"Ma ora,
liberati dal peccato
e
fatti servi di Dio,
avete per frutto
la vostra santificazione
e per fine
la vita eterna."
La libertà in Cristo non è libertà di vivere come ci piace, ma è libertà dal peccato affinché possiamo appartenere a Dio. Questa nuova vita ci conduce sul sentiero della santificazione, plasmandoci per essere ogni giorno più simili a Cristo. E la fine di quel viaggio non è il vuoto, ma la vita eterna con Lui. La vera libertà si trova nella resa a Dio.
Lettera ai Romani 6:12-14 NR06
[12] Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze;
Purtroppo anche chi appartiene a Cristo lotta con una natura carnale che può ancora farci cadere nel peccato, anche se esso non ha più potere di morte sui salvati. Dio sa tutto ciò ed è talmente comprensivo da avvisarci non tanto sulla possibilità di un incidente sul percorso della santificazione (il peccato), quanto avvisandoci del pericolo che esso possa tornare a dominare la nostra volontà privandoci della gioia della comunione con Dio
[13] e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d’iniquità;
Tutto il nostro essere appartiene a Dio dopo la conversione, e Dio amorevolmente ci avvisa di prestare al nemico ciò che appartiene a Lui, nemico che ci userebbe per i suoi scopi malvagi e peccaminosi
ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio;
Cosa possiamo fare se nella nostra vita, grazie al consiglio dello Spirito Santo, dovessimo ravvisare un particolare pericolo (peraltro sempre presente) che il peccato possa avere la meglio sulla nostra volontà (regnare) e che le nostre azioni o anche soltanto i nostri pensieri possano essere peccaminosi? Chi avendo già sofferto di una data malattia, avverte nuovamente, anche a distanza di tempo, i sintomi di quella stessa malattia che in passato lo ha fatto soffrire, da paziente si presenta dal medico per evitare che la malattia prenda nuovamente il sopravvento. Così anche noi non dobbiamo far altro che presentare noi stessi a Dio come persone che sono già uscite dalla precedente condizione di malattia spirituale e di lontananza da Dio (morti fatti viventi) e che non vogliono tornare a soffrire a causa di quella stessa malattia.
[14] infatti il peccato non avrà più potere su di voi, perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia.
Dio, il medico della nostra anima, ci curerà ed eviterà che il male abbia potere su di noi.