1:8-9 – Dio non ha agito con parsimonia, ma ha riversato su di noi abbondante sapienza e intelligenza spirituale, rivelandoci il mistero della sua volontà. Questo mistero non è qualcosa di nascosto per sempre, ma è stato rivelato pienamente in Cristo.
- Ef 1:10 – Il piano di Dio consiste nel ricapitolare ogni cosa in Cristo, sia in cielo che sulla terra. Ciò significa che Cristo è il centro della storia e che tutto il creato sarà un giorno sottomesso a Lui.
- Ef 1:11 – Essendo uniti a Cristo, i credenti ricevono un’eredità. Questa eredità non è solo futura (la vita eterna), ma è anche presente: la nostra posizione in Cristo ci dà sicurezza e scopo.
- Ef 1:12 – Lo scopo di questa elezione è che i credenti siano a lode della gloria di Dio. La nostra vita deve essere una testimonianza che riflette la grandezza di Dio.
- Ef 1:13 – Quando abbiamo ascoltato il Vangelo e abbiamo creduto, siamo stati sigillati con lo Spirito Santo. Il sigillo era un marchio di autenticità e appartenenza: Dio ci ha marchiati come suoi.
- Ef 1:14 – Lo Spirito Santo è una caparra della nostra eredità, cioè un anticipo della redenzione finale. Questo ci garantisce che Dio porterà a compimento la nostra salvezza.
Preghiera di Paolo per i credenti (Ef 1:15-23)
- Ef 1:15-16 – Paolo ha sentito parlare della fede dei credenti di Efeso e del loro amore per i santi. Questo lo spinge a ringraziare Dio per loro e a intercedere costantemente nella preghiera.
- Ef 1:17 – La sua richiesta principale è che Dio conceda ai credenti uno spirito di sapienza e rivelazione, affinché possano conoscerlo più profondamente. La conoscenza di Dio non è solo intellettuale, ma è una rivelazione che cambia la vita.
- Ef 1:18 – Paolo prega affinché gli occhi del loro cuore siano illuminati, cioè che possano comprendere spiritualmente la speranza della loro chiamata, l’immensa ricchezza dell’eredità che Dio ha preparato per i santi.
- Ef 1:19 – Egli desidera che conoscano la straordinaria potenza di Dio, la stessa potenza che ha risuscitato Cristo dai morti. Questa potenza è a disposizione dei credenti e li sostiene nella loro vita di fede.
- Ef 1:20 – Dio ha manifestato questa potenza risuscitando Cristo e facendolo sedere alla sua destra nei cieli, una posizione di suprema autorità.
- Ef 1:21 – Cristo è superiore a ogni principato, autorità, potenza e dominazione, non solo nel presente ma anche nel futuro. Paolo sta affermando che Cristo ha autorità su ogni potere, sia umano che spirituale.
- Ef 1:22 – Tutte le cose sono state sottomesse a Cristo, che è stato costituito capo della Chiesa. La Chiesa non è un’istituzione umana, ma è sotto l’autorità di Cristo stesso.
- Ef 1:23 – La Chiesa è il corpo di Cristo, cioè il mezzo attraverso cui Egli opera nel mondo. Cristo riempie ogni cosa e porta a compimento il piano di Dio attraverso il suo popolo.
Conclusione
Efesini 1 è un capitolo straordinario che rivela il grande piano di Dio per la salvezza, la sovranità di Cristo e la posizione privilegiata dei credenti in Lui. Paolo esalta la grazia divina, l’elezione, la redenzione e il sigillo dello Spirito Santo, per poi concludere con una preghiera intensa per la crescita spirituale della Chiesa. Il messaggio principale è che tutto converge in Cristo, e chi crede in Lui ha una speranza certa e una posizione sicura nel piano eterno di Dio.
venerdì, marzo 07, 2025
Apprendimento e messa in pratica
1. Le cose "imparate" da Paolo
- Filippesi 3:17 → "Siate miei imitatori, fratelli, e guardate quelli che camminano secondo l’esempio che avete in noi."
- I Filippesi hanno imparato da Paolo un modello di vita cristiana da seguire.
- Filippesi 2:5 → "Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù."
- Paolo ha insegnato che il credente deve adottare la stessa umiltà e obbedienza di Cristo.
2. Le cose "ricevute" da Paolo
- Filippesi 1:27 → "Soltanto comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo..."
