lunedì, dicembre 08, 2025

Salmo 61

Salmo 61 - Analisi Estesa in Stile Narrativo

Un Grido dalla Fine della Terra

Il Salmo 61 si apre con un'immagine di estrema lontananza e fragilità umana: "O Dio, ascolta il mio grido, sii attento alla mia preghiera. Dalla fine della terra a te grido, mentre il mio cuore vien meno" (v. 2-3a). Questa non è una metafora poetica, ma probabilmente l'esperienza concreta del salmista (forse Davide durante la ribellione di Assalonne o in un esilio forzato). L'"estremità della terra" rappresenta più di una distanza geografica; è la periferia esistenziale, il luogo dove ogni appoggio umano è venuto meno, dove il cuore "viene meno" (lett. "si avviluppa/si copre di tenebra").

In questa posizione di totale vulnerabilità, nasce una preghiera paradossale: chi è più lontano grida al Dio che sembra più lontano. Il gesto fondamentale è il grido (rinâ), un suono primordiale che precede le parole articolate, l'ultima risorsa di chi ha perso ogni eloquio.

La Memoria che Diventa Preghiera: La Rocca Inaccessibile

Dal luogo della debolezza, la memoria compie un salto nello spazio e nel tempo: "Guidami alla roccia che è troppo alta per me" (v. 2b). La roccia (צוּר, tsur) è uno dei nomi di Dio nell'Antico Testamento, che evoca stabilità, protezione inaccessibile. L'aggettivo "troppo alta" è fondamentale: il salmista riconosce di non avere in sé la forza per scalarla. La salvezza deve venire dall'alto; deve essere un atto di grazia.

Questa memoria non è nostalgica, ma trasformativa: "Poiché tu sei stato il mio rifugio, una torre forte contro il nemico" (v. 3). Il passato ("sei stato") diventa il fondamento per una petizione nel presente. La fede qui è l'atto di aggrapparsi alla fedeltà sperimentata di Dio per chiedere un nuovo intervento.

Il Desiderio Nucleare: Dimorare nel Tempio e nel Cuore di Dio

Il culmine della preghiera è una delle aspirazioni più belle di tutta la Bibbia: "Io abiterò per sempre nel tuo tabernacolo, mi riparerò all'ombra delle tue ali" (v. 4). Notiamo la progressione:

1. Tabernacolo: Il luogo della presenza di Dio, del culto, della comunità. Desidera stabilità ("per sempre") nella vicinanza a Dio.
2. Ombra delle tue ali: Immagine di intima protezione materna (cfr. Salmo 91:4). Passa dall'edificio (tabernacolo) alla relazione personale (ali).

Questo desiderio è esplicitato al verso 5: "Poiché tu, o Dio, hai esaudito i miei voti, mi hai dato l'eredità di quelli che temono il tuo nome". L'eredità non è un terreno, ma il privilegio di appartenere alla comunità dei fedeli che vivono davanti a Dio.

La Preghiera per il Re: Un Capitolo di Teologia Politica

Il salmo compie una svolta sorprendente ai versetti 6-7: "Prolunga i giorni del re...". Che il salmista preghi per sé come re (Davide) o per il monarca regnante, questa sezione rivela una teologia dell'alleanza regale:

· Il re è "stabilito davanti a Dio per sempre" (v. 7). La sua autorità non è assoluta, ma derivata e sottoposta a Dio.
· La benevolenza e fedeltà (chesed we'emet) di Dio sono le sue guardie del corpo (v. 7). La vera protezione del leader non è l'esercito, ma il carattere di Dio.
· La preghiera per una lunga vita del re ("anni su anni", v. 6) è preghiera per la stabilità del popolo intero, la cui sorte è legata a quella del suo rappresentante dinastico.

La Chiusura a Cerchio: Il Voto di Lode Perpetua

Il salmo si chiude come era iniziato, con un atto di voce: "Allora canterò il tuo nome in perpetuo, per adempire i miei voti giorno dopo giorno" (v. 8). La lode ("canterò") è la risposta alla salvezza anticipata nella fede. È un impegno di gratitudine perpetua ("giorno dopo giorno") che trasforma l'intera vita in un culto vivente.

La struttura è circolare: dal grido di angoscia (v. 1) al canto di lode (v. 8). Il percorso interiore è lineare: dalla terra distante (v. 2) alla dimora nel tabernacolo (v. 4).

In sintesi, il Salmo 61 è la mappa di un ritorno dall'esilio interiore. Ci insegna che la preghiera più autentica nasce spesso dal riconoscimento della nostra impotenza ("la roccia troppo alta per me") e si trasforma in un atto di memoria creativa che, ricordando le fedeltà passate di Dio, osa chiedere e già intravvedere il rifugio futuro nella sua presenza. Non è una preghiera di chi cerca una soluzione immediata ai problemi, ma di chi cerca Dio stesso come soluzione definitiva, come dimora stabile al di sopra di tutte le tempeste della storia e del cuore.

Davide musicista e futuro re

Primo Samuele 16:23 (NR06) "Or quando il cattivo spirito permesso da Dio veniva su Saul, Davide prendeva l'arpa e si mettea a suona...