"Io sono la vite, voi i tralci. Chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla."
Gesù ci ricorda che la nostra fecondità spirituale proviene solo dal rimanere uniti a Lui. Come i tralci non possono vivere separati dalla vite, così noi non possiamo prosperare senza la Sua presenza. Dimorare in Lui significa una dipendenza costante: parlargli, confidare in Lui e attingere forza da Lui ogni giorno. Rimani vicino a Gesù oggi. Lascia che le tue parole, i tuoi pensieri e le tue azioni scaturiscano dalla tua relazione con Lui.
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Contesto: Parte del discorso di addio di Gesù dopo l'Ultima Cena (Giovanni 13-17). Il tema centrale è la comunione vitale tra Cristo e i discepoli.
Significato del Versetto:
1. Metafora Agricola:
· "Io sono la vite": Gesù è la fonte unica della vita, della linfa spirituale e della nutri-zione.
· "Voi i tralci": I discepoli sono i rami totalmente dipendenti, il cui unico scopo è ricevere vita per portare frutto.
2. Condizione Essenziale: "Dimorare" (μείνατε, meinate):
· Non un contatto saltuario, ma un rimanere continuo, una connessione permanente e vitale.
· È una relazione reciproca: "chi dimora in me e io in lui".
3. Risultato e Avvertimento:
· "Porta molto frutto": Il frutto (amore, opere, carattere cristiano) è la conseguenza naturale del dimorare, non uno sforzo autonomo.
· "Senza di me non potete far nulla": Dichiarazione assoluta. Senza la linfa vitale di Cristo, ogni sforzo religioso è sterile e inefficace ("nulla").
In sintesi, Gesù delinea il principio fondamentale della vita cristiana: non uno sforzo etico per imitarlo, ma una sim-biosi spirituale da cui scaturisce una fecondità soprannaturale. L'attività del credente ("portare frutto") non è mai autonoma, ma è sempre e solo il risultato di una dipendenza consapevole e continua dalla vita di Cristo, l'unica vera fonte.
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