- Paolo aveva trasmesso ai Filippesi il messaggio del Vangelo, che loro hanno ricevuto.
- Filippesi 2:16 → "Mantenendo ferma la parola della vita, così da potermi vantare nel giorno di Cristo di non aver corso invano né faticato invano."
- I Filippesi hanno ricevuto la "parola della vita" da Paolo e sono chiamati a rimanervi fedeli.
3. Le cose "udite" da Paolo
- Filippesi 1:14 → "E la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno più ardire nell’annunciare senza paura la Parola."
- Hanno udito il Vangelo predicato da Paolo e sono stati incoraggiati dalla sua testimonianza.
- Filippesi 1:30 → "Sostenendo voi la stessa lotta che mi avete visto sostenere e nella quale ora sentite dire che mi trovo."
- I credenti hanno udito delle sofferenze di Paolo e della sua fedeltà.
4. Le cose "viste" in Paolo
- Filippesi 1:12-13 → "Desidero che sappiate, fratelli, che le cose che mi sono accadute hanno piuttosto contribuito al progresso del vangelo, al punto che a tutta la guardia pretoriana e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo."
- I Filippesi hanno visto come Paolo affrontava la prigionia con fede.
- Filippesi 4:11-12 → "Io ho imparato ad accontentarmi dello stato in cui mi trovo... so vivere nell’umiltà e so vivere nell’abbondanza."
- Paolo stesso è un esempio di fiducia in Dio in ogni circostanza.
Conclusione
I Filippesi sono chiamati a seguire l’insegnamento e l’esempio di Paolo, mettendo in pratica ciò che hanno imparato, ricevuto, udito e visto in lui. Questo li condurrà a sperimentare la pace di Dio nella loro vita (Filippesi 4:9).
giovedì, marzo 06, 2025
Vivere per lo Spirito, camminare per lo Spirito
mercoledì, marzo 05, 2025
Romani 3:23-24 Giustificazione gratuita
Romani 3:25-26
25 il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; 26 per dimostrare, dico, la sua giustizia nel tempo presente; ond'Egli sia giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù.
L'espressione "tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza" in Romani 3:25-26 si riferisce al modo in cui Dio ha gestito il peccato umano prima della venuta di Cristo.
Analisi del significato
-
"Tolleranza verso i peccati commessi in passato"
- Indica che Dio, pur essendo giusto, non ha subito eseguito la piena punizione per i peccati dell'umanità prima della venuta di Cristo.
- Questo non significa che Dio abbia ignorato il peccato, ma che ha temporaneamente sospeso il giudizio finale, rimandandolo alla croce di Cristo.
-
"Al tempo della sua divina pazienza"
- Indica il periodo dell'Antico Testamento in cui Dio ha mostrato pazienza nei confronti del peccato, permettendo agli uomini di vivere senza subire immediatamente il castigo definitivo.
- Dio ha dato tempo affinché il Suo piano di salvezza si compisse pienamente in Cristo.
Collegamenti con l'Antico Testamento
- Nel periodo dell'Antico Testamento, Dio ha accettato sacrifici animali come copertura temporanea per il peccato, ma questi non lo rimuovevano definitivamente (Ebrei 10:4).
- Tuttavia, il peccato doveva ancora essere giustamente punito: Cristo ha portato quella punizione al posto dell'umanità.
Il senso complessivo del passo
- Dio ha trattenuto il Suo giudizio sui peccati passati, aspettando il momento in cui Cristo sarebbe morto per espiare quei peccati.
- La croce di Cristo è la dimostrazione della giustizia di Dio, perché attraverso di essa Dio ha soddisfatto la Sua giustizia senza compromettere la Sua misericordia.
- In questo modo, Dio si rivela "giusto e giustificante": Egli è giusto perché il peccato viene punito, ma è anche colui che giustifica perché offre il perdono a chi ha fede in Gesù.
Conclusione
Dio ha usato pazienza prima della venuta di Cristo, non punendo immediatamente i peccati, ma aspettando il momento in cui Cristo avrebbe offerto il vero sacrificio espiatorio. Questo mostra sia la giustizia che l'amore di Dio: il peccato non è stato ignorato, ma il perdono è stato reso possibile attraverso la croce.
martedì, marzo 04, 2025
Apocalisse 12
Commento al capitolo 12 dell'Apocalisse
Il capitolo 12 introduce una visione altamente simbolica, presentando una donna, un drago e un bambino maschio. Questa scena descrive il conflitto cosmico tra il bene e il male, rivelando il ruolo di Dio nella protezione del suo popolo e nella vittoria finale sul male.
