Questo salmo, spesso chiamato "il salmo della protezione divina", è un dialogo solenne tra una voce di saggezza che dichiara le promesse di Dio (v. 1-13) e la voce stessa di Dio che ne conferma la veridicità con un solenne giuramento (v. 14-16). Non è una formula magica contro le avversità, ma una profonda meditazione sulla sicurezza che nasce da una relazione di intima fiducia con l'Altissimo.
Il Dialogo della Fiducia
Parte I: La Proclamazione della Fede (v. 1-13)
Una voce sapiente– forse un sacerdote, un anziano o la coscienza stessa del credente – descrive la condizione di chi vive in comunione con Dio.
· La Dimora (v. 1): "Abitare al riparo dell'Altissimo" non è una visita occasionale, ma uno stare, un dimorare permanente. È la posizione di chi ha fatto della presenza di Dio la sua casa.
· La Confessione (v. 2): La sicurezza nasce da una dichiarazione personale: "Io dico al Signore: Tu sei il mio rifugio". La fede si esprime in un atto di parola che stabilisce la relazione.
· Le Metafore della Protezione (v. 3-13):
· Lo scudo della fedeltà (v. 4): La "fedeltà" (אֱמֶת, emet) di Dio è un'arma difensiva attiva.
· La protezione dagli estremi (v. 5-6): Copre ogni tempo ("notte"/"giorno") e ogni pericolo, noto e invisibile.
· La promessa in mezzo al caos (v. 7-8): Anche quando il male colpisce intorno, chi confida in Dio ha una preservazione sovrannaturale.
· Il ministero angelico (v. 11-12): Citato da Satana con Gesù (Matteo 4:6), questa promessa non è per tentare Dio, ma per chi cammina nelle Sue vie.
· L'autorità sul male (v. 13): L'immagine di calpestare leoni e serpenti parla di una vittoria conferita, non di un'immunità dal pericolo.
Parte II: La Ratifica Divina (v. 14-16)
In un momento di straordinaria potenza,Dio stesso prende la parola per confermare le promesse. Questo passaggio dal parlare di Dio al parlare di Dio è unico.
· La Condizione: "Poiché ha posto in me il suo affetto". Il verbo "porre affetto" (חָשַׁק, chashaq) indica un attaccamento amoroso, una scelta deliberata di adesione. La protezione è la risposta di Dio a questo amore e alla conoscenza del Suo nome (cioè del Suo carattere rivelato).
· Le Promesse Divine in Prima Persona:
1. "Io lo salverò" – Liberazione attiva.
2. "Io lo proteggerò" – Custodia continua.
3. "Io gli risponderò" – Relazione di dialogo.
4. "Sarò con lui" – Presenza nella prova.
5. "Io lo libererò e lo glorificherò" – Esito vittorioso.
6. "Lo sazierò di lunga vita" – Pienezza di giorni.
7. "Gli farò vedere la mia salvezza" – Esperienza finale della redenzione.
Il Centro del Salmo: La Relazione, non la Formula
Il salmo non promette che il credente non vedrà mai il pericolo ("mille cadranno al tuo fianco"), ma che il pericolo non avrà l'ultima parola su di lui. La chiave è nelle parole: "Poiché tu hai detto: 'Signore, tu sei il mio rifugio'" (v. 9) e "Poiché conosce il mio nome" (v. 14). La sicurezza nasce dalla relazione personale di fiducia e conoscenza reciproca, non dall'adesione a un principio astratto.
In sintesi, il Salmo 91 è un invito a trasferire la propria residenza esistenziale dalla casa fragile della paura alla fortezza inespugnabile della fiducia in Dio. Ci ricorda che la protezione suprema non è l'assenza di battaglie, ma la presenza del Comandante in capo al nostro fianco. Le sue ultime tre parole – "la mia salvezza" – indicano che la visione ultima a cui siamo condotti non è semplicemente la nostra incolumità, ma la contemplazione dell'opera redentrice di Dio stesso, compiuta in Cristo, il quale ha vissuto in perfetta fiducia nel Padre e ha calpestato il serpente antico per noi.