"Egli dà forza allo stanco e accresce vigore a colui che non ne ha."
Dio non disprezza la debolezza. In realtà, la incontra con forza. Quando arriviamo alla fine di noi stessi, scopriamo la profondità del suo potere. La debolezza diventa il luogo in cui la forza di Dio si manifesta più chiaramente. Quando ti senti debole, non allontanarti da Dio. Piuttosto, presentati a Lui con onestà e lascia che la sua forza ti sostenga dove la tua vacilla.
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Isaia 40:29 (NR06)
"Egli dà forza allo stanco e accresce vigore a colui che non ne ha."
Analisi Ridotta
Contesto: Questo versetto si trova nel capitolo che apre la "seconda parte" del libro di Isaia (Deutero-Isaia, capitoli 40-55), indirizzata agli esuli in Babilonia. Dopo aver annunciato la consolazione e il ritorno del popolo (v. 1-11) e celebrato la grandezza incommensurabile di Dio (v. 12-26), il profeta si rivolge direttamente alla condizione di sfinimento e disperazione degli Israeliti.
Significato del Versetto:
1. La Condizione Umana: Il profeta identifica due stati di bisogno:
· "Lo stanco" (לַיָּעֵף, layyā'ēf): Chi è esausto, affaticato, sfinito dal viaggio (metafora della vita in esilio e della prova).
· "Colui che non ne ha [vigore]" (וְלֹא אוֹנִים, velo' onim): Chi è privo di forza vitale, di risorse, di energia in modo totale; chi è nella condizione di "nulla" (אוֹן, on, indica forza fisica o materiale).
2. L'Azione Divina: Dio non è descritto come un semplice incoraggiatore, ma come un sovrano dispensatore di forza. I verbi "dà" (נֹתֵן, noten) e "accresce" (וְלֹא אוֹנִים, marbīs) indicano un'azione potente, efficace e sovrabbondante.
· Non sostituisce, ma rinvigorisce: Dio non sostituisce la creatura debole con una nuova, ma infonde forza nell'essere esausto.
· Crea dal nulla: A colui che è privo di ogni energia, Egli moltiplica (accresce) vigore. È un atto creativo, simile a quello della prima creazione.
3. Il Paradosso della Grazia: La promessa è che la forza divina si manifesta proprio nel punto di massima debolezza umana. Il Dio infinitamente potente (descritto nei versetti precedenti) si interessa alla finitezza e allo sfinimento della sua creatura. La Sua potenza si perfezione nella nostra debolezza (cfr. 2 Corinzi 12:9).
In sintesi, questo versetto è un balsamo per chi è al limite delle proprie forze, fisiche, emotive o spirituali. Non promette l'eliminazione della fatica, ma la provvidenza di una forza soprannaturale che si innesta sulla debolezza umana. È l'annuncio che l'esilio, la prova o lo sconforto non sono la parola finale per il popolo di Dio, perché Colui che non si affatica e non si stanca (v. 28) è pronto a riversare la Sua inesauribile energia in chi ha esaurito la propria.