1. La donna e il drago (Apocalisse 12:1-6)
Giovanni vede nel cielo un grande segno:
- Una donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle. È incinta e grida per le doglie del parto.
- Un grande drago rosso, con sette teste, dieci corna e sette diademi. La sua coda trascina un terzo delle stelle del cielo e le scaglia sulla terra.
Il drago si pone davanti alla donna per divorare il bambino appena nato. Tuttavia, il bambino maschio – destinato a governare tutte le nazioni – viene rapito presso Dio e il suo trono, mentre la donna fugge nel deserto, dove Dio le ha preparato un rifugio per 1260 giorni.
Elementi chiave:
- La donna → Simboleggia il popolo di Dio (Israele e, in senso più ampio, la Chiesa).
- Il bambino maschio → È identificato con Cristo, il Messia che governerà tutte le nazioni.
- Il drago → È Satana, che cerca di distruggere il piano di Dio.
- Il deserto e i 1260 giorni → Indicano protezione divina e un periodo di tribolazione.
2. La battaglia in cielo e la caduta di Satana (Apocalisse 12:7-12)
Scoppia una guerra in cielo:
- Michele e i suoi angeli combattono contro il drago, che viene sconfitto e precipitato sulla terra insieme ai suoi angeli.
- Si ode una voce potente che proclama la vittoria di Dio: il regno di Dio e l’autorità di Cristo sono stabiliti, perché l’accusatore dei fratelli è stato gettato giù.
Satana, consapevole di avere poco tempo, si scatena con furia sulla terra.
Elementi chiave:
- Michele → L’arcangelo che guida le schiere celesti nella battaglia contro Satana.
- La caduta di Satana → Indica la sua sconfitta definitiva e la sua limitazione nel poter agire liberamente.
- L’accusatore dei fratelli → Satana è colui che accusa i fedeli davanti a Dio, ma la sua autorità è ormai spezzata.
3. La persecuzione della donna (Apocalisse 12:13-17)
Dopo essere stato gettato sulla terra, il drago perseguita la donna, ma:
- Dio le dona due ali di grande aquila, permettendole di fuggire nel deserto per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo (3 anni e mezzo).
- Il drago tenta di sopraffarla con un fiume d’acqua, ma la terra lo inghiotte.
- Furioso, il drago si rivolge a combattere il resto della discendenza della donna, coloro che osservano i comandamenti di Dio e testimoniano Gesù.
Elementi chiave:
- Le ali d’aquila → Simbolo della protezione divina e della provvidenza.
- Il fiume del drago → Possibile riferimento a tentativi di distruggere la Chiesa con persecuzioni o inganni.
- Il resto della discendenza → Indica i credenti fedeli a Cristo, che affrontano l’ostilità del nemico.
Interpretazione
Il capitolo 12 presenta una visione del conflitto spirituale che si svolge dietro gli eventi terreni. Satana tenta di distruggere il piano di Dio, prima cercando di eliminare il Messia e poi perseguitando il popolo di Dio. Tuttavia, la protezione divina garantisce che il suo piano non abbia successo.
Temi principali
- Il conflitto tra Dio e Satana → La ribellione del drago rappresenta l’opposizione costante al piano divino.
- La protezione divina → La donna è preservata nonostante gli attacchi del drago, mostrando la cura di Dio per il suo popolo.
- La vittoria finale → La caduta di Satana anticipa la sua sconfitta definitiva alla fine dei tempi.
Questo capitolo fornisce un messaggio di incoraggiamento ai credenti: nonostante le persecuzioni e le difficoltà, Dio è sovrano e protegge i suoi fedeli, assicurando la vittoria finale su ogni potenza del male.
Apocalisse 12:18 – Il drago sulla riva del mare
Il versetto 18 afferma:
"E il drago si fermò sulla riva del mare."
Questa breve frase serve da transizione al capitolo successivo e introduce una nuova fase della visione di Giovanni. Il drago, che ha fallito nel distruggere la donna e il suo discendente, ora si prepara a intensificare la sua guerra contro i fedeli.
Significato simbolico
- La riva del mare → Nella Bibbia, il mare rappresenta spesso le nazioni pagane e il caos (cfr. Daniele 7:2-3). Il drago si pone in questa posizione, pronto a evocare nuove forze per il suo attacco contro il popolo di Dio.
- Introduzione alle due bestie (capitolo 13) → Il drago sta per chiamare due alleati:
- La bestia che sale dal mare (Ap 13:1) → Simbolo del potere politico oppressivo.
- La bestia che sale dalla terra (Ap 13:11) → Simbolo del potere religioso corrotto.
Questo versetto segna quindi il passaggio dalla lotta diretta del drago alla formazione di un sistema di poteri ostili a Dio, che saranno approfonditi nel capitolo successivo.
Eb. 13:8 Immutabile in un mondo in continuo mutamento
lunedì, marzo 03, 2025
Voi dunque pregate così
La via più difficile
domenica, marzo 02, 2025
Apocalisse 11
Commento ad Apocalisse 11
Il capitolo 11 dell’Apocalisse introduce due elementi centrali nella narrazione profetica: la misurazione del tempio e la testimonianza dei due testimoni. Segue poi la settima tromba, che annuncia il regno definitivo di Dio.
1. La misurazione del tempio (Apocalisse 11:1-2)
Giovanni riceve una canna per misurare il tempio di Dio, l’altare e i suoi adoratori, ma gli viene detto di non misurare il cortile esterno, che sarà dato in balia delle nazioni per 42 mesi.
Elementi chiave:
- Misurare il tempio → Simbolo di protezione e distinzione tra il vero popolo di Dio e gli altri.
- Cortile esterno escluso → Indica che i pagani avranno temporaneamente dominio sulla città santa.
- 42 mesi (1260 giorni) → Un periodo simbolico che appare anche in Daniele e in altre parti dell’Apocalisse, associato a persecuzione e oppressione.
2. I due testimoni (Apocalisse 11:3-13)
Dio concede a due testimoni di profetizzare per 1260 giorni, vestiti di sacco. Sono descritti come due ulivi e due candelabri, e hanno il potere di fermare la pioggia, trasformare l’acqua in sangue e colpire la terra con flagelli.
Alla fine del loro ministero, la “bestia che sale dall’abisso” li uccide, e i loro corpi rimangono esposti nella grande città per tre giorni e mezzo. Le nazioni gioiscono per la loro morte, ma dopo questo periodo i due testimoni risorgono e salgono al cielo davanti a tutti. Segue un grande terremoto che distrugge parte della città e provoca molte morti.
Elementi chiave:
- Due testimoni → Diverse interpretazioni li vedono come due individui specifici, due gruppi (Israele e la Chiesa), o come simboli della testimonianza della verità di Dio nel mondo.
- Vestiti di sacco → Indicano una missione profetica di richiamo al pentimento.
- Poteri simili a Mosè ed Elia → Indicano la continuità con i grandi profeti del passato.
- Uccisione e resurrezione → Simbolo della persecuzione della testimonianza cristiana e della sua vittoria finale.
- Grande terremoto → Giudizio divino che segue la risurrezione dei testimoni.
3. La settima tromba (Apocalisse 11:14-19)
Dopo la seconda “sventura” causata dal terremoto, suona la settima tromba. Grandi voci proclamano:
“Il regno del mondo è divenuto del Signore nostro e del suo Cristo, ed Egli regnerà nei secoli dei secoli.” (Ap 11:15)
I ventiquattro anziani lodano Dio perché ha preso il suo potere e ha iniziato a regnare. Viene annunciato il giudizio sulle nazioni e la ricompensa ai servi fedeli. Si apre il tempio di Dio nel cielo, rivelando l'arca dell’alleanza, seguita da lampi, voci, tuoni, terremoto e grandine.
Elementi chiave:
- Settima tromba → Annuncia l’instaurazione definitiva del regno di Dio.
- Adorazione celeste → Riconosce il trionfo di Dio sulla storia.
- Arca dell’alleanza nel cielo → Simbolo della fedeltà di Dio alle sue promesse e della sua presenza con il suo popolo.
- Manifestazioni cosmiche → Segni della potenza divina e della fine del tempo della pazienza di Dio.
Interpretazione
Questo capitolo rappresenta un punto di svolta nell’Apocalisse, con un chiaro contrasto tra la persecuzione della testimonianza di Dio e il suo trionfo finale.
Temi principali:
- Persecuzione e protezione → Il tempio è misurato, segno che Dio protegge i suoi fedeli, ma la città è calpestata dalle nazioni.
- Testimonianza e martirio → I due testimoni annunciano il messaggio divino, subiscono persecuzione e morte, ma vengono rivendicati da Dio.
- Giudizio e vittoria → La settima tromba segna la fine dei regni umani e l’instaurazione definitiva del regno di Dio.
Questo capitolo trasmette speranza ai credenti perseguitati, mostrando che, nonostante la sofferenza e l’apparente vittoria del male, Dio ha il pieno controllo della storia e la sua giustizia trionferà.
Apocalisse 10
Commento ad Apocalisse 10
Il capitolo 10 dell’Apocalisse introduce una pausa tra il sesto e il settimo squillo di tromba. In questa sezione, Giovanni vede un angelo possente e riceve un piccolo libro che deve mangiare. Questa visione evidenzia il ruolo della rivelazione profetica e il suo impatto.
1. L’Angelo possente (Apocalisse 10:1-4)
Giovanni vede un angelo potente scendere dal cielo, avvolto in una nube, con un arcobaleno sulla testa, il volto come il sole e le gambe come colonne di fuoco. Nella mano tiene un piccolo libro aperto. Egli poggia il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra e grida con voce potente, seguita da sette tuoni.
Quando Giovanni sta per scrivere ciò che i sette tuoni hanno detto, una voce dal cielo gli ordina di non scrivere, ma di sigillare il messaggio.
Elementi chiave:
- L’angelo possente → La sua descrizione ricorda Cristo o un alto messaggero divino, indicando autorità e gloria.
- Piccolo libro aperto → Simboleggia una rivelazione destinata a Giovanni.
- Piede su mare e terra → Dimostra il dominio universale dell’angelo.
- Sette tuoni → Rappresentano una rivelazione che resta segreta, mostrando che non tutto è rivelato.
2. Il giuramento dell’angelo (Apocalisse 10:5-7)
L’angelo alza la mano al cielo e giura per il Dio eterno che il tempo della pazienza divina è terminato: quando suonerà la settima tromba, il mistero di Dio si compirà.
Elementi chiave:
- Il giuramento → Sottolinea la solennità del messaggio e la certezza dell’adempimento divino.
- "Non vi sarà più indugio" → Indica che il tempo della fine sta per arrivare.
- Il compimento del mistero di Dio → Fa riferimento alla realizzazione del piano divino, già annunciato ai profeti.
3. Giovanni mangia il piccolo libro (Apocalisse 10:8-11)
Una voce dal cielo ordina a Giovanni di prendere il piccolo libro dalla mano dell’angelo. Giovanni lo prende e lo mangia: in bocca è dolce come miele, ma nello stomaco diventa amaro. Gli viene poi detto che dovrà profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re.
Elementi chiave:
- Mangiare il libro → Simboleggia l’assimilazione della parola profetica.
- Dolcezza e amarezza → Il messaggio divino porta gioia perché è verità, ma anche amarezza perché implica giudizi severi.
- Nuova missione profetica → Giovanni deve continuare ad annunciare la volontà di Dio, coinvolgendo il mondo intero.
Interpretazione
Questo capitolo evidenzia la sovranità di Dio sulla storia e la certezza del compimento dei Suoi progetti. Il piccolo libro indica una rivelazione specifica per Giovanni, che deve interiorizzarla e trasmetterla. Il contrasto tra dolcezza e amarezza mostra che il messaggio profetico non è solo di speranza, ma include anche giudizi inevitabili.
Temi principali
- La sovranità di Dio → L’angelo possente mostra l’autorità divina su tutta la creazione.
- Il compimento del piano divino → Con la settima tromba, il mistero di Dio sarà completato.
- La missione profetica → Giovanni deve accettare e trasmettere il messaggio, con tutte le sue implicazioni.
Questo capitolo rafforza l’idea che il piano di Dio procede inesorabilmente verso il suo compimento, anche se alcuni dettagli rimangono nascosti fino al tempo stabilito.
venerdì, febbraio 28, 2025
Apocalisse 9
Il capitolo 9 dell'Apocalisse continua la serie dei giudizi divini con il suono della quinta e sesta tromba, introducendo calamità ancora più gravi rispetto alle precedenti. Questo capitolo descrive la comparsa di creature infernali e un'invasione di eserciti distruttori, rappresentando un'intensificazione del giudizio sulla terra.
1. La quinta tromba: l'abisso e le locuste (vv. 1-12)
- Un "astro" cade dal cielo sulla terra e gli viene data la chiave del pozzo dell'abisso. Questo essere, spesso identificato con Satana o un suo emissario, apre l'abisso, da cui esce un fumo oscuro che oscura il sole e l'aria.
- Dal fumo emergono locuste demoniache, non normali insetti, ma creature simboliche che tormentano gli uomini che non hanno il sigillo di Dio sulla fronte.
- Queste locuste non uccidono, ma affliggono gli uomini per cinque mesi con dolori simili a quelli delle punture di scorpione.
- Il loro re è chiamato Abaddon in ebraico e Apollyon in greco, entrambi significano "Distruttore".
📌 Interpretazione
- Le locuste rappresentano una forma di giudizio spirituale e psicologico, portando sofferenza interiore e tormento.
- L’"astro caduto" può essere visto come un essere angelico caduto (Satana) che riceve il potere di scatenare il male.
- Il sigillo di Dio distingue i credenti, che sono protetti da questo giudizio.
2. La sesta tromba: l'invasione dell'esercito distruttore (vv. 13-21)
- Una voce dall'altare d'oro ordina il rilascio di quattro angeli legati presso il grande fiume Eufrate. Questi angeli conducono un esercito di 200 milioni di cavalieri, i quali portano devastazione.
- I loro cavalli hanno teste di leone, bocche che sputano fuoco, fumo e zolfo. Le loro code sono simili a serpenti, con teste capaci di infliggere danno.
- Un terzo dell’umanità viene sterminato da questo esercito.
- Nonostante il grande giudizio, l’umanità non si pente dei propri peccati, continuando ad adorare idoli e a praticare ogni sorta di male.
📌 Interpretazione
- I quattro angeli legati indicano un’azione preordinata da Dio, scatenata al momento opportuno.
- L’Eufrate è simbolico: era il confine dell’impero romano e rappresenta la provenienza di minacce esterne.
- Il rifiuto dell’umanità di pentirsi dimostra la durezza del cuore umano anche davanti al giudizio divino.
Schema riassuntivo
Sezione | Descrizione |
---|---|
1. Quinta tromba (vv. 1-12) | Un astro apre l'abisso, ne escono locuste infernali che tormentano gli uomini per 5 mesi. Il loro re è Abaddon/Apollyon. |
2. Sesta tromba (vv. 13-21) | Quattro angeli rilasciano un esercito di 200 milioni di cavalieri, che stermina un terzo dell'umanità con fuoco, fumo e zolfo. L’umanità rifiuta di pentirsi. |
Temi principali
- Giudizio crescente: Il passaggio da locuste tormentatrici a un esercito sterminatore segna un'escalation del giudizio divino.
- Sofferenza senza pentimento: Nonostante il castigo, gli uomini non si convertono, mostrando la gravità della loro ribellione.
- Potenze spirituali malvagie: Il rilascio di Abaddon e degli eserciti distruttori suggerisce un’azione demoniaca permessa da Dio come parte del giudizio.
Conclusione
Il capitolo 9 dell'Apocalisse mostra il culmine della ribellione umana di fronte ai giudizi divini. Nonostante le sofferenze inflitte dalle trombe, la maggior parte degli uomini non si pente, indicando una progressiva separazione tra coloro che appartengono a Dio e coloro che rifiutano la sua grazia. Questi eventi preannunciano i giudizi ancora più severi che verranno.
Contro il razzismo
mercoledì, febbraio 26, 2025
Salmo 59
martedì, febbraio 25, 2025
Apocalisse 8
Il capitolo 8 dell'Apocalisse segna l'inizio dei giudizi espressi attraverso le trombe, che annunciano ulteriori catastrofi sulla terra. In questo capitolo si osserva il passaggio dalla visione del sigillo al sistema delle trombe, evidenziando la progressiva intensificazione del giudizio divino.
1. L'apertura del settimo sigillo (vv. 1-5)
Il capitolo inizia con l'apertura del settimo sigillo, che produce una silenziosità totale in cielo per circa mezz'ora. Questo silenzio ha un significato simbolico profondo: rappresenta un momento di pausa e di reverenza, in cui la creazione attende l'inizio del giudizio finale.
- Il settimo sigillo segna la transizione dalla visione precedente a quella che coinvolge le trombe, introducendo il prossimo stadio del piano divino.
2. I sette angeli con le trombe (vv. 6-13)
Successivamente, sette angeli si preparano a suonare le trombe. In questa fase, vengono presentate le premesse per i giudizi imminenti, poiché le trombe annunceranno le catastrofi che colpiranno la terra e il mare.
- Gli angeli, armati di trombe, simboleggiano l'autorità divina nell'esprimere il giudizio e nell'infliggere le punizioni sulla terra.
- La struttura del testo sottolinea la progressione del giudizio: il settimo sigillo apre la via per le trombe, che a loro volta daranno inizio a una serie di eventi distruttivi.
3. Le prime quattro trombe (vv. 7-12)
Il testo si concentra poi sui primi quattro suoni delle trombe, ciascuno associato a una calamità specifica:
-
Prima tromba (v. 7):
Una grandine e fuoco misti a sangue vengono scagliati sulla terra, bruciando un terzo degli alberi e tutto il verde. Questo giudizio simboleggia la distruzione del naturale ordine e la decadenza della creazione a causa del peccato. -
Seconda tromba (v. 8-9):
Un'enorme montagna ardente, simbolo di potenza distruttrice, viene gettata nel mare. Ciò trasforma un terzo del mare in sangue, causando la morte di un terzo della vita marina e disturbando l'equilibrio degli ecosistemi marini. -
Terza tromba (v. 10-11):
Una grande stella, chiamata "Assenzio" (spesso interpretata come un segno di amarezza), cade sui fiumi e sulle sorgenti d'acqua, rendendo le acque amare e inadatte al consumo, provocando così numerose morti per avvelenamento. -
Quarta tromba (v. 12):
Un terzo del sole, della luna e delle stelle viene colpito, oscurando il giorno e la notte. Questa calamità altera l'ordine cosmico e simboleggia la perdita di parte della luce e della guida divina, segnando un ulteriore passo verso il giudizio finale.
Interpretazione e significati
-
Il silenzio in cielo:
La pausa prima dell'inizio delle trombe evidenzia un momento di intensa aspettativa e solennità, in cui la creazione si ferma per assistere al giudizio imminente. -
Le trombe come strumenti di giudizio:
Ogni tromba annuncia una specifica distruzione, che colpisce vari aspetti dell'ordine creato: terra, mare e corpi celesti. Questi eventi riflettono la rottura dell'armonia originaria e l'inflizione di pene proporzionate al peccato. -
Il simbolismo del numero:
Il fatto che siano quattro trombe richiama l'idea di una punizione che si manifesta in tutte le direzioni e in vari aspetti della creazione, sottolineando la completezza del giudizio divino.
Schema riassuntivo
Sezione | Descrizione |
---|---|
1. Apertura del settimo sigillo (vv. 1-5) | Produce silenzio in cielo; introduce la transizione al giudizio con le trombe. |
2. I sette angeli con le trombe (vv. 6-13) | Gli angeli si preparano a suonare le trombe, segnando l'inizio dei giudizi sulla terra e sul mare. |
3. Le prime quattro trombe (vv. 7-12) | - Prima tromba: grandine, fuoco e sangue; distruzione della vegetazione. - Seconda tromba: montagna ardente nel mare, sangue e morte marina. - Terza tromba: caduta di una stella che ammorba le acque, causando avvelenamento. - Quarta tromba: oscuramento di un terzo dei corpi celesti. |
Temi principali
-
Giudizio divino:
Le trombe rappresentano il meccanismo attraverso cui Dio manifesta il suo giudizio sulla terra, interrompendo l'ordine naturale e provocando distruzioni mirate. -
Interruzione dell'armonia creata:
L'intervento divino rompe l'equilibrio originario della creazione, mostrando come il peccato e la ribellione abbiano conseguenze catastrofiche. -
Aspettativa e solennità:
Il silenzio in cielo prima dell'inizio delle trombe sottolinea la gravità degli eventi che stanno per accadere, preparando la scena per il compimento del piano divino.
In sintesi, il capitolo 8 dell'Apocalisse segna l'inizio dell'esecuzione dei giudizi divini attraverso le trombe, annunciando calamità specifiche che colpiranno la terra, il mare e i corpi celesti, come parte della progressiva manifestazione del piano di Dio. Questo passaggio invita a riflettere sul rapporto tra giustizia e peccato e sulla certezza del giudizio divino.